Il Superbonus 110% può “avviare una stagione di ripresa nella riqualificazione degli edifici”. La misura ha rilanciato l’uso delle pompe di calore e l’efficientamento energetico degli ambienti collettivi. L’intervento di Rosa Filippini, direttore de L’Astrolabio degli Amici della Terra, ha introdotto i lavori della seconda giornata della XII conferenza nazionale per l’Efficienza energetica “Il 110% per gli obiettivi 2030 delle pompe di calore”, che si è svolta online lo scorso 23 novembre.
Superbonus al 110% e pompe di calore
Nello scenario al 2030, Tommaso Franci di Amici della Terra ha illustrato il ruolo preminente delle pompe di calore. “Da sole coprono il 23,6% del consumo di rinnovabili termiche”, ha affermato, “in particolare nel residenziale e nel terziario”. Il Superbonus al 110% ha consentito di rilanciarne l’adozione, ma per far sì di rimanere sotto questa “buona stella” Franci ricorda che bisogna “mantenere il superamento della progressività delle tariffe elettriche, fare un’azione di monitoraggio sull’uso del Superbonus per le pompe di calore e sulla coerenza con gli obiettivi del Pniec, promuovere campagne di formazione per le imprese e di sensibilizzazione per i cittadini”. Ancora più nello specifico, “dovremo integrare gli obiettivi del Pniec nella strategia italiana al 2050 per la riqualificazione dei nostri edifici”.
Fernando Pettorossi, capo gruppo Italia delle pompe di calore in Assoclima, è subito entrato nel vivo del dibattito presentando alcuni numeri del Libro bianco sulle pompe di calore. “Il ruolo delle pompe di calore è centrale: sono in grado di ridurre la punta delle richieste elettriche” in quanto “l’aumento della produzione di energia rinnovabile elettrica diventa un ‘volano’ anche per la rinnovabile termica prodotta dalle pompe di calore”. Questa tecnologia aiuterà a ridurre drasticamente le emissioni climalteranti a patto che, aggiunge Pettorossi, “vivrà un incremento di oltre 32 GWt nel settore residenziale entro il prossimo decennio”.
Sul valore potenziale legato agli strumenti disponibili per l’efficientamento energetico degli edifici si è soffermata Ilaria Bertini, direttore del dipartimento Efficienza energetica dell’Enea. “Abbiamo tante possibilità” e “probabilmente possiamo partecipare in maniera differenziata ai vari meccanismi. Il nostro invito è di partire dall’edificio e di scegliere la soluzione più adeguata”.
Il valore della progettazione integrata
“Sul lungo termine le persone hanno paura del cambiamento climatico come del Covid-19”, ha affermato Stefano Barbera, Soluzioni energia sostenibile – operations soluzioni energetiche condomini e terziario di A2A energy solutions. Questo rappresenta uno stimolo per A2A che “vuole creare una filiera sulle pompe di calore e collaborare con tutti i professionisti del settore”. Con il Superbonus al 110% si inizia finalmente a parlare “di progettazione integrata”, si è costretti “a trovare la miglior formula di intervento” e si rispolverano diverse tecnologie, “quando prima si tendeva a scegliere quella meno costosa e non quella che dava maggiore efficienza”.
In questo momento, dunque, la normativa rappresenta uno stimolo all’adozione di tecnologie diverse. “Molti impianti centralizzati o autonomi possono essere convertiti a pompe di calore, per obblighi di legge, opportunità e convenzioni”, ha rimarcato Gaetano Parisi, education & training manager di Mitsubishi electric. “La direttiva N-zeb e il Pniec favoriscono l’incremento dell’adozione delle rinnovabili” e contribuiscono a stimolare processi condivisi di autoconsumo e di energy community, con impatti reali e sociali.
Comunità energetiche
Anche Davide Raccagni, product marketing manager di Olimpia splendid, ha posto l’accento sulla crescita delle comunità energetiche grazie anche all’adozione delle pompe di calore per il raffrescamento e riscaldamento degli ambienti. “Oggi in Italia ci sono 14,5 milioni di caldaie autonome di cui 10,5 non sono a condensazione”, ha spiegato, “immaginiamo i benefici che potremmo ottenere trasformando l’edificio usando i bonus fiscali esistenti con l’installazione delle pompe di calore elettriche”.
