Il tessuto che abbatte di 9° la temperatura

Può essere usato per l’abbigliamento e per la copertura degli edifici

Siamo ad appena metà del 2024, e si sono già verificate massicce ondate di calore in tutto il mondo, con luoghi in Messico, India, Pakistan e Oman che hanno raggiunto temperature addirittura superiori ai 50 gradi centigradi. Anche in Italia il caldo soffoca le città e rende la vita difficile a chi non ha un condizionatore.

Con l’aumento delle temperature globali e della popolazione urbana, infatti, le città di tutto il mondo sono diventate delle “isole di calore urbano”, in cui le radiazioni termiche emesse dai marciapiedi e dai grattacieli intrappolano e amplificano il calore. Un problema crescente, considerando l’incremento costante degli abitanti dei centri urbani.

Il tessuto che abbatte la temperatura esterna

Cosa si può fare? Un articolo pubblicato su Science, ha mostrato i risultati raggiunti dai ricercatori della Pritzker School of Molecular Engineering dell’Università di Chicago, che hanno realizzato un nuovo tessuto indossabile dalle proprietà molto particolati. Potrebbe aiutare i residenti urbani a sopravvivere ai peggiori impatti del massiccio calore causato dal cambiamento climatico globale.

Nei test, svolti sotto il sole dell’Arizona, gli scienziati hanno constato che il materiale è rimasto 2,3 gradi centigradi in meno rispetto a un tessuto tradizionale utilizzato per l’abbigliamento sportivo all’aperto, e 8,9° più fresco rispetto alla seta, comunemente impiegata per i capi estivi.

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Il tessuto che abbatte la temperatura esterna, foto Università di Chicago

Cosa differenzia questo materiale dagli altri tessuti termici

I materiali utilizzati per gli abiti sportivi sono studiati per riflettere la luce del sole. Ma in un’isola di calore urbana, l’esposizione diretta ai raggi solari è minima. Bisogna infatti considerare anche le radiazioni termiche emesse dagli edifici e dai marciapiedi, che colpiscono gli abitanti delle città anche dal basso e dai lati.

Gli scienziati hanno spiegato che quando una persona sta in piedi, solo la testa, le spalle e la parte superiore delle scarpe sono direttamente rivolte verso la luce del sole, ovvero circa il 3% della superficie dei vestiti. Il restante 97% viene riscaldato dalle radiazioni termiche che arrivano dai lati e dal basso, che un tessuto tecnico sportivo non è in grado di combattere.

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Test del calore in Arizona, foto Università di Chicago

Il sole e i marciapiedi diffondono quindi due tipi diversi di calore e creare un materiale in grado di proteggere chi lo indossa da entrambi è stata la sfida del team. “La luce solare è luce visibile, la radiazione termica è infrarossa, quindi hanno lunghezze d’onda diverse. Ciò significa che è necessario disporre di un materiale che abbia due proprietà ottiche contemporaneamente. È molto impegnativo da realizzare”, ha spiegato uno degli autori dello studio, Chenxi Sui.

Una copertura per gli edifici

Le possibili applicazioni di questo tessuto vanno oltre l’abbigliamento. Una sua versione più spessa e protetta da uno strato di polietilene potrebbe essere utilizzata sulle facciate degli edifici e sulle automobili. Allo stesso modo, il materiale potrebbe essere impiegato per trasportare e conservare alimenti che altrimenti si rovinerebbero con il caldo, riducendo l’impatto della refrigerazione.


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