DL Energia, stop alla “tassa sulle rinnovabili”

Il commento dell’Alleanza per il fotovoltaico e le perplessità del Movimento 5 stelle riguardo al processo di individuazione delle aree che ospiteranno il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.

“Stop al contributo annuo di 10 euro per chilowatt a carico delle produzioni di energia elettrica da fonti rinnovabili con una potenza superiore a 20 kW”. Lo hanno reso noto i deputati della Lega in commissione Attività produttive Giorgia Andreuzza, Andrea Barabotti, Salvatore di Mattina, Luca Toccalini e Alberto Gusmeroli, facendo riferimento all’emendamento al DL Energia approvato ieri, 22 gennaio.

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Foto Unsplash

Il contributo era stato previsto per incentivare le Regioni a ospitare impianti per la produzione di energia rinnovabile. Verrà invece creato “un fondo, finanziato con parte delle somme ottenibili dalle aste delle quote di emissione di anidride carbonica, volto alla digitalizzazione, decarbonizzazione e accelerazione degli iter burocratici”, hanno spiegato i deputati.

Non mancano i commenti positivi del comparto. “Esprimiamo soddisfazioneha dichiarato Filippo Girardi, Presidente di ANIE Confindustria per la riformulazione dell’art.4 del  decreto, che elimina un onere che avrebbe avuto un impatto negativo sull’intera industria nazionale, oltre che sulle imprese del settore energetico. Il testo integrale del provvedimento – prosegue Girardi – dovrebbe aiutare l’Italia nel lungo percorso di avvicinamento ai target di decarbonizzazione contenuti nella nuova bozza del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima. Sullo sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese – conclude Girardi – permangono tuttavia difficoltà nello sblocco degli iter autorizzativi e nell’attuazione dei provvedimenti attuativi per la finalizzazione degli investimenti.”

“Un ottimo segnale per l’Italia”, l’Alleanza per il fotovoltaico sull’emendamento al DL Energia

Soddisfazione da parte dell’Alleanza per il fotovoltaico: “Si tratta di un’inversione di rotta fondamentale, coerente con gli impegni assunti dal Governo di triplicare la quantità di energia proveniente da rinnovabili entro il 2030. La nuova tassa avrebbe, invece, generato l’effetto opposto, allontanando l’Italia dal raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica del PNIEC e del PNRR, e fatto lievitare il costo dell’energia. Allo stesso tempo si sarebbe configurato un arretramento nella creazione di nuovi posti di lavoro e un indebolimento del Paese sotto il profilo dell’attrattività di investimenti”.

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“Quello di oggi è un ottimo segnale per l’Italia, in linea con il necessario e progressivo processo di decarbonizzazione che occorre garantire senza esitazioni. Il lavoro sinergico del Ministro Pichetto Fratin e del Parlamento, in particolare dei relatori del provvedimento e dei deputati della commissione Ambiente, ha dato i suoi frutti, a testimonianza di come il confronto sia un elemento essenziale del rapporto tra politica e imprese”.

Il deposito rifiuti radioattivi e il passaggio dalle aree “idonee” a quelle “autocandidate”

Il DL Energia affronta anche il tema del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. “Con il passaggio dalle aree ‘idonee’ alle aree ‘autocandidate’ il Governo vuole farci fare un vero e proprio salto nel buio”, hanno dichiarato in una nota le deputate M5S Ilaria Fontana ed Emma Pavanelli, rispettivamente capogruppo in commissione Ambiente e Attività produttive alla Camera.

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“L’individuazione delle aree idonee, checché ne dica la maggioranza, è stato un processo partecipativo e articolato, basato su una selezione approfondita delle proposte di localizzazione, nel rispetto delle linee guida di ISPRA e IAEA. Nel caso delle aree autocandidate, invece, non si sa quali saranno i criteri e come verranno svolte le indagini tecniche, anche perché i Comuni non possono avere la capacità tecnica per potere motivare e sostenere le proprie autocandidature. Servono poi maggiori garanzie di trasparenza e partecipazione nel processo decisionale perché le popolazioni interessate dalla scelta del sito non possono non essere correttamente coinvolte”.


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