LEcittà dovranno svolgere un ruolo cruciale nel percorso che porta al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Green deal. Secondo le stime della Commissione europea, gli agglomerati urbani consumano oltre il 65% dell’energia mondiale e rappresentano più del 70% delle emissioni globali di CO2 prodotte dall’uomo. Attualmente il 75% dei cittadini europei vive nelle città e questa percentuale dovrebbe salire all’80% entro il 2050. In quest’ottica, la riqualificazione energetica e l’ammodernamento degli immobili in chiave di green previsti dal Superbonus 110% sono strettamente correlati al tema più generale della rigenerazione urbana.
La resilienza dell’insediamento passa attraverso un riassetto territoriale decentrato, polifunzionale, reticolare ovvero per un più equilibrato rapporto fra centro, periferia e area extraurbana. Quest’ultimo tema, con particolare riferimento al nostro Paese, dovrebbe essere declinato anche con riferimento alla necessità di un più sostenibile rapporto tra insediamento urbano e aree interne.
Su questi argomenti, Canale Energia ha chiesto il punto di vista del vicepresidente di Green building Italia e direttore generale di Asacert, Fabrizio Capaccioli.
Decreto Sostegni ter e bonus fiscali passando per il caro materiali. Davvero il rischio è lo stop dei cantieri del Superbonus 110%? Questa possibilità sarebbe in relazione all’introduzione di limiti nella cessione dei crediti d’imposta legati ai bonus edilizi.
Sulla vicenda del Superbonus sono stati commessi errori da parte del legislatore e del Governo. Era prevedibile che, ad esempio, la cessione del credito illimitata potesse produrre un illimitato ricorso alle frodi. Cosa del tutto facile da prevedere in un Paese come il nostro dove oltre al malaffare comune c’è anche il problema delle mafie che in quest’affare ci sono entrate senza ombra di dubbio.
Credo che l’aver introdotto un limite di tre passaggi alla cessione del credito sia stata una mossa adeguata, peccato che sia arrivata fuori tempo massimo quando si contano già 4 miliardi di euro sottratti all’erario. Un danno clamoroso di cui qualcuno dovrebbe rispondere. Eppure, il sistema avrebbe potuto prepararsi meglio perché gli strumenti a disposizione per dei controlli davvero efficaci ci sono e basterebbe averli seguiti. Invece, si è preferito dare via libera alla rincorsa degli incentivi senza precauzioni, per il timore di bloccare con la burocrazia l’intero sistema economico in ripresa.
È ovvio che nel momento in cui fai partire gli incentivi e apri i cantieri è difficile fermare la macchina in corsa e riformulare le regole. Questo sì rischia di bloccare i cantieri, ma credo che in questo momento questo rischio sia stato superato.
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Il comparto dell’edilizia, sostenuto dal Next Generation EU, è chiamato ad una trasformazione senza precedenti anche per vincere la sfida degli obiettivi del Green deal. Come si può guidare l’intera filiera verso livelli di sostenibilità più elevati, in termini di progettazione, costruzione e gestione, garantendo allo stesso tempo un ambiente più salubre, sicuro ed efficiente?
Il comparto dell’edilizia è cruciale prima di tutto per il destino dell’ambiente. Il 40% delle emissioni di C02 al mondo proviene dal costruito che è tutt’ora fortemente energivoro ed inquina l’aria. Si pensi che ad esempio in Italia il 70% degli edifici è stato costruito prima del 1980 con sistemi energetici ormai superati.
È evidente che ci troviamo davanti ad una sfida colossale che consiste nel rinnovare il patrimonio edilizio e farla nel più breve tempo possibile, con criteri che ottimizzino i risultati per il clima e per la qualità dell’abitare. In questo senso il Superbonus è un’occasione unica. Ma non basta lasciare al privato l’iniziativa perché il lavoro da fare deve essere condiviso con il pubblico. Green building council Italia, la più grande organizzazione internazionale per l’edilizia sostenibile, lo dice da tempo. Per questo motivo abbiamo avviato una serie di incontri istituzionali in cui l’associazione cerca di sensibilizzare legislatori e decisori per ricostruire insieme, con parametri di massima efficienza energetica, le nostre città.
Milano, ad esempio, sembra avere compreso l’importanza di procedere come sistema e non con interventi sparsi: si pensi all’impegno preso dal Comune nella riqualificazione delle case popolari. La prospettiva deve essere d’insieme, su tutti i quartieri della città. Gbc è pronta supportare le istituzioni di tutta Italia, ma occorre fare presto.
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Recentemente ha dichiarato che sui cantieri occorrono risultati conformi alle aspettative di amministratori e cittadini ma anche trasparenza a garanzia degli investimenti pubblici e privati. Come misurare l’impatto del Superbonus, introdurre sistemi adeguati di controllo e certificare le performance di efficientamento energetico degli edifici?
I sistemi di controllo esistono e sono validati da enti certificati e terzi a livello nazionale. Ai condomini bisogna sempre consigliare di provvedere a stipulare una polizza assicurativa con la centrale appaltante o l’impresa a cui sono affidati i lavori. In quel caso i controlli in cantiere prima, durante e dopo saranno eseguiti regolarmente da un ente certificato. È un’opportunità che consente di evitare brutte sorprese tutelando gli interessi degli inquilini-committenti e per scongiurare frodi. Quello che manca è un controllo a monte.
Sarebbe molto più sicuro se prima di accedere agli incentivi si controllasse la salute finanziaria delle imprese che ne fanno richiesta. Il sistema per farlo esiste ed anche in questo caso si dovrebbe affidare ad un ente di controllo certificato. Ma non è previsto dalla legge. Applicare questa semplice deterrenza avrebbe evitato tutte le frodi ai danni dello Stato che stanno emergendo.
Ma occorre fare i conti con le norme che abbiamo a disposizione. Il consiglio che intendo dare a chi parte con la riqualificazione di un edificio è di provvedere ad assicurare i lavori, fatto che, come abbiamo detto, consente controlli di cantiere accurati, per poi procedere poi alla certificazione delle perfomance di efficientamento energetico. Anche in questo caso ricorrendo ad un ente accreditato.
È molto importante farlo, perché la questione non riguarda soltanto la buona riuscita dell’involucro esterno all’edificio, il cosiddetto cappotto termico, ma la salubrità degli ambienti e quindi la qualità della vita di chi li abita.
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