simone zuccotti plenitudeCon un portafoglio di circa 1,1 GW di capacità rinnovabile il 7 marzo di quest’anno Eni gas e Luce lascia il posto a Plenitude. Una nuova società che si presenta green già dal logo, ma in cui permane la storia con il cane a sei zampe, per guardare alle sfide della transizione ecologica. Per conoscere come e con quale raggio di azione sta ragionando la realtà di Plenitude Canale Energia ha intervistato Simone Zuccotti, responsabile Innovation e Business Development dell’azienda.

Eni gas e luce diventa Plenitude, è una sfida Europea?

La sfida di Plenitude è legata alla sfida della transizione energetica necessaria alla decarbonizzazione, ed è una sfida mondiale. Per noi l’Europa è il naturale punto di partenza per implementare il nostro modello integrato, ma ogni paese ha le sue dinamiche (fondamentali di mercato, contesto competitivo, quadro regolatorio…), quindi, partendo dai paesi in cui siamo già presenti, dovremo definire in modo puntuale le strategie di espansione internazionale, tenendo sempre presenti quali sono le condizioni necessarie per il successo del nostro modello.

Si tratta di dare un’immagine a quella che è la nuova visione di sistema del servizio energetico che vada dal prosumer all’auto elettrica, all’energia per le famiglie e le aziende in ottica di transizione ecologica?

Si, l’efficienza energetica e l’elettrificazione dei consumi (riscaldamento, raffrescamento e mobilità) sono i pilastri fondamentali della transizione: l’efficienza perché l’energia più pulita è quella che non si consuma, e l’elettrificazione perché il settore elettrico è il più semplice da decarbonizzare. Concretamente vuol dire portare al cliente varie soluzioni di isolamento, pompe di calore ad alta efficienza e di facilitare l’adozione dell’auto elettrica. Lato produzione vogliamo chiudere il cerchio accompagnando i nostri clienti a produrre e consumare localmente, ove possibile, e ad acquistare energia verde tramite i nostri impianti rinnovabili o da mercato.

Quali sono i prossimi servizi che pensate di attivare?

Sicuramente stiamo lavorando per una gestione attiva dei consumi dei nostri clienti (batterie, EVs, pompe di calore…) per ottimizzare i costi e aiutare il sistema (garantendo flessibilità alla rete), per attivare comunità energetiche per permettere la condivisione di energia tra prosumers e consumers e per arricchire i nostri servizi legati alla mobilità.

Se guardiamo alla mobilità elettrica, un grosso freno ad oggi lo rappresenta la scarsa infrastruttura. Immaginate una continuità tra la rete carburante e la rete di ricarica delle auto elettriche, magari con proposte che incentivino la rete preesistente a implementare il cambiamento?

Il paradigma è un po’ diverso e il comportamento degli e-drivers è un po’ diverso. Oggi i possessori di auto elettriche ricaricano la propria auto elettrica presso il luogo di lavoro, presso punti di interesse (centri commerciali, cinema, ristoranti) lasciando la macchina sotto carica per un tempo compreso tra 1 e 3 ore. In questo caso le colonnine ideali sono quelle in AC (corrente alternata) da 22 kW. D’altra parte stiamo sviluppando, anche presso le Eni Station in Italia e all’estero, una rete di punti di ricarica ad alta e altissima potenza per soddisfare esigenze di ricarica molto più rapida (15 minuti).

Come valuta Plenitude la sfida delle comunità energetiche?

Il percorso delle comunità energetiche è appena cominciato ma rappresenta una grande opportunità per favorire la generazione distribuita da impianti rinnovabili, massimizzando gli spazi (tetti) a disposizione e permettendo anche a chi non ha un tetto adeguato o vive in appartamento di beneficiare di un’energia locale, economica e green.

C’è spazio anche per progetti volti a offrire infrastrutture che possano abbattere la povertà energetica in crescita in Europa e in Italia?

Ancora una volta l’efficienza energetica e la generazione distribuita da rinnovabili rappresentano soluzioni interessanti ed efficaci per ridurre i costi energetici e l’esposizione ai rischi di mercato.


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.