Gli obiettivi fissati dal Piano integrato energia e clima al 2030 per le rinnovabili termiche, e, nello specifico, per le pompe di calore, sono un importante stimolo per la diffusione di queste soluzioni. In base a questi obiettivi: “i 32 GWt aggiuntivi di apparecchi a pompa di calore con finalità di riscaldamento (nel residenziale e nel terziario), da installare tra il 2018 e il 2030 per conseguire gli obiettivi di penetrazione delle fonti rinnovabili e abbattimento delle emissioni di gas serra del PNIEC, dovrebbero indurre investimenti per circa 9,6 miliardi di euro in 13 anni con una media di 750 milioni all’anno (stima che comprende il solo costo degli apparecchi di generazione e quelli di installazione, e non include quelli per gli eventuali interventi sui sistemi di distribuzione)”. A tracciare questo scenario di previsione è l’associazione Amici della Terra, che ieri ha partecipato alla tavola rotonda organizzata in occasione dell’Assemblea di Assoclima, presentando un documento che rielabora una serie di dati sulla penetrazione delle pompe di calore nel residenziale e nel terziario.
Edifici residenziali, 2,5 mln di abitazioni con pompe di calore
La relazione ha effettuato, in particolare, una stima approfondita dell’impatto di queste tecnologie nel comparto residenziale, quantificandone la possibile diffusione nelle diverse tipologie di edifici che compongono il settore. “Abbiamo valutato in modo differenziato villini terratetto e condomìni con impianto centralizzato, ma anche abitazioni in condomìni con impianto autonomo (circa il 60%) – ha spiegato a Canale Energia Tommaso Franci, consigliere nazionale dell’associazione Amici della Terra – abbiamo studiato in particolare quale tecnologia possa essere la più adatta, nell’ambito delle pompe di calore, per essere abbinata a interventi di riqualificazione degli edifici e in ottica di coibentazione. E’ emerso come ci sia lo spazio al 2030 per passare da circa 700- 800 mila abitazioni che oggi usano la pompa di calore come impianto principale di riscaldamento, a un valore di circa 2 milioni e mezzo”. Il tutto con benefici in ottica di diffusione delle fer e di risparmio economico.
Una piattaforma condivisa per dialogare con stakeholder e governo
Franci ha inoltre spiegato come nel corso del dibattito, che si è tenuto durante la parte pubblica dell’assemblea di Assoclima, sia stata condivisa “l’idea di lavorare insieme per elaborare una piattaforma comune di dialogo nei confronti del Governo“. L’obiettivo è, in particolare, quello di “consolidare e irrobustire le misure necessarie a conseguire gli obiettivi che la proposta del Piano Energia e Clima prevede per il ruolo delle pompe di calore”.
Guarda il video completo sugli scenari previsionali delle pompe di calore nel residenziale e sulle prospettive legate alla realizzazione della piattaforma di dialogo con il governo.
“Accogliere positivamente alle osservazioni della Commissione UE”
In generale, secondo gli Amici della Terra, bisogna sfruttare i rilievi fatti dalla commissione allo Pniec come un perno su cui far leva per migliorare l’approccio al settore. “E’ indispensabile – sottolinea l’associazione – raccogliere e rispondere positivamente alle recenti osservazioni della commissione UE alla proposte di Pnec dell’Italia in cui si chiede con chiarezza di aumentare l’ambizione degli obiettivi 2030 per le rinnovabili termiche”, cercando di superare “l’insufficienza” delle misure necessarie per supportare il conseguimento di questo obiettivo.
Un tavolo di filiera per formulare proposte condivise
Il documento affronta inoltre la questione della creazione di un tavolo di filiera, un soggetto in grado di dialogare in modo efficace con le istituzioni e stakeholder. Nello specifico, da questo punto di vista, c’è la “necessità di dare vita ad azioni di sistema per la promozione del ruolo delle pompe di calore in linea con gli obiettivi 2030, con iniziative come il tavolo di filiera”. Questa realtà potrebbe formulare “proposte condivise tra gli attori fondamentali, e cooperare con le istituzione per definire nuove politiche adeguate in questa direzione”.
Obiettivi di efficienza rinnovabili termiche al 2030 e gas serra nel settore civile
Nella relazione dell’associazione le potenzialità delle pompe di calore sono declinate anche in termini di riduzione delle emissioni inquinanti. E’ stata infatti realizzata una valutazione dell’impatto degli obiettivi al 2030 di efficienza e rinnovabili termiche sulle emissioni di gas serra, con particolare riferimento al settore civile. Nello specifico: “l’effetto combinato dei miglioramenti di efficienza energetica e la sostituzione dei consumi per riscaldamento e ACS soddisfatti oggi dal consumo di combustibili fossili, con l’utilizzo di pompe di calore prevista dal Pnec per il 2030 porterebbe ad una riduzione delle emissioni di CO2 del settore civile del 39% circa rispetto, al livello del 2005″. Si tratta di una riduzione che, come spiegano gli Amici della terra, “permetterebbe di raggiungere il target 2030 di riduzione (-33%) delle emissioni di CO2 nei settori non Ets dal 2028“. In particolare questo risultato sarebbe attribuibile per il 59% alla penetrazione delle pompe di calore e per il 41% alla riduzione dei consumi per effetto degli obiettivi di efficienza energetica.