Un approccio efficace alla cura e alla tutela della salute degli individui deve adottare una visione olistica, che non escluda l’analisi della qualità dell’ambiente circostante. Si tratta di un modus operandi che vede in un ruolo di primo piano la capacità di preservare una situazione di equilibrio dell’organismo, considerato come un sistema dinamico. E’ stato questo il tema chiave emerso da un convegno organizzato ieri a Milano nella sede di Guna, azienda specializzata nella produzione e distribuzione di medicinali omeopatici. Un incontro durante il quale sono stati illustrati i vantaggi legati alla medicina ambientale.
Ambiente e salute, un “binomio indissolubile”
“Ambiente e salute costituiscono un binomio indissolubile – ha spiegato Antonio Maria Pasciuto, Presidente Assimas (Associazione Italiana di Medicina Ambientale e Salute) – noi siamo dei sistemi aperti, in continuo interscambio con l’ambiente, quindi è fondamentale che l’ambiente che ci circonda sia salubre”.
Rischio di patologie in aumento
Attualmente, ha spiegato Pasciuto, la salubrità dell’ambiente è peggiorata rispetto al passato influenzando in modo rilevante anche la nostra salute. “Negli ultimi 50 anni – ha sottolineato il medico – fenomeni come lo sviluppo industriale e la creazione di una serie di molecole nuove ha fatto sì che le sostanze chimiche potenzialmente tossiche con cui entriamo in contatto siano molto più numerose rispetto al passato. Di conseguenza aumenta anche il rischio di ammalarsi per l’esposizione a queste sostanze”.
Qualche numero
Tanti sono, ad esempio, gli studi scientifici che hanno suffragato il nesso tra l’inquinamento atmosferico e la salute. Solo per citare qualche numero, sono circa 524 mila le persone che secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, muoiono prematuramente per patologie che hanno tra le concause l’inquinamento. Se nello specifico prendiamo in considerazione l’Italia emerge come il nostro paese, stando all’ultimo report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, sia al primo posto in Europa per le morti premature causate da biossido di azoto (20.500 ogni anno) e ozono (3.200) e al secondo posto per quelle causate da polveri sottili pm2.5 (60.600). In totale in Italia si registrano circa 100 morti al giorno legate all’esposizione a queste sostanze.
Le patologie
Tante le patologie che hanno tra le concause anche l’inquinamento: dai problemi respiratori a quelli cardiaci fino alle neoplasie. Alcune, in particolare, sono definite “emergenti” come, ad esempio, la Sensibilità Chimica Multipla (MCS), la Fibromialgia (FM), la Sindrome da Stanchezza Cronica (CFS) o la Sindrome dell’Edificio Malato (SBS).
L’approccio clinico verso queste malattie, ha sottolineato Pasciuto, deve prendere in considerazione in modo serio la qualità dell’ambiente circostante adottando una “diagnosi eziologica” che consideri l’individuo al di là del singolo sintomo manifestato. Valutando anche la salubrità dell’ambiente in cui il paziente vive si può, infatti, intervenire in modo efficace identificando il “fattore di disturbo” che interferisce con l’equilibrio dell’organismo.
Tossine e matrice extracellulare
Sulla salute intesa come equilibrio tra organismo e ambiente si è soffermato, nel corso dell’incontro, anche Alessandro Perra, Direttore Scientifico GUNA S.p.a, che ha spiegato come un ruolo chiave nella salute dell’organismo sia rivestito dalla matrice cellulare. Le tossine, ha spiegato Perra, si depositano in questo tessuto che è “fondamentale per la comunicazione cellulare” riducendone la plasticità. In questo modo si riduce anche l’interazione tra le cellule e si favorisce lo sviluppo di malattie infiammatorie.
L’importanza della consapevolezza
Ma come si può favorire quest’approccio olistico e improntato alla valutazione sinergica di organismo e ambiente? Un elemento importante è quello di diffondere maggiore consapevolezza tra i cittadini. In questo senso risulta fondamentale, secondo Pasciuto, il “compito dei giornalisti e dei medici” che devono, ciascuno nel proprio ambito lavorativo, promuovere un’informazione “corretta”. Solo la consapevolezza può, infatti, rappresentare quella forza propulsiva che porta i cittadini ad agire in modo concreto per migliorare la qualità dell’ambiente in cui si vive e di conseguenza la propria salute.
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