Idrogeno, strumenti europei e certificazione dell’H2 rinnovabile

Dal quadro politico generale alla priorità di sviluppo dell'idrogeno rinnovabile fino alle iniziative dell'UE per lo sviluppo del vettore

L’idrogeno, come materia prima, combustibile o vettore energetico, è in rapida crescita in Europa e nel mondo. Come soluzione dedicata a decarbonizzare processi di produzione e settori economici, ha molte possibili applicazioni. Su tutte, nell’industria, nei trasporti, nel settore dell’energia e nell’efficientamento degli edifici. Tutto ciò rende l’idrogeno essenziale per supportare l’impegno dell’UE a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e per lo sforzo globale di attuare l’Accordo di Parigi.

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Foto di Carl Gruner su Unsplash.

Tuttavia, oggi, è ancora in gran parte prodotto da combustibili fossili, in particolare da gas naturale o da carbone. Affinché possa contribuire efficacemente ai target net zero, deve raggiungere una scala molto più ampia e la sua produzione deve essere completamente decarbonizzata. Ecco perché l’idrogeno pulito resta una priorità fondamentale per realizzare il Green deal europeo e la transizione energetica dell’Europa.

Il quadro politico europeo sull’idrogeno

La Direttiva Red III è la pietra angolare del Green deal europeo e di REPowerEU. Le recenti linee guida, licenziate nel settembre 2024, supportano gli Stati membri e le parti interessate nell’attuazione degli obiettivi. Includono anche il pacchetto sul mercato dell’idrogeno e del gas decarbonizzato, per favorire la creazione di infrastrutture ottimali e dedicate, nonché di un mercato dedicato.

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Oltre a questo recente documento, si contano anche 2 atti delegati sull’H2 rinnovabile, adottati a giugno 2023, che ne completano il quadro normativo. Il primo riguarda i combustibili rinnovabili di origine non biologica (Rfnbo) che ne stabilisce i criteri. L’altro, propone uno schema dettagliato per calcolare le emissioni del ciclo di vita dell’idrogeno rinnovabile e dei combustibili a base di carbonio riciclato, per soddisfare la soglia di riduzione come stabilito dalla direttiva.

Il quadro politico si basa sulla strategia dell’UE che ha delineato 20 azioni chiave sull‘idrogeno, secondo 4 direttrici:

  • programma di investimenti;
  • aumento della domanda e della produzione;
  • progettare un quadro abilitante e di supporto;
  • stimolare la dimensione internazionale.

Il supporto agli investimenti è stato fornito anche attraverso gli Important Projects of Common European Interest (Ipcei). Il terzo della serie, Hy2Infra, è stato approvato nel febbraio 2024 e sostiene lo sviluppo di elettrolizzatori, condotte di trasmissione e distribuzione dell’idrogeno, impianti di stoccaggio su larga scala e terminali di movimentazione. Il seguente, Hy2Move, preparato e notificato congiuntamente da 7 Paesi dell’UE, è stato approvato nel maggio 2024 e copre un’ampia parte della filiera della tecnologia dell’idrogeno, supportando lo sviluppo di una serie di innovazioni tecnologiche.

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Idrogeno rinnovabile: certificazione sulla base di schemi volontari

La priorità per l’UE è sviluppare idrogeno rinnovabile. La strategia REPowerEU ha fissato l’obiettivo di produrre 10 milioni di tonnellate e importarne altrettanti 10 milioni entro il 2030. Secondo le aspettative dell’UE, entro il 2050 l’idrogeno rinnovabile coprirà circa il 10% del fabbisogno energetico continentale, decarbonizzando in modo significativo i processi industriali ad alta intensità energetica e il settore dei trasporti.

Fornendo uno stoccaggio a lungo termine e su larga scala, l’H2 rinnovabile può anche supportare il settore elettrico, contribuendo a stabilizzare la rete e a migliorare l’integrazione di fonti rinnovabili variabili come l’eolico e il solare. La Direttiva sulle energie rinnovabili (Red III), entrata in vigore nel 2023, ha fissato gli obiettivi per l’adozione di carburanti rinnovabili di origine non biologica (Rfnbo) nei trasporti e nell’industria. Entro il 2030, si prevede che rappresenteranno almeno l’1% dell’energia totale fornita al settore dei trasporti e almeno il 42% di tutto l’idrogeno utilizzato nell’industria, con un aumento al 60% nel 2035.

