L’impianto biogas della En Ergon, controllata dal gruppo Astea, è stato inaugurato a Ostra (AN).
In fase operativa permetterà di trasformare 32.000 tonnellate annue di rifiuti organici in 3 milioni di metri cubi di metano.
Il primo impianto delle Marche
Quello di Ostra è il primo impianto di questo tipo nelle Marche. In regione ne sono previsti altri cinque o sei destinati a trattare la Forsu (frazione di rifiuti organici dei residenti). Un punto di partenza necessario. Nella sola provincia di Ancona, infatti, la frazione dei rifiuti organici ammonta a circa 50.000 tonnellate annue.
Adesso sono smaltite fuori regione tra l’Emilia ed il Veneto con costi e impatto ambientale notevole. Infatti ammontano a 622 tonnellate di CO2 prodotte, che si ridurranno a 74 considerando la diminuzione dei trasporti da parte dei vettori.
L’impianto è sostenibile
L’impianto, progettato con una proiezione di sostenibilità ambientale è in linea con i principi di economia circolare. Inoltre, permetterà il trattamento dei rifiuti di origine biologica e la gestione anaerobica di Forsu.
Sarà così possibile produrre, oltre al biometano, anche il compost misto per usi zootecnici e florovivaistici.
Una volta a regime fornirà energia e riscalderà 3.000 abitazioni.
“Quello di Ostra, oltre a costituire un modello virtuoso e all’avanguardia, in grado di rispondere agli stringenti bisogni delle nostre comunità locali, rappresenta un successo per l’economia circolare. Il rifiuto prodotto in un’area genera energia verde per la stessa area che aveva prodotto il rifiuto. Ecosistemi urbani e l’agricoltura del futuro prefigurano una società ed un’economia che da carbon-emitting diventa carbon-absorbing“. Commenta Massimiliano Riderelli Belli, direttore generale Astea spa e amministratore della società En Ergon.
La burocrazia rallenta anche la transizione ecologica
La scommessa del biometano è ancora tutta da vincere. La burocrazia frena perché gli iter delle autorizzazioni sono lunghi. “Anche per quello di Ostra si è nella norma con una procedura che è durata almeno otto anni. Dove la parte minore è riservata alla costruzione ed i tre quarti del tempo per progettazione e iter burocratici”. Conclude il direttore Belli.
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