Sì ai pannelli solari sui terreni coltivati, ma solo se sono sollevati da terra, in modo da permettere l’attività agricola sotto. È questa la decisione del Consiglio dei Ministri su uno dei punti più divisivi del Decreto aiuti al settore agricolo. Una soluzione accolta con favore dall’Associazione Consumatori e Produttori di Energia Rinnovabile (ACEPER), che si è dichiarata “soddisfatta per la parziale rettifica rispetto alla bozza iniziale riguardante il divieto sull’agrivoltaico”.
Importanti iniziative in Consiglio dei Ministri con l’approvazione del decreto Agricoltura.
Stop al fotovoltaico senza regole e più energia pulita senza consumare suolo agricolo, più aiuti alle imprese in difficoltà con la moratoria sui mutui e il sostegno alle filiere, 130… pic.twitter.com/9MRW1ua5Sp
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) May 7, 2024
“Ancora restrizioni sul fotovoltaico”
La presidente dell’associazione, Veronica Pitea ha fatto presente, però, che esistono ancora molte restrizioni sul fotovoltaico. Sarà infatti vietata l’installazione di impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra nelle zone classificate come agricole dai piani urbanistici. Secondo una ricerca pubblicata dal Sole24Ore, tuttavia, un terzo dei terreni italiani destinati all’agricoltura – pari a 3,7 milioni di ettari – sarebbe infatti abbandonato da anni. “Comprendiamo l’importanza di utilizzare i terreni per la coltivazione, ma a fronte di una così alta percentuale di suolo inutilizzato, perché adottare una posizione così rigida nei confronti del fotovoltaico?”, ha commentato Pitea.
Il problema siccità
Un altro problema irrisolto, secondo ACEPER, sarebbe la siccità: “Non investiamo sufficientemente in sistemi di irrigazione intelligenti – ha aggiunto Pitea -. Sarebbe auspicabile trovare un punto d’incontro, concentrando gli sforzi su un utilizzo intelligente del suolo, senza compromettere la produzione di energia verde”.
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