Per la certificazione dell’idrogeno rinnovabile, i produttori potranno fare affidamento su un consolidato sistema fornito da terze parti, i cosiddetti schemi volontari. Si tratta di aziende internazionali con esperienza nella certificazione di biocarburanti, biomassa e altri prodotti: i Paesi dell’UE sono tenuti ad accettare certificazioni da schemi riconosciuti dalla Commissione EU. Da parte sua, la Commissione rimarrà in stretto contatto con le parti interessate per supportare l’implementazione pratica del quadro, e ne monitorerà anche l’attuazione.

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Alleanza europea per l’idrogeno pulito: 17,5 GW da elettrolizzatori entro il 2025

L’UE ha avviato e promuove numerose iniziative industriali, di finanziamento, di ricerca e innovazione sull’idrogeno. Tra queste:

  • Partenariato per l’idrogeno pulito. La  Clean Hydrogen Partnership (2021-2027) è  una collaborazione pubblico-privata congiunta sostenuta dalla Commissione EU, tramite Horizon Europe. Si basa sul successo del suo predecessore, la Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking e include anche la Hydrogen Valleys Platform, l’iniziativa guidata dall’UE nell’ambito di Mission Innovation.
  • Alleanza europea per l’idrogeno pulito. L’Alleanza riunisce l’industria, le autorità nazionali e locali, la società civile e altre parti interessate. Il suo obiettivo è quello di realizzare un’ambiziosa diffusione delle tecnologie dell’idrogeno entro il 2030, riunendo la produzione di H2 rinnovabile e a basse emissioni di carbonio, la domanda nell’industria, nei trasporti e in altri settori, nonché la trasmissione e la distribuzione dell’idrogeno. Ospita inoltre l’iniziativa Electrolyser Partnership volta a riunire produttori di elettrolizzatori e fornitori di componenti e materiali, per raggiungere una capacità produttiva annuale combinata di elettrolizzatori pari a 17,5 GW entro il 2025 in Europa.
  • Hydrogen Public Funding Compass. È una guida online per gli stakeholder utile a identificare le fonti di finanziamento pubblico per i progetti sull’idrogeno. Fornisce informazioni su tutti i programmi e i fondi UE pertinenti per il periodo 2021-2027.

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Banca europea dell’idrogeno: strumento di finanziamento per l’H2 rinnovabile

Nel 2022, la Commissione EU ha lanciato la Banca europea dell’idrogeno per creare sicurezza sugli investimenti e sulle opportunità commerciali per la produzione di idrogeno rinnovabile. Non è progettata per essere un’istituzione fisica, ma è uno strumento di finanziamento gestito internamente dai servizi della stessa Commissione. L’obiettivo principale del meccanismo è sbloccare gli investimenti privati ​​nelle catene del valore dell’idrogeno, sia all’interno dell’UE che a livello globale, collegando l’offerta di energia rinnovabile alla domanda dell’UE e affrontando le sfide iniziali degli investimenti.

Sono 4 i pilastri dell’azione:

  1. Supportare l’espansione del mercato della produzione di idrogeno all’interno dello Spazio economico europeo (See) e collegare l’offerta di H2 rinnovabile alla domanda. Il finanziamento viene assegnato come premio fisso in €/kg di idrogeno prodotto da combustibile rinnovabile di origine non biologica (Rfnbo) verificato e certificato.
  2. La Commissione EU sta sviluppando la progettazione della sezione internazionale della Banca europea per l’idrogeno, che dovrebbe attrarre le importazioni nel mercato europeo. L’obiettivo è riunire le risorse finanziarie dei Paesi UE e utilizzare il nuovo schema H2Global come veicolo per le aste internazionali, assicurando un contributo visibile alle importazioni internazionali di idrogeno.
  3. Trasparenza e coordinamento a supporto dello sviluppo del mercato e delle infrastrutture. La Commissione implementerà un meccanismo pilota per supportare lo sviluppo del mercato dell’idrogeno: in pratica, raccoglierà, elaborerà e renderà disponibili informazioni sulla domanda e l’offerta di H2 rinnovabile e a basse emissioni di carbonio presentate dagli operatori. Ciò aumenterà ulteriormente la trasparenza sul mercato e consentirà agli acquirenti europei di confrontarsi con fornitori europei e internazionali.
  4. Coordinamento degli strumenti di supporto, tra cui l’assistenza tecnica e il sostegno agli investimenti all’interno e all’esterno dell’UE.

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.