Agrivoltaico, diversificazione, innovazione e tanta pazienza questa la chiave per investire in rinnovabili in Italia, paese in cui “siamo passati da un silenzio totale a una ipertrofica produzione legislativa legata alle direttive della Unione Europea” spiega Alessandro Migliorini, country manager Italia European Energy. “In questi ultimi quattro anni c’è voluta molta pazienza perché i cambiamenti in corso sono stati molti. L’Italia è uno dei paesi più indietro da questi punti di vista il che ha portato a tantissime opportunità sia con nuove tecnologie sia con quelle più consolidate”.
Un ritardo che non ha solo aspetti negativi, difatti come chiarisce Migliorini “questa mancanza di chiarezza nei processi autorizzativi ha determinato un ritardo nello sviluppo delle fonti rinnovabili” che significa oggi un’opportunità per il nostro Paese “sia in termini di inserimenti che di complessità della filiera italiana”.
Come le aste stanno influenzando il mercato delle rinnovabili
A differenza dei mercati nordici dove c’è una evidenza sui prezzi anche a medio termine, in Italia “lo stesso mercato dei PPA è ancora estremamente immaturo. Manca un mercato sviluppato che consenta di sedersi al tavolo con partner e finanziare un progetto” per questo lavorare con un’utility ad oggi è stata la strada più percorsa da European Energy.
Uno scenario che cambia grazie ai contratti per differenza. Con il sistema delle aste si potrà avere “stabilità dei ricavi per 20 anni”, evitando fluttuazioni del mercato. Uno scenario del tutto diverso da quanto “vissuto ad oggi”. In questo modo “la platea di potenziali partner o coinvestitori si amplia decisamente” sottolinea Migliorini.
Un mix energetico che guarda a rinnovabili e innovazione
Conoscere approcci e territorio è essenziale per poter sviluppare una strategia industriale delle rinnovabili.
“In Italia nasciamo con impianti grandi, utility scale. Gli interventi normativi che si sono succeduti nel tempo ci hanno imposto un approccio diverso: dimensioni più ridotte, utilizzo di tecnologie innovative e nuove iniziative nel nord del Paese”.
La novità è soprattutto l’agrivoltaico “che rappresenta una soluzione rispetto il dibattito sul consumo di suolo e un’opportunità dal punto di vista agricolo”. Uno strumento che può contribuire a “ridare respiro a un settore storicamente molto importante per l’Italia che recuperando aree abbandonate e potenzialmente da recuperare”.
Altro tema l’eolico off shore di ultima generazione che significa eolico flottante. Su questo il Country manager di European Energy non ha dubbi si dovranno attendere “dei tempi di realizzazione molto lunghi”. Una tecnologia che in Italia “potrebbe generare un’attività di sviluppo molto importante”.
Non manca poi uno sguardo all’innovazione: “Stiamo lavorando al bioetanolo. Blend tra idrogeno verde e CO2 biogenica, ricavato cioè dal processo naturale del carbone. Si tratta di una tecnologia già sviluppata in Danimarca e che permetterà di avere un impatto su processi hard to abate“.
Non a caso l’azienda ha già siglato un accordo per produrre e-fuel delle navi e per la generazione energetica di materie plastiche, ad esempio con un partner di eccellenza: Lego.
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