Risparmio energetico, i dati ENEA sull’impatto ambientale, sociale ed economico

Presentati a Roma i risultati dei rapporti annuali su efficienza energetica e detrazioni fiscali.

“Quello dell’efficienza energetica è uno dei grandi temi del momento, che va a inserirsi nella sfida della transizione ecologica. Alla COP28 sono stati compiuti grandi passi avanti, come l’avvio di un percorso per il superamento dell’utilizzo dei combustibili fossili. L’Italia dovrà lavorare molto sull’adeguamento delle reti di distribuzione dell’energia e sull’efficientamento energetico dei fabbricati”. È con queste parole che il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha introdotto la conferenza di presentazione dei rapporti annuali su efficienza energetica e detrazioni fiscali dell’ENEA, il 14 dicembre a Roma.

Gli obiettivi europei

Il presidente dell’Agenzia, Gilberto Dialuce, ha ricordato come la crisi energetica ci abbia portato a comprendere quanto il risparmio di energia sia importante sia nell’ottica della decarbonizzazione, sia sul piano della sicurezza degli approvvigionamenti. È anche per questo che, accanto all’obiettivo di aumentare la quota di fonti rinnovabili nel mix energetico al 42,5 per cento, l’Unione europea si è posta anche un importante obiettivo di riduzione dei consumi (11,7 per cento entro il 2030) e di riqualificazione del patrimonio edilizio (con l’Energy Performance of Buildings Directive, EPBD). Ha poi proposto di raddoppiare il tasso annuale di miglioramento dell’efficienza energetica su scala globale, target incluso nel documento finale della COP28.

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Le opportunità per l’Italia

“Il taglio annuo dei consumi dovrà salire all’1,3 per cento nel 2024-2025, per poi passare all’1,5 per cento nel 2026-2027, arrivando all’1,9 per cento nel 2028-2030, in base alla nuova Energy Efficiency Directive (EED 3)”, ha spiegato Alessandro Fiorini, del Dipartimento per l’efficienza energetica dell’ENEA.

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“Il recepimento della direttiva, in Italia, si traduce nel PNIEC”. E il potenziale delle misure lo si evince dai dati relativi al 2022: stando al report ENEA, gli interventi di efficientamento energetico hanno generato un risparmio record di tre miliardi di euro nella fattura energetica nazionale, pari a un taglio di 2,512 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) e di 6,5 milioni di tonnellate di emissioni di CO₂. Al raggiungimento di questi risultati hanno contribuito le detrazioni fiscali (Ecobonus, Bonus Casa e Superbonus) con un risparmio di 1,363 Mtep, pari al 54,3 per cento del totale.

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Un focus su edilizia e imprese

“Per quanto riguarda le imprese, l’analisi di 533 diagnosi energetiche ci ha permesso di stimare un risparmio di 15,8 Ktep di energia primaria e 3,3 Ktep di energia finale”, ha continuato Fiorini. “Dall’analisi degli APE, invece, abbiamo visto come gli edifici in classe F e G siano passati dal 57,4 per cento del 2021 al 52,7 del 2022. C’è comunque una prevalenza di immobili costruiti non prima del 1976, che rappresentano il 58,7 per cento del totale”.

Efficienza imprese

La lotta contro la povertà energetica

Nell’EED 3 c’è anche una nuova definizione di povertà energetica (che riprende in realtà una serie di definizioni già formulate in precedenza). La direttiva stabilisce che contrastare questo fenomeno non è più da considerarsi come una semplice opzione. Gli indicatori EU-SILC, ovvero i ritardi nel pagamento delle bollette e le difficoltà a scaldare l’abitazione, mostrano tendenze contrapposte: fra il 2021 e il 2022 i ritardi sono diminuiti dal 6,5 al 5 per cento, mentre le difficoltà sono aumentate dall’8,1 all’8,8 per cento. L’Osservatorio italiano sulla povertà energetica (OIPE), che ha sviluppato un indicatore alternativo per interpretare questi dati, evidenzia come nel 2021 la percentuale di famiglie italiane in povertà fosse pari all’8,5 per cento.

Povertà energetica

Una strategia che guardi al futuro

Alla presentazione dei rapporti ha fatto seguito una tavola rotonda moderata da Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento per l’efficienza energetica dell’ENEA. “Gli interventi di ristrutturazione dal 1998 a oggi hanno creato occupazione e favorito un settore trainante dell’economia, ma è importante avere una visione, guardare al lungo periodo e garantire la tenuta dei conti pubblici. Abbiamo delle responsabilità nei confronti di famiglie e imprese”, ha commentato Alberto Gusmeroli, presidente X Commissione della Camera dei deputati (Attività produttive, commercio e turismo).

Sulla necessità di avere una visione comune di ampio respiro ha concordato Massimo Deldossi, vicepresidente Associazione nazionale costruttori edili (ANCE). “Serve maggiore chiarezza normativa, senza continui cambi di paradigma. Inoltre, riteniamo che sia importante puntare sulla neutralità tecnologica, prestando attenzione alle esigenze di una popolazione anziana, alle fasce vulnerabili e ai mutamenti climatici che stanno portando mediamente a estati più calde e inverni più miti. Proponiamo, infine, la creazione di una piattaforma nazionale dei dati dell’edilizia”.

Lo stesso vale anche nel settore dei trasporti: “Con un contesto ambientale così critico, nessuno può vincere la sfida da solo. Pochi salirebbero su un treno senza sapere dove andare. Per questo, anche se la concretezza piace molto, bisogna fare anche un po’ di filosofia. Il ruolo dei trasporti è decisivo. Non c’è più tempo: nonostante le difficoltà, riconosciamo che occorre accettare la sfida”, ha detto Fabrizio Molina, direttore generale Agenzia confederale dei trasporti e servizi (AGENS).

Le PMI, protagoniste della transizione green e digitale

Francesco Napoli, vicepresidente Confederazione italiana piccola e media impresa (CONFAPI), si è concentrato invece sul ruolo delle PMI che “guardano alla transizione digitale come a un orizzonte imprescindibile e un’opportunità di sviluppo e di crescita del mercato del lavoro. Le imprese devono però essere messe nelle condizioni di riconvertire i loro sistemi produttivi in chiave green e digitale. Servono informazione e formazione, insieme alla razionalizzazione degli incentivi e alla semplificazione delle procedure burocratiche”.


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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.