Promuovere un’edilizia green, favorendo lo sviluppo di processi di rigenerazione urbana sostenibile, l’adozione di nuovi modelli di business per lo sviluppo della smart city e la creazione di percorsi formativi volti a favorire l’inserimento lavorativo di giovani professionisti.
Sono questi alcuni degli obiettivi di Venetian Green Building Cluster, la rete composta dagli operatori veneti del settore dell’edilizia e delle costruzioni, iniziativa riconosciuta dalla Regione Veneto come RIR (Rete Innovativa Regionale).
Il cluster realizzerà progetti di ricerca e innovazione, frutto della collaborazione tra Università del Veneto e piccole, medie e grandi imprese del territorio. L’idea è, da una parte, quella di raccogliere fondi regionali e nazionali; dall’altra quella di rivestire un ruolo nell’aggiornamento professionale del settore e nel dialogo con le amministrazioni.
I promotori
A promuovere l’iniziativa sono il Chapter Veneto di Green Building Council Italia, Confindustria Venezia Rovigo, Fondazione Univeneto, CNA Veneto, ANCE Veneto, Unioncamere Veneto, Confartigianato Veneto, ANACI Veneto. Al momento sono coinvolte nel progetto più di 80 aziende.
Insieme a Piercarlo Romagnoni, Professore di Fisica Tecnica Ambientale dell’Università Iuav di Venezia (uno degli atenei coinvolti) abbiamo approfondito alcuni aspetti del progetto.
Obiettivi del progetto
Qual è la genesi del progetto? Quali sono gli obiettivi?
L’idea di questo progetto è nata nell’ambito di due diversi filoni. Il primo filone è legato alle iniziative portate avanti dall’Università Iuav di Venezia con il Chapter Veneto di Green Building Council Italia per cercare di creare una rete d’azione nel settore dell’edilizia sostenibile. In particolare, per quanto riguarda l’Università IUAV, il focus era su aspetti normativi, legislativi e metodologici volti a supportare i nostri studenti nella ricerca di una collocazione lavorativa efficace nel settore dell’edilizia, un comparto che continua a subire gli effetti della crisi economica.
Il secondo filone è, invece, legato al fatto che l’ANCE Veneto, l’associazione nazionale dei costruttori edili, stava cercando di promuovere sul territorio regionale delle iniziative di studio legate ad aspetti più prettamente economici e strutturali. C’è stata, quindi, una convergenza di visioni e di intenti, poi concretizzatosi in un progetto che si inserisce nella cornice delle azioni delle reti innovative regionali (RIR) di Regione Veneto.
Quali sono le caratteristiche di questa rete?
La rete potrebbe essere definita come un contenitore all’interno del quale bisognerà trovare dei progetti da condividere. Il focus del nostro lavoro sarà quello della promozione della sostenibilità nell’edilizia. Ciò si tradurrà concretamente sia nella costruzione di nuovi edifici green o nell’efficientamento di quelli esistenti, che nella semplificazione dell’accesso dei progettisti a strumenti di supporto di tipo economico (agevolazioni etc.) e nello studio di materiali e tecnologie per la nuova edilizia.
La rete potrebbe essere definita come un contenitore all’interno del quale bisognerà trovare dei progetti da condividere. Il focus del nostro lavoro sarà quello della promozione della sostenibilità nell’edilizia.
Le attività promosse dalla rete
Come si strutturerà concretamente l’attività della rete?
Noi dovremo rispondere a un futuro bando della Regione Veneto con uno o più progetti. I progetti dovranno coinvolgere il più possibile le aziende e gli enti di ricerca presenti all’interno della rete, ma non è detto che coinvolgano sempre tutti. Ogni iniziativa, infatti, verrà portata avanti con quelle realtà che sono specializzate negli ambiti richiesti dalla specificità del singolo progetto. Se, ad esempio, il focus è quello della sicurezza sismica collaboreremo di più con chi si occupa della parte strutturale, della parte costruttiva, dell’impiantistica e dei sensori.
Si tratta, in sostanza, di cercare di ottimizzare il percorso progettuale favorendo collaborazioni e sinergie con l’obiettivo comune di promuovere innovazione.
Un altro elemento fondamentale sarà la promozione di sinergie virtuose con altre reti esistenti all’interno di Regione Veneto. Il bando infatti richiede esplicitamente l’apertura verso altri settori di competenza. Si tratta in sostanza di cercare di ottimizzare il percorso progettuale favorendo collaborazioni e sinergie con l’obiettivo comune di promuovere innovazione. Al momento abbiamo preparato una serie di proposte, si tratta di un ambito molto ampio. Abbiamo cercato di non scendere nel dettaglio perché prima è necessario capire cosa richiederà nel dettaglio il bando della regione.
Può fornirci qualche esempio dei possibili temi al centro dei progetti?
Un primo possibile ambito che abbiamo individuato è quello della preparazione culturale e tecnico-scientifica. Un altro esempio è poi la ristrutturazione del parco edilizio e della produzione energetica di rete, temi molto sentiti. Molti Paesi nel centro e nel nord Europa stanno affrontando infatti la questione dell’energia prodotta a livello di distretti e cluster. In quest’ottica un elemento fondamentale è la valutazione delle implicazioni urbanistico-sociali di progetti di questo tipo. Si tratta di operazioni tecniche che richiedono un approccio diverso, non legato esclusivamente al livello di singolo edificio, ma incentrate su un approccio sinergico tra struttura urbana e servizi primari come ad esempio la mobilità.
C’è un ambito progettuale che ritenete prioritario?
Sicuramente gli edifici scolastici, sono strutture che hanno bisogno di profonde ristrutturazioni. Nello specifico quello che va migliorato non è soltanto il comfort dell’ambiente interno, ma la qualità dell’ambiente interno. Mi riferisco al livello di illuminazione, all’acustica, alla qualità dell’aria. Un aspetto su cui in particolare bisognerebbe puntare è la creazione di edifici che costituiscano un esempio visibile dai cittadini e replicabile. Bisognerebbe entrare in una logica di questo tipo sensibilizzando anche l’utente sul suo contributo a una gestione green degli edifici.
I prossimi step
Quali saranno gli ulteriori step di un progetto di questo tipo, incentrato sulla collaborazione virtuosa tra mondo accademico e mondo industriale?
Il progetto sicuramente contribuisce a promuovere il dialogo tra questi due ambiti. Ora il passo importante da compiere è quello di allargare la rete ad altre realtà. Penso, in particolare, alla rete dei professionisti e alle loro difficoltà di orientarsi in modo efficace tra leggi e normative. In questo senso ulteriori sviluppi saranno legati al supporto normativo degli studi professionali di giovani professionisti. Un altro ambito in cui pensiamo di attivarci è inoltre quello della sensibilizzazione e dell’informazione dei cittadini sui temi dell’edilizia sostenibile.
Venerdì prossimo è fissata la firma dal notaio per la costituzione della RIR, come richiesto dalla Regione per poterla attivare. In quell’occasione verrano indicati i rappresentanti del comitato della rete di innovazione regionale, poi il gruppo dei soci che condivideranno gli intenti. Successivamente si entrerà nella fase operativa, ovvero la preparazione dei progetti per il futuro bando della Regione.
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