Schermata 2020 04 16 Alle 13.37.04Garantire la filiera alimentare è una priorità europea. Non un agricoltore, un allevatore o un pescatore dovranno smettere il proprio lavoro”. A parlare è la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, che questa mattina ha illustrato in aula al Senato le prime azioni messe in atto dal Governo e dal Mipaaf per affrontare l’emergenza Covid- 19.  La tutela degli operatori della filiera, ha spiegato, è il punto fermo da cui parte la strategia messa in campo dall’esecutivo, “che dovrà essere rafforzata obbligatoriamente nei successivi provvedimenti, per continuare a fronteggiare l’emergenza che, non illudiamoci, sarà ancora lunga”.

La qualità delle risposte che diamo nel presente – ha poi aggiunto – deciderà la bontà della ripresa, il futuro che inauguriamo, nella consapevolezza che filiera alimentare e interesse nazionale coincidono”.

Lavorare per riprendere i sentieri della normalità”

Bellanova ha inoltre evidenziato come la complessa situazione emergenziale creatasi a seguito della pandemia da Covid 19 richieda, per essere fronteggiata in modo adeguato, la “strettissima collaborazione tra Parlamento e Governo”.  “E’ necessario lavorare subito per riprendere i sentieri di una normalità che dobbiamo saper prefigurare e costruire”, ha aggiunto.

Soluzioni strutturali per far fronte alle criticità

Alcuni settori che rappresentano l’eccellenza del nostro Paese nel mondo, ha sottolineato inoltre la ministra, “oggi sono in grande affanno”. Alle attuali difficoltà legate alla pandemia in corso, infatti, si aggiungono anche “debolezze antiche” rappresentate dai danni già causati da eventi climatici e fitopatologici pregressi. “Queste criticità – ha spiegato Bellanova – attendono soluzioni strutturali, che ci eravamo impegnati a individuare nel collegato agricoltura”.

Carenza di manodopera

Un altro tema toccato dalla ministra nel suo intervento è stata la carenza di lavoratori stagionali e la difficoltà di reperimento della manodopera. Un problema che, ha sottolineato Bellanova, “può mettere in ginocchio irrimediabilmente le lavorazioni e la raccolta dei prodotti”.

Nel nostro settore trovano posto 346mila lavoratori provenienti da 155 Paesi diversi. La nostra agricoltura è un grande laboratorio di integrazione”, ha detto.  

Allo stesso tempo una serie di “lavoratori invisibili, cosiddetti irregolari, 600.000 secondo le stime, vivono in insediamenti informali, sottopagati e spesso sfruttati in modo inumano, persone che nella maggior parte dei casi già lavorano sul nostro territorio, alla mercé, insieme alle imprese a cui danno le braccia, di quella criminalità che chiamiamo caporalato e che per me significa mafia. Nella situazione attuale le condizioni di questi irregolari sono ancora più complicate e fragili e queste persone sono ancora più esposte al rischio sanitario e alla fame. Senza furori ideologici o ipocrisie, cari colleghi e care colleghe, abbiamo il dovere di un’assunzione di responsabilità: o è lo Stato a farsi carico della vita di queste persone o sarà la criminalità a sfruttarla”. 

Ripensare la Pac”

La pandemia, l’emergenza climatica e l’insorgenza di fitopatologie, ha poi spiegato la ministra dell’Agricoltura, fanno emergere l’importanza di tutelare il comparto agricolo in modo più efficace nei momenti di crisi del mercato. “Ciò comporta la necessità di un profondo ripensamento dell’impianto della Pac – ha sottolineato – la politica comunitaria, oggi più di ieri, deve essere più semplice, meno burocratica e soprattutto deve prevedere, per casi di crisi come l’attuale, meccanismi di tutela per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole e la sicurezza della produzione di cibo”.

“Ho intenzione di ribadire con forza questa necessità, come d’altra parte ho fatto in questi mesi, nel prosieguo del negoziato sul futuro della Pac e sul green deal. Affinché l’agricoltura garantisca la tutela del territorio e contribuisca al cambiamento verde, deve essere sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista economico e sociale. Solo così garantiremo un sistema sostenibile di produzione di cibo“, ha aggiunto.

“La politica comunitaria, oggi più di ieri, deve essere più semplice, meno burocratica e soprattutto deve prevedere, per casi di crisi come l’attuale, meccanismi di tutela per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole e la sicurezza della produzione di cibo”

Misure economiche a sostegno del settore

“Il settore agricolo è a pieno titolo nel decreto crediti”, ha detto Bellanova. “Gli anticipi Pac porteranno 1,4 miliardi di euro di liquidità a partire dal mese di giugno. La semplificazione per i pagamenti nazionali ci consentirà ulteriori sblocchi di fondi fermi da tempo. Il decreto Cura Italia, come modificato al Senato, dà ossigeno in questo senso. Abbiamo stanziato 100 milioni di euro per concedere le garanzie in favore dell’agricoltura e della pesca attraverso Ismea. Abbiamo, inoltre, istituito un fondo da 100 milioni di euro per la copertura di interessi sui finanziamenti bancari, sui mutui contratti dalle imprese, nonché per l’arresto temporaneo dell’attività di pesca, compresa quella delle acque interne. Su questo punto, già la prossima settimana potremo condividere un primo testo del decreto attuativo per dare risposte immediate alle aziende”.

Settore florovivaistico

Un altro tema oggetto di attenzione, secondo Bellanova, è il florovivaismo. “Sono consapevole che il comparto ha subito e sta subendo danni enormi e che in certe Regioni è di vitale importanza economica e, per questo motivo, ripresenteremo una proposta specifica nel decreto Cura Italia bis.”

Agriturismi

La ministra ha inoltre menzionato nel suo intervento le difficoltà degli agriturismi. “La sospensione di molte attività produttive e la limitazione degli spostamenti ha colpito duramente anche il settore agrituristico, provocando un crollo economico: riproporrò una proposta di indennizzi nel prossimo decreto-legge anche per questo comparto”.

Rafforzare la nostra filiera alimentare

Bellanova ha infine evidenziato come sia necessario “rafforzare la nostra filiera alimentare e il nostro sistema produttivo, per non trovarci mai più deboli come siamo stati in queste settimane”.

Ciò vale per le linee di politica nazionale di settore e vale anche per la politica agricola comune. Per me questo significa continuare ad affermare la centralità, in Italia e in Europa, della filiera della vita e lavorare per risolvere e affrontare, una per una, puntualmente, tutte le criticità che ne inclinano la forza”, ha sottolineato.


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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.