Dal 19 al 21 novembre si terrà, in modalità online, il pre-vento della manifestazione ‘The economy of Francesco’. L’iniziativa è voluta da Papa Francesco e punta a coinvolgere giovani imprenditori, economisti e sostenitori dello sviluppo sostenibile, favorendo il confronto su un nuovo modo di concepire l’economia. Un approccio, ispirato all’enciclica Laudato sì, che intende porre al centro le questioni sociali, evitando che gli ultimi restino esclusi dai benefici del percorso tracciato dal Green deal europeo.
I villaggi tematici di ‘The economy of Francesco’
The economy of Francesco si articola in 12 villaggi tematici. Dodici percorsi di confronto su questioni chiave legate allo sviluppo sostenibile, inteso si da un punto di vista sociale sia da un punto di vista ambientale. Tra questi uno è dedicato alla questione della povertà energetica, a cui partecipa come aiutante custode Fabio Gerosa, presidente di Fratello sole, società consortile non a scopo di lucro, che si occupa di sostenibilità dedicata esclusivamente agli Enti del terzo settore italiano e agli enti religiosi. Insieme a lui abbiamo parlato di come è stata declinata la questione della povertà energetica nell’ambito dell’evento.
Da dove è nata la decisione di dedicare uno dei 12 villaggi tematici al problema della povertà energetica?
Abbiamo deciso di approfondire la questione della povertà energetica, perché il tema dell’energia è legato a doppio filo al tema dell’accesso ai diritti. Con l’energia si può cucinare, studiare di sera quando non c’è più luce, ma anche connettersi al mondo tramite la rete internet. L’energia è uno degli elementi più importanti per l’emancipazione dei poveri e per il miglioramento delle loro condizioni di vita. L’energia è inoltre un tema legato alla questione del cambiamento climatico e della transizione energetica verso uno sviluppo sostenibile. Nello specifico abbiamo di fronte un percorso virtuoso incentrato sul New green deal, che porterà un cambiamento epocale verso forme di energia pulita. Tuttavia questo cambio di paradigma ha, allo stesso tempo, il grossissimo rischio di lasciare indietro i più poveri. Ovvero chi non può permettersi di trasformare la propria vita attraverso comportamenti green virtuosi: avere una macchina elettrica, un pannello fotovoltaico, un accumulatore e così via, sono azioni legate ai costi e quindi a chi se lo può permettere. In quest’ottica, l’affermazione di papa Francesco: “Il grido della Terra è il grido dei poveri” ci interpella.
Nel momento in cui ci apprestiamo a entrare nell’epoca green dobbiamo stare attenti a non favorire per così dire ‘un green divide’. Ovvero dobbiamo evitare che qualcuno entri a far parte di questo mondo più pulito e salubre e qualcuno invece non possa farlo. Noi abbiamo riassunto questo concetto nel claim ‘social green deal’, sottolineando la necessità di mettere tutti nella condizione di fruire dei benefici della decarbonizzazione. Anche perché se una persona si ammala di meno, grazie a una minor esposizione ad ambienti inquinati, è tutta la società che ne guadagna e non solo il singolo individuo, grazie ad esempio a una spesa sanitaria inferiore. La necessità di non lasciare indietro nessuno in questa transizione è cogente ed è il messaggio che vorremmo suggerire con questo villaggio.
Come concretamente si struttureranno le diverse attività?
I protagonisti di tutti i villaggi tematici sono i giovani, chiamati da papa Francesco da tutto il mondo a confrontarsi sulle diverse tematiche, tra cui anche quella della povertà energetica. Questi ragazzi elaboreranno delle nuove idee di rottura per cambiare gli attuali paradigmi del mondo economico. Il tutto in maniera analoga a quanto fatto da San Francesco che, nella piazza di Assisi, si spoglia di tutti gli averi del padre Bernardone, ma anche del modello economico che gli ha trasmesso, per ripensarli in funzione dei poveri e del rispetto del creato. Il Papa chiede ai giovani e a noi, la stessa cosa: essere profetici e spezzare questo modo di intendere l’economia esclusivamente votata al profitto. Un’economia che sfrutta in maniera irrispettosa le persone e le risorse della Terra. In questo senso la sfida è passare a un’economia che sia più solidale e orientata al bene comune, una economia contemplativa che ci vede abitanti, tutti, della “Casa comune”.
Tornando invece agli aspetti organizzativi, ogni villaggio è coordinato da un custode ed è articolato in una serie di gruppi di lavoro dei giovani, lectio magistralis, web in air, incontri, dibattiti in cui viene data centralità alla voce dei giovani, che esporranno nell’incontro di novembre le proposte elaborate nel corso di un anno e mezzo di lavoro e confronto.
Inizialmente l’evento doveva tenersi a marzo in presenza ad Assisi, con 2000 giovani provenienti da tutto il mondo. Poi il Covid ha fermato tutto e abbiamo riprogrammato questo pre-evento a novembre, in modalità online. Nello specifico quest’appuntamento rappresenta una tappa di avvicinamento verso la manifestazione di novembre 2021, dove è previsto che il Papa firmi un “patto” con questi giovani di tutto il mondo.
Entrando più in dettaglio quali temi specifici sono stati affrontati nell’ambito del villaggio dedicato alla povertà energetica?
La problematica della povertà energetica è stata affrontata a 360 gradi. I ragazzi di tutto il mondo si sono scambiati esperienze sul tema delle comunità energetiche, dell’accesso all’energia pulita per tutti. Il tutto accompagnati anche da docenti universitari, scienziati, rappresentanti del mondo delle aziende e startup innovative. I risultati di questi incontri confluiranno in due proposte, da inserire poi in un documento vero e proprio che verrà firmato ad Assisi durante l’evento in presenza nel 2021.
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