Europa alla prova dei SAF

Il webinar di Sustainable Aviation Futures tra obiettivi 2025, gap produttivo e sfide normative

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La corsa per decarbonizzare l’aviazione entra nel vivo: un webinar organizzato ieri da Sustainable Aviation Futures ha analizzato le strategie europee sull’adozione dei SAF, carburanti cruciali per un futuro più sostenibile del settore. L’evento, intitolato “Insights into the European SAF market”, ha riunito esperti provenienti da aziende come Airbus, Arcadia eFuels e LanzaJet. Insieme, hanno analizzato le opzioni per raggiungere i target previsti dalla normativa ReFuelEU, primo fra tutti quello di usare il 2% di SAF entro il 2025.

Ma quali dinamiche possono sbloccare il potenziale per il mercato dei SAF?” Non sono mancati gli argomenti: dagli investimenti alla scalabilità della produzione, dalle politiche internazionali alla neutralità tecnologica, dall’utilizzo degli HEFA (idrogenazione di esteri e acidi grassi utilizzando residui biogenici) all’accelerazione degli eFuel. Il tutto, senza perdere d’occhio il nodo alla base del futuro: materie prime, comprese quelle basate su rinnovabili e CO2.

Il webinar ha fatto da apripista al Sustainable Aviation Futures Congress, che si terrà ad Amsterdam dal 6 all’8 maggio; un evento di punta per l’Europa, con lo scopo di riunire esperti di settore, creare opportunità ed espandere le possibilità per decarbonizzare l’aviazione a livello globale.

L’obiettivo al 2025 e il gap produttivo

L’obiettivo del 2025, che prevede l’utilizzo di SAF al 2% nella miscela dei combustibili tradizionali, è già qui. Ma le attuali capacità produttive restano insufficienti.

Se i percorsi HEFA possono coprire i volumi iniziali richiesti, per raggiungere gli obiettivi al 2030 (6%) e al 2035 (20%) è necessario investire in tecnologie avanzate, come i percorsi ATJ (alcohol-to-jet) mirati al biofuel, oppure i PTL (power-to-liquid) volti a creare eFuel da energie rinnovabili.

Per colmare il divario produttivo nel breve e medio termine, la diversificazione delle tecnologie SAF è fondamentale. Tanto più che specificità regionali come costi energetici o risorse agricole influenzeranno comunque l’adozione di diverse tecnologie.

Da questo punto di vista, quello che gli inglesi chiamano “agnosticismo tecnologico” è un fattore chiave per sostenere tutti i tipi di tecnologie disponibili, in attesa che il mercato selezioni le più valide. Oltre ai già citati percorsi ATJ e PTL, le opzioni sono molteplici, comprese tecnologie Fischer-Tropsch volte a creare gas di sintesi, o quelle methanol-to-jet, che hanno il vantaggio di far leva sui processi industriali del biometanolo.

 

Amy Hebert Chief Executive Officer Arcadia EFuels
Amy Hebert, Chief Executive Officer, Arcadia eFuels

“Il percorso methanol-to-jet non è ancora commercializzato, ma sarà approvato. Abbiamo bisogno che tutti i percorsi siano operativi. Noi siamo neutrali rispetto alla tecnologia e ci piacerebbe che il percorso del metanolo avesse successo, ma credo che ci vorrà del tempo. I rendimenti non sono ancora abbastanza elevati. Se si considerano le rese attuali, il costo è esattamente lo stesso del Fischer-Tropsch, non c’è alcun vantaggio. Se le aziende che sviluppano questa tecnologia riuscissero ad aumentare i rendimenti, potrebbe essere vantaggioso, ma penso che siamo ancora lontani 5-10 anni dal vedere qualcosa del genere”, ha commentato Amy Hebert, chief executive, Arcadia eFuels

La sfida delle materie prime
Le tecniche ATJ a base di etanolo sono state discusse come un’opzione importante per scalare la produzione di SAF e superare il percorso HEFA, che richiede l’utilizzo di materie prime lipidiche come oli vegetali e grassi animali, nonché l’idrogeno per la lavorazione. Pur dominando il mercato dei SAF, le tecniche HEFA sollevano preoccupazioni per la disponibilità limitata delle materie prime che richiedono. Un aumento della domanda globale costituirebbe una sfida nel lungo termine, soprattutto se regioni esportatrici come la Cina decidessero di dare priorità alla produzione interna di SAF.

Ma anche i percorsi ATJ presentano incoerenze nel trattamento dell’etanolo per aviazione rispetto a quello per carburanti stradali, con il timore che normative più severe possano ostacolare l’accesso alle materie prime disponibili.

