Imprese e famiglie stanno facendo fronte a prezzi del gas più che quadruplicati dall’anno scorso, ma per delle soluzioni nel lungo periodo, i leader europei devono mettere fine alla loro dipendenza dai combustibili fossili. Inoltre, le crescenti tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina ribadiscono che l’Europa ha bisogno di un approvvigionamento locale e sicuro di energia rinnovabile riducendo il consumo di gas.
Quest’ultimo è utilizzato per oltre il 40% per riscaldare edifici e case che non sono ben isolate, infatti già prima della crisi del gas, 50 milioni di europei, o una famiglia su quattro, avevano difficoltà a riscaldarsi. Anche le famiglie che non erano personalmente esposte alla minaccia della povertà energetica, ne sono state direttamente colpite.
L’ “Ondata di ristrutturazioni” europea potrebbe non bastare
Bruxelles ha già promesso una “Ondata di ristrutturazioni” come parte del Green Deal europeo. Poco prima della fine dell’anno scorso, la Commissione europea ha proposto una nuova legge per rinnovare gli edifici, mettendo a disposizione circa 18 trilioni di euro, compresi 670 miliardi di euro dal Fondo di recupero, un terzo dei quali è destinato a misure per il cambiamento climatico.
Questa è una grande opportunità economica per ricostruire l’economia post-pandemia e avvicinarsi al net zero: le ristrutturazioni infatti, possono creare milioni di posti di lavoro, soprattutto per le piccole imprese. Solo in Spagna, secondo i sindacati, possono creare lavoro per quasi mezzo milione di persone.
In tutta Europa, le case con prestazioni più scadenti in termini di efficienza energetica sono occupate da famiglie a basso reddito che finora non hanno potuto ristrutturare. Puntare su queste abitazioni può ridurre la povertà energetica e contribuire a migliorare qualità dell’aria e salute pubblica.
Le misure ritenute insufficienti
Ma l’ ”Ondata di ristrutturazioni” promossa dalla Commissione europea per alleviare la povertà energetica e rinnovare oltre 35 milioni di edifici, sembra essere insufficiente, in quanto gli strumenti finora proposti non sembrano del tutto adeguati e sono fuori dalla portata dei poveri energetici europei.
Con la nuova proposta pubblicata a metà dello scorso dicembre, la Commissione ha fatto un passo importante per introdurre gli Standard minimi di prestazione (Meps) nel settore residenziale, un passo significativo per dare priorità alle ristrutturazioni delle abitazioni più povere d’Europa, con il potenziale di ridurre le bollette energetiche e garantire condizioni di vita decenti. Con il 15% delle abitazioni da ristrutturare nella fascia “peggiore”, questo è certamente un inizio, tuttavia, molti dettagli del pacchetto sono poco convincenti.
Troppa discrezionalità lasciata agli Stati membri
I piani attuali, nel migliore dei casi rischiano di fornire ristrutturazioni superficiali, poiché la Commissione ha lasciato elementi cruciali a discrezione degli Stati membri. L’attuale revisione richiede solo ai Paesi di rinnovare gli edifici “con le peggiori prestazioni” per raggiungere lo standard energetico F entro il 2030 ed E entro il 2033.
Questo potrebbe significare che, le famiglie vulnerabili riceveranno poco più che lampadine a Led per uscire dalla fascia di alloggi con le peggiori prestazioni, a meno che gli Stati membri non decidano di mettere in atto obiettivi più elevati.
Inoltre, il Deep renovation standard è attualmente fissato al 30% di risparmio energetico e difficilmente un impegno di questa entità riuscirà a fornire case altamente efficienti e decenti agli europei.
Una nota positiva è che la revisione richiede agli Stati membri di fornire garanzie finanziarie e sociali insieme ai nuovi standard. Questo è fondamentale per proteggere le famiglie vulnerabili, in particolare nel settore residenziale privato, da potenziali aumenti degli affitti o da problemi di accessibilità agli alloggi.
Decarbonizzare più velocemente
Per quanto riguarda la decarbonizzazione, questa direttiva era un’opportunità fondamentale per mettere le famiglie energeticamente povere in prima linea nella transizione energetica. Sono state prese delle misure per eliminare gradualmente i combustibili fossili nei nuovi edifici entro il 2030, ma gli edifici esistenti sono ancora troppo indietro, con piani di decarbonizzazione da fissare per il 2040. Questo mette in pericolo gli obiettivi climatici, dato che il riscaldamento residenziale contribuisce a più del 12% delle emissioni totali di carbonio dell’UE e rischia di creare anche una maggiore disparità tra coloro che possono e non possono partecipare alla transizione energetica.
Infine, i nuovi Brap (Building renovation action plans) richiedono agli Stati membri di delineare la riduzione della povertà energetica, in modo simile agli attuali requisiti delle Long term renovation strategies.
Tuttavia, non ci sono obblighi per gli Stati membri di progettare e fornire programmi di ristrutturazione profonda, e si parla poco di schemi One-Stop-Shop su misura per le famiglie difficili da raggiungere, che sono tipicamente escluse dai programmi tradizionali.
Infine, il sostegno finanziario ad hoc per le famiglie vulnerabili, a basso reddito o povere energetiche, è cruciale poiché sappiamo che il finanziamento è la principale barriera alle ristrutturazioni profonde, e anche i prestiti a tasso zero si sono dimostrati inaccessibili a questo gruppo target.
Il Fondo sociale per il clima
Il Fondo sociale per il clima è un altro strumento dell’UE che, per quanto costituisca un inizio, con così tante priorità in competizione, non sarà in grado di fornire la scala di ristrutturazioni necessarie senza molti più fondi a disposizione.
La Commissione ha spinto gli Stati membri nella giusta direzione per fornire supporto finanziario a coloro che si trovano in condizioni di povertà energetica, ma ci sarà bisogno di una spinta molto più forte per stimolare i fondi e fornire i programmi necessari alle famiglie energeticamente povere.
Gli standard minimi di rendimento energetico sono un buon inizio per affrontare l’indecente crisi degli alloggi in Europa, ma c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che ogni europeo abbia accesso all’energia pulita a prezzi accessibili, in una casa decente che non costi troppo.
Spetta ora al Parlamento e al Consiglio migliorare gli standard e il sostegno finanziario per rispettare l’impegno dell’”Ondata di ristrutturazioni” per i poveri energetici in Europa.
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