Per la settima legislatura consecutiva il Parlamento avrà una commissione d’inchiesta sui rifiuti. L’iter di approvazione del relativo Ddl si è concluso martedì al Senato con il via libera definitivo a un testo che assorbe le proposte di legge di vari partiti tra maggioranza e opposizione.
I lavori parlamentari hanno portato a un allargamento delle competenze per la nuova commissione che si occuperà in senso più ampio di “illeciti ambientali”, arrivando al campo agroalimentare. Sono previsti compiti di monitoraggio, ad esempio, nello smaltimento degli impianti rinnovabili, dei rifiuti radioattivi e dei depuratori nel ciclo idrico.
Senato della Repubblica
Non solo commissione d’inchiesta sui rifiuti. Al Senato le commissioni riunite Ambiente e Industria hanno svolto tra martedì e giovedì un ciclo di audizioni sul Ddl di conversione in legge del DL Siccità al quale hanno preso parte Ismea, Crea, Ispra, Utilitalia, Protezione civile, Autorità di bacino, Mit, Cnr, Arera, Ancim, Ance, Elettricità Futura e Federidroelettrica (le memorie).
Secondo la Federazione delle utility, in particolare, Il DL sulla crisi idrica approvato dal Consiglio dei ministri “è un’importante strumento per affrontare in tempo un’emergenza già conclamata anche per il 2023”.
Rimanendo sullo stesso tema, a Palazzo Madama è stato presentato anche il Ddl n. 514 del gruppo “Cd’I-nm (Udc-CI-NcI-IaC)-Maie” di Istituzione dell’Agenzia per l’utilizzo delle risorse idriche.
Assegnato alla commissione Ambiente, infine, il Ddl PD n. 52 recante “Misure urgenti per la riduzione dell’inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche (Pfas) e per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano”.
I lavori di interesse nella commissione Ambiente si completano con un’audizione a rappresentanti di Italgas svolta martedì sul sistema energetico nazionale (la memoria), nella quale è stato illustrato come l’Italia sia il quarto più grande produttore mondiale di biogas e come questo dato si preveda in salita nei prossimi anni.
Camera dei deputati
Il tema dell’acqua torna anche a Palazzo Montecitorio con la presentazione di una proposta di legge della Lega recante “Modifica all’articolo 147 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e altre disposizioni in materia di gestione autonoma del servizio idrico integrato” (atto n. 1133).
Lo stesso giorno nella Bilancio sono invece intervenuti Svimez e Cresme nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia (le memorie).
Per Svimez, “in linea generale, nelle regioni centrosettentrionali le misure di efficientamento energetico hanno costituito una sorta di ‘innesco’ per la ripresa dell’attività produttiva che, successivamente, data la maggiore estensione dell’economia di mercato, si è mossa in maniera autonoma. Diverso è il ruolo che queste misure hanno rivestito, sempre in via generale, in diversi territori del Sud. In Sicilia, Sardegna, Molise e Campania le misure considerate hanno costituito poco meno di un terzo dell’intera espansione fatta registrare dal Pil nel biennio”.
Anche la Ambiente ha portato avanti la sua indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia, ascoltando in audizione martedì Politecnico di Torino, Ali, Comune di Roma, Fiaip (le memorie).
L’Ateneo piemontese ha ricordato come gli edifici siano responsabili del consumo di oltre il 40% dell’energia richiesta in Europa, rappresentando quindi il primo “soggetto consumatore” dell’Unione e producendo oltre il 35% delle emissioni di gas serra comunitari.
Da segnalare che la commissione Ambiente della Camera ha approvato mercoledì un parere favorevole con osservazioni al Ddl n. 1060 di conversione del DL 34/2023 recante “Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali”.
La commissione, in particolare, chiede alle valutino le Commissioni di merito l’opportunità di prorogare il termine di cui all’articolo 24-bis, comma 1, del decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49, entro il quale i soggetti responsabili degli impianti fotovoltaici possono comunicare la scelta di prestare la garanzia finanziaria per la gestione del fine vita dei relativi materiali in un sistema collettivo”.
Allo stesso modo la Politiche UE ha reso ieri un analogo parere favorevole al Ddl n. 1060 con un’osservazione in cui chiede alle commissioni di merito di “valutare l’opportunità di fare più precisamente riferimento alla disciplina dell’Unione europea in materia di aiuti di Stato in ordine all’individuazione delle modalità di utilizzo delle risorse del fondo di cui all’articolo 24, comma 5”.
Nello specifico, quest’ultimo riguarda “l’istituzione, nello stato di previsione del ministero delle Imprese, di un fondo finalizzato a sostenere le imprese ‘elettrivore’ localizzate nelle regioni insulari”.
Infine, il Mase ha trasmesso alla Camera una richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente “disciplina dei criteri e delle modalità per l’ingresso consapevole dei clienti domestici nel mercato libero dell’energia elettrica”. Questa richiesta è stata assegnata alla commissione Attività produttive che dovrà esprimere il proprio parere entro il 24 maggio 2023.
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