Daniel Bloch Director Partnerships LanzaJet
Daniel Bloch, Director, Partnerships, LanzaJet

“Siamo specializzati nel percorso alcohol-to-jet, che consideriamo il passo successivo all’attuale tecnologia HEFA. Riteniamo sia un passaggio essenziale per la crescita internazionale del mercato dei SAF. Abbiamo il nostro impianto Freedom Pines in una piccola città chiamata Soperton, in Georgia. E di recente abbiamo annunciato il luogo del nostro secondo impianto a nord del Regno Unito, a Teesside. Abbiamo anche una serie di altri progetti, tra cui una joint venture con Indian Oil a Panipat, con Cosmo Oil in Giappone e con Jet Zero in Australia”, ha annunciato Daniel Block, director of partnerships, LanzaJet.

Dal canto loro, gli eFuel, pur essendo promettenti, devono affrontare anch’essi sfide legate alla disponibilità di materie prime, che in questo caso sono rappresentate da due elementi piuttosto inediti: l’accesso all’elettricità rinnovabile e la disponibilità di CO2.

La necessità di connessioni alla rete nelle regioni ad alta penetrazione di energia rinnovabile e la concorrenza per la CO2 dovuta alle iniziative di cattura e sequestro del carbonio sono stati identificati come potenziali ostacoli. Anche l’elevato costo delle materie prime ha destato preoccupazione.

La complessità del ReFuelEU

Il quadro normativo UE per dare impulso alla domanda di SAF sembra essere percepito come un labirinto di Cnosso, a causa della sua complessità. Il passaggio dalle misure regolatorie alla loro applicazione pratica non è di facile soluzione, secondo i relatori, e richiede intricate sfide amministrative. Per esempio, una precisa definizione delle responsabilità dei fornitori, oppure la creazione di efficaci meccanismi di flessibilità. D’altra parte, però, viene riconosciuto il ruolo dell’UE come leader globale nell’introdurre una legislazione vincolante sui SAF, esercitando una significativa influenza a livello internazionale, tale da trascinare quadri regolatori in altre giurisdizioni del globo.

L’interazione con la Direttiva sulle Energie Rinnovabili (RED) e la necessità di monitorare l’utilizzo dei SAF a livello aeroportuale complicano ulteriormente il quadro. La gradualità delle quote di SAF nei primi dieci anni, con i considerevoli aumenti dei requisiti, aggiunge un ulteriore livello di complessità amministrativa e richiede un’attenta pianificazione.

Preoccupazione anche per l’assegnazione di quote nell’ambito del sistema di scambio ETS riguardo al volume e alla durata delle assegnazioni, che vengono considerati troppo limitati e potrebbero avere ripercussioni sulle tariffe dei passeggeri. Un rischio del resto già paventato in altre occasioni dagli operatori di settore. Per questo è importante mantenere un dialogo costante con la Commissione UE al fine di perfezionare le norme e rispondere alle esigenze del settore. L’iniziativa Skypower Europe è citata come esempio di collaborazione per proporre soluzioni concrete allo sviluppo degli eFuel.

Foto Di Pexels Da Pixabay
Bruxells_Foto di Pexels da Pixabay

Approccio UE vs. USA

Curiosa la metafora della carota e del bastone. Il dibattito ha messo in luce approcci diversi tra Europa e Stati Uniti. Mentre l’UE viene spesso percepita col bastone in mano, visto un approccio che prevede requisiti vincolanti, gli Stati Uniti sembrano preferire un approccio “a carota” attraverso meccanismi di sostegno come il credito d’imposta.

Tuttavia, è stato sottolineato come anche il panorama statunitense sia influenzato da incertezze politiche e soggetto ai cambiamenti dell’Amministrazione. Un modello di equilibrio sembra emergere nel Regno Unito, dove coesistono requisiti vincolanti ma anche meccanismi di supporto alle entrate degli operatori.

Nonostante l’accoglienza positiva del regolamento ReFuelEU come segnale di lungo termine, il settore esprime preoccupazioni per la complessità delle procedure di compliance. La necessità di semplificare i processi e migliorare la chiarezza sulle opportunità di finanziamento è un’esigenza diffusa. Un tema cruciale è la garanzia di una distribuzione equa dei SAF, assicurando la disponibilità anche negli aeroporti regionali e non solo nei grandi hub. I sistemi Book&Claim vengono considerati strumenti promettenti per ottimizzare la distribuzione dei SAF in questo scenario. L’incertezza politica e il potenziale bipartisan dei progetti SAF, con i loro benefici per la rivitalizzazione regionale e l’occupazione, rappresentano temi centrali per lo sviluppo futuro del mercato.

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Consulente e ricercatrice freelance in ambito energetico e ambientale, ha vissuto a lungo in Europa e lavorato sui mercati delle commodity energetiche. Si è occupata di campagne di advocacy sulle emissioni climalteranti dell'industria O&G. E' appassionata di questioni legate a energia, ambiente e sostenibilità.