La geotermia a bassa entalpia si pone come fonte rinnovabile strategica per la produzione elettrica al posto del gas, una chance strategica vista la crisi energetica in corso. Per poter entrare in gioco a pieno regime è necessario sbloccare alcuni passaggi in corso a livello normativo. Per questo il Consiglio Nazionale Geologi, organo di rappresentanza istituzionale di circa 14.000 geologi professionisti italiani, ha inviato una proposta relativa al Decreto Ministeriale per la disciplina delle piccole utilizzazioni geotermiche al Ministero della transizione ecologica.
La richiesta è che si regolamentino a livello nazionale gli impianti a bassa entalpia, in attuazione dell’art. 15 del 1° Marzo 2022 N. 17. Una scelta che consentirebbe l’installazione fino ad 1 milione di impianti in ambito locale con conseguente consistente risparmio nelle bollette delle famiglie.
Un risultato del “tavolo tecnico permanente” per la geotermia a bassa entalpia
Tale decreto nasce dal “tavolo tecnico permanente” che ruota intorno al coordinamento della “Piattaforma Geotermia” a cui aderiscono le Associazioni del settore, nonché importanti Enti Pubblici e privati, Istituti scientifici e ministeriali.
Il presidente Francesco Violo dichiara: “nell’ambito dell’energie rinnovabili, la geotermia sta assumendo sempre maggiore importanza, dato che il Ministro ha condiviso negli Stati Generali della Geotermia che si sono tenuti a Roma nello scorso mese di giugno, costituendo una importante fonte energetica alternativa caratterizzata da continuità e programmabilità della produzione ad elevata sostenibilità. Su questa sfida il Consiglio Nazionale dei Geologi si sta impegnando”.
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