Il ruolo del digitale per l’ottimizzazione energetica dell’Italia

Anticipati al forum di Cernobbio i dati dello studio che guarda alla decarbonizzazione nell’era della generative AI

loscenario net zero al 2050 prevede che il digitale contribuirà al processo di decarbonizzazione abbattendo, direttamente e indirettamente, il 53% delle emissioni. In base a queste previsioni, dati e intelligenza artificiale rappresentano il collante per la creazione di un sistema di ottimizzazione energetica efficace. Tuttavia, la possibilità di adottare strumenti digitali per il raggiungimento di tale obiettivo dipende da tre fattori chiave, abilitati da una giusta collaborazione ecosistemica: qualità e disponibilità dei dati, definizione di una chiara governarce, coordinamento e connessione di diversi settori.

È quanto emerso alla conferenza stampa di presentazione dei primi dati della ricerca Ottimizzazione e autonomia energetica nell’era della generative AI, realizzata da Teha Group in partnership con l’operatore Siram Veolia, che si è svolta il 6 settembre nell’ambito del programma dei lavori del 50° forum di Cernobbio. Hanno illustrato la mission e gli obiettivi dell’iniziativa che propone di porre le basi per un’azione coordinata e lungimirante: Lorenzo Tavazzi, senior partner e responsabile scenari & intelligence di Teha Group; Emanuela Trentin, ceo di Siram Veolia; Alessandro Viviani, associate partner di Teha.

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Da sinistra: Lorenzo Tavazzi, Emanuela Trentin, Alessandro Viviani.

Decarbonizzare l’Italia, i settori strategici: industria e Pa

L’anticipazione del report, che sarà presentato integralmente il prossimo 28 novembre a Roma per individuare le proposte di azione, si focalizza sull’obiettivo di valorizzare il contributo di un approccio sistemico basato sull’ottimizzazione energetica e il ruolo del digitale come leva per accelerare il processo di transizione eco-digitale e di efficientamento del Paese, con particolare attenzione a due settori strategici: industria e Pubblica amministrazione.

Secondo quanto sottolineato, il settore industriale e della Pa sono quelli che possono maggiormente beneficiare dell’ottimizzazione energetica. Per quanto riguarda l’industria, le scelte di policy comunitarie, come l’Ets, impattano sulla competitività rendendo l’efficientamento uno strumento prioritario di decarbonizzazione. Lo studio rivela che al 2050 il solo meccanismo Ets impatterà tra il 15% e il 33% del valore aggiunto generato dai settori energivori: “L’industria necessita quindi di energia sostenibile e accessibile per poter tutelare la propria competitività, valorizzando soluzioni efficienti e adottando approcci di filiera e tecnologie che sfruttino le opportunità offerte dalle nuove molecole verdi” viene messo in risalto nello studio.

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Dall’altro, gli edifici della Pubblica amministrazione devono raggiungere obiettivi di efficientamento (3% annuo al 2030) e di riduzione dei consumi energetici (pari all’1,9%) con riferimento a tutto il patrimonio edilizio esistente. Nonostante questi obiettivi attesi dalla Direttiva UE 2023/1791, si è registrata una netta riduzione del tasso medio di riqualificazione degli edifici pubblici dal 4,1% del 2018 al 0,7% registrato al 2022, ben 2,3 punti percentuali distante da quanto previsto.

Il ruolo del digitale per l’efficienza energetica del Paese

Guardando all’indice di intensità energetica, la ricerca evidenzia che l’Italia ha progressivamente perso vantaggio competitivo con un efficientamento che si attesta a -14% negli ultimi ventidue anni, la metà della media UE.

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Per recuperare competitività, la traiettoria indicata dallo studio è porre le basi di un modello di smart sector integration, basato sulle interdipendenze settoriali che consenta di massimizzare i benefici della transizione energetica e l’impatto sociale per la collettività, migliorando l’efficienza complessiva. Questo richiede la valorizzazione di tutte le leve disponibili, tra cui: rinnovabili, fuel switch, storage, condivisione e aggregazione di energia distribuita.

Secondo il modello proposto dallo studio, l’intelligenza artificiale potrebbe offrire numerose opportunità per l’ottimizzazione energetica. L’utilizzo di strumenti AI in tale ambito potrebbe rappresentare un test per lo sviluppo digitale della Pa, creando un ambiente ideale per la sperimentazione di soluzioni tecnologiche. Serve però capacità di agire per una vera trasformazione del sistema. Significativa per l’innovazione e l’implementazione efficace di soluzioni innovative è la presenza di un sistema capace di promuovere:

  • dati interoperabili, puliti e in quantità sufficienti quale elementi chiave per lo sviluppo e l’adozione di soluzione di AI;
  • una governance strategica per sviluppare soluzioni tecnologiche in modo efficiente e sostenibile;
  • maggiore coordinamento e connessione di diversi settori per migliorare l’efficienza complessiva e promuovere la sostenibilità.

Sostenendo lo sviluppo di nuovi servizi avanzati, il modello proposto dallo studio chiarisce che le tecnologie digitali possono contribuire ad ottimizzare gli ecosistemi energetici “abilitando la flessibilità necessaria a gestire la crescente penetrazione di rinnovabili intermittenti e dello storage”. In un ambito di competizione globale, le sfide che l’Italia deve affrontare sono dominanti per recuperare competitività, e le anticipazioni fornite sullo studio indicano che la strada da seguire, accelerando l’utilizzo degli strumenti digitali, è plasmare un approccio sistemico integrato che ottimizzi le risorse energetiche e amplifichi i benefici della transizione.

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.