Filippo Busato, presidente di Aicarr, ha ricordato il cambiamento intercorso con il Dlgs 48 del 2020: “Cambia la definizione di impianto termico: prima era solo riscaldamento, oggi include la produzione di acqua calda sanitaria”. La pompa di calore è strategica anche da questo punto di vista perché determina un “cambiamento nell’uso dell’energia”. “Le comunità energetiche cambiano il nostro mondo. (…) L’autovettura può diventare l’accumulo domestico. Ma tutto ciò richiede calcoli precisi e progettazione accurata dei nostri immobili”.
Inquinamento indoor
In riferimento alla modularità dell’offerta, Stefano Battista, area manager di Enel X, ha presentato l’offerta “Vivimeglio per garantire la qualità degli interventi e l’affidabilità dei processi per committenti, professionisti e imprese”.
Uno strumento utile nella progettazione integrata e multidisciplinare per contrastare l’inquinamento indoor. Aspetto sul quale si è soffermato Angelo Spena, professore dell’università di Tor Vergata, che ha evidenziato anche come la pandemia abbia richiesto un “ripensamento degli ambienti interni” e una loro sanificazione per garantirne la sicurezza e il valore economico.
Claudio Carano, product marketing manager di Clivet, è tornato sull’importanza della ventilazione degli ambienti interni per garantirne la salubrità, in particolare nelle scuole. Pertanto, ha dichiarato Luigi Zucchi, direttore commerciale Aermec, “possiamo dire che la pompa di calore è amica dell’ambiente e del portafoglio”. Con questa tecnologia si possono “realizzare impianti nuovi con caratteristiche complete per lavorare sulla qualità dell’aria” oltre che sul ricircolo. Molti studi mostrano che il tasso di RT “migliori moltissimo all’aumentare della ventilazione e aerazione”.
Gaetano Settimo, ricercatore e coordinatore del gruppo di studio nazionale sull’inquinamento indoor dell’Istituto superiore di sanità, ha detto che dopo quarant’anni di lavoro sulla riduzione dell’inquinamento indoor, “meglio conosciuto come sindrome dell’edificio malato”, oggi è bene puntare su un approccio integrato che preveda la scelta di materiali di qualità, la redistribuzione degli spazi e la cultura della prevenzione. Questo lavoro, confluirà nel piano nazionale sulla qualità dell’aria indoor attualmente in fase di stesura.
La maturità tecnologica delle pompe di calore e la riduzione dei consumi con il Superbonus 110%
In chiusura dell’evento “Il Superbonus 110% per gli obiettivi 2030 delle pompe di calore”, Tullio Berlenghi, capo segreteria tecnica del ministero dell’Ambiente, ha evidenziato che a livello nazionale il primo obiettivo è la “riduzione della domanda di energia: non c’è sistema migliore di quello che richiede minore energia”. Si raggiunge. ha proseguito, riducendo gli sprechi e migliorando l’efficientamento energetico. “È stato riconosciuto che le pompe di calore potranno dare il proprio contributo, sono citate nel Pniec 24 volte. Inoltre, considerato il loro rendimento avranno crescente peso nel mix termico-rinnovabile, ulteriormente supportato dal progresso tecnologico del settore”.
Stefano Bellò, vicepresidente di Assoclima, ha espresso soddisfazione per il riconoscimento delle pompe di calore “come tecnologia di energia rinnovabile”.
Serve, però, “semplificazione degli interventi (Ecobonus, Conto termico, Certificati bianchi) e unificazione di questo approccio”. Per riuscirci, da un lato occorre “strutturare gli interventi che hanno dimostrato di produrre avanzo primario”. Dall’altro, in vista delle nuove normative europee che punteranno sull’efficienza integrata edificio-impianto, bisognerà “riordinare i requisiti tecnici creando un testo unico degli incentivi per l’efficienza energetica”. Infine, ha concluso Bellò, bisognerà “garantire una convertibilità del 110% nel 65% laddove dovessero emergere vizi di forma”.
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