In Italia sta crescendo l’attenzione sulla sicurezza informatica e, a riprova di ciò, gli ultimi mesi del 2015 hanno segnato un +7% della spesa media dedicata a questo settore nelle aziende, soprattutto nei comparti media-telco e finanza, ma anche PA, utility e servizi (dati Osservatorio Information Security & Privacy del Polimi). Ne abbiamo discusso con Gabriele Faggioli, Presidente di Clusit (Associazione italiana per la sicurezza informatica), intervenuto a Roma lo scorso 2 febbraio in occasione del convegno “Cyber Security & Digital Identity”.
La sicurezza informatica non è più un argomento di nicchia in Italia?
La cyber security è una tematica oggi di grande rilevanza. È aumentata la percezione del rischio e l’attenzione delle imprese su aspetti che fino a pochi mesi fa erano sottostimati in termini di quantificazione degli attacchi e danni potenziali. Penso che i fatti di cronaca e ciò che è accaduto nell’ultimo anno abbia alzato il livello di attenzione. Oggi c’è la consapevolezza che la sicurezza informatica è un elemento da cui non si può prescindere ed esiste un filone normativo in grossa evoluzione che sta portando ancora più attenzione sulla materia.
Attraverso la “digital identity” anche la P.A. sta facendo un passo avanti?
L’identità digitale sarà un ulteriore passaggio fondamentale verso la maggiore sicurezza del cittadino e delle Pubbliche Amministrazioni. Come Clusit riteniamo che questo percorso verso la digital identity, così come l’attenzione per la sicurezza informatica, non potrà che crescere e a questo scopo, ad esempio, collaboriamo con il Politecnico di Milano e il relativo osservatorio sulla materia.
L’energia è un settore che ha a che fare con la cyber security? Le imprese di riferimento hanno coscienza di questa problematica?
Il tema, in particolare nell’energia, è di grande rilevanza. Basti pesare che in occasione della presentazione dell’Osservatorio sulla sicurezza informatica del Polimi (il 29 gennaio scorso, ndr), più di un relatore veniva dal settore dell’energia. Si tratta di infrastrutture potenzialmente soggette ad attacchi che in caso di riuscita sarebbero devastanti. La normativa è in evoluzione e nel completamento del suo iter l’attenzione sulle infrastrutture critiche sarà decisiva nella protezione del nostro Paese.
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