Piccolo viaggio nel mondo dei SAF

La ricerca nel Regno Unito sui nuovi carburanti per l’aviazione: intervista a Diego Babuder, pilota di easyJet

In occasione della conferenza stampa del 4 settembre all’Università di Cranfield, nel Regno Unito, easyJet ha presentato i punti chiave della sua roadmap verso le emissioni zero, sottolineando progressi e sfide. Canale Energia ha seguito l’evento, pubblicandone gli sviluppi in un articolo dedicato.

Una parte importante di questa roadmap riguarda la sostituzione dei carburanti e il graduale passaggio dal cherosene tradizionale ai cosiddetti SAF (Sustainable Aviation Fuel), in altre parole combustibili di origine non fossile che comprendono carburanti generati dalla biomassa, oppure carburanti di sintesi, cioè idrocarburi prodotti facendo reagire l’idrogeno con il carbonio.

Abbiamo avuto modo di parlarne con Diego Babuder, pilota di easyJet e dottorando in sostenibilità del trasporto aereo presso il politecnico di Milano (vedi video in alto). Un focus su come si suddividono le famiglie dei SAF, come vengono prodotte e le soluzioni di easyJet nel suo percorso verso la neutralità.

Leggi anche: Il punto sulla roadmap verso il net-zero di easyJet

Cosa non sapevamo sull’Università di Cranfield

Cranfield è un’università specializzata in corsi post-laurea ed è leader globale in tema di ricerca tecnologica e sistemi gestionali in fatto di aviazione.

È una delle pochissime università al mondo a essere dotata di un suo aeroporto. La sua storia affonda le radici nell’immediato dopoguerra. Fu fondata nel 1946 come College of Aeronautics e, dopo una serie di passaggi, nel 1997 fu rinominata Cranfield Institute of Technology. Da sempre collegata a iniziative governative, è stata conosciuta come “Cranfield Defence and Security”. Nel 1993, un decreto reale ha modificato il nome in Cranfield University.

Con un patrimonio di ricerca aeronautica di oltre 75 anni, l’ateneo sta ora guardando al futuro con nuove ricerche sull’elettrificazione dell’aviazione, sulla mobilità urbana e sui i carburanti sostenibili. Cranfield lavora a stretto contatto con l’industria e ha rapporti di lungo termine con molte aziende del settore, tra cui Airbus, BAE Systems, Boeing, Rolls-Royce.

Grazie a un finanziamento di 69 milioni di sterline per la ricerca sull’idrogeno, è stato creato il Cranfield Hydrogen Integration Incubator, il primo grande polo tecnologico per la ricerca sull’idrogeno come carburante sostenibile per l’aviazione. Il finanziamento servirà a sbloccare le sfide tecnologiche in questo settore in vista di raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica.

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Consulente e ricercatrice freelance in ambito energetico e ambientale, ha vissuto a lungo in Europa e lavorato sui mercati delle commodity energetiche. Si è occupata di campagne di advocacy sulle emissioni climalteranti dell'industria O&G. E' appassionata di questioni legate a energia, ambiente e sostenibilità.