In Italia bisogna favorire la diffusione degli smart building, che trova invece difficoltà nel prendere piede, nonostante il Superbonus. Infatti, gli investimenti nelle tecnologie connesse all’edilizia intelligente, nel 2020 sono stati pari a 7,67 miliardi di euro, diminuiti dell’11% rispetto al 2019. Pare che, solo nel 2024 si riuscirà a tornare ai livelli pre pandemici. Inoltre, per ridurre le emissioni, bisognerà che anche gli edifici, responsabili del 40% dei consumi energetici, vadano rivisti in un’ottica di efficienza energetica.
“La Commissione Europea ha tracciato un percorso molto chiaro che deve condurre alla completa decarbonizzazione di tutti i settori, compreso quello degli edifici”, afferma in nota stampa Federico Frattini, vicedirettore dell’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, che lo scorso 4 novembre ha presentato il terzo Smart building report del Politecnico di Milano. “Ma gli obiettivi europei di edifici a zero emissioni potranno essere raggiunti solo attraverso ingenti investimenti che portino a ridurre i consumi, aumentare la penetrazione delle fonti rinnovabili e installare infrastrutture digitali per gestire correttamente i carichi termici ed elettrici. Per quanto riguarda l’Italia, gli stanziamenti previsti dal Pnrr sono certamente un buon inizio, ma non bastano”.
Il risparmio energetico non è sufficiente
Quando si parla di smart building non ci si riferisce solamente al risparmio energetico di un edificio, ma anche a tutti quegli impianti gestiti in maniera automatizzata, così da minimizzare i consumi e garantire tutti i comfort. Fondamentale in questo senso la sensoristica, che consente di monitorare le prestazioni di un impianto e intervenire tempestivamente in caso di guasto.
Nel 2020 fermi gli investimenti nell’edilizia intelligente
Nel 2020, in Italia, gli investimenti nell’edilizia intelligente, compreso sia il settore residenziale che terziario, si sono fermati a 7,67 miliardi di euro, mentre avevano superato gli otto miliardi nell’anno precedente. Il 63% della spesa ha interessato le building devices & solutions, il 16% la sensoristica finalizzata alla raccolta dati, il 15% le piattaforme di gestione e controllo e il 6% le infrastrutture di rete. Quasi cinque miliardi di investimenti vanno su riduzione dei consumi e sostenibilità. Il 27%, pari a 1,3 miliardi di euro, è la spesa per il comfort abitativo, mentre quella per la sicurezza degli abitanti e degli asset si assesta a un miliardo di euro (20%).
Le tecnologie destinante a crescere
Nel prossimo futuro, si diffonderanno notevolmente alcune tecnologie quali: gli impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo, spinti anche dalla direttiva Red II, i punti di ricarica privati e l’illuminazione intelligente, che secondo le previsioni potrebbero più che decuplicare. Nel 2020, gli investimenti in automation technologies e nelle piattaforme di gestione e controllo hanno superato i 2,3 miliardi di euro, ma entrambi risultano in calo di circa il 7% se paragonati al 2019.
Scenari: dal 2021 tutte le tecnologie cresceranno
Tenendo in considerazione differenti fattori, sono stati ipotizzati tre possibili scenari di sviluppo del mercato degli smart building, in base al prevalere di variabili negative o positive. Nello scenario intermedio, si prevede una tendenza a crescere di tutte le tecnologie a partire dal 2021, eccetto il fotovoltaico senza accumulo, il solare termico e le superfici opache.
Il Superbonus
Il forte interesse per il Superbonus è confermato dai dati dell’Agenzia delle Entrate: presentate oltre 37mila dichiarazioni di conformità al 31 agosto 2021, per un valore di 5,7 miliardi di euro, ovvero 6,2 miliardi di detrazioni. I condomìni sono interessati dal 47% del totale, nonostante sia stato effettuato solo il 13% delle richieste.
Dal confronto con gli operatori di mercato, emerge però la necessità di sviluppare un sistema di incentivi che abbia una visione almeno di medio periodo, così che la prospettiva temporale degli interventi sia superiore almeno ad un anno, con la certezza di riuscire a completare i lavori. Sorge poi un problema dovuto all’aumento del costo dei materiali, nonchè ostacolo agli investimenti. Infatti, il Superbonus 110% ha fatto lievitare i prezzi, riducendo notevolmente i margini degli operatori e incidendo anche sulla volontà dei clienti di fare gli interventi.
Il ruolo sempre più rilevante della cybersecurity
Il fatto che gli edifici e i dispositivi connessi alla rete aumentino, li rende sempre più esposti agli attacchi informatici e le conseguenze potrebbero andare dalla perdita di dati ai rischi per la sicurezza di chi ci abita. Ma nuove normative dovrebbero nel prossimo futuro far fronte a queste problematiche.
Le startup internazionali e nostrane del settore
Le startup attive in ambito building devices & solutions sono le più numerose, pari al 62%, quasi la metà si trova nel settore energia e offre soluzioni integrate. Sono in gran parte europee, ma anche americane o israeliane, fondate tra il 2016 e il 2020. Le startup americane, seppur in minoranza, attraggono maggiori investimenti di quelle europee. In Italia, hanno sede 25 startup che per l’84% si collocano nell’ambito del building devices and solutions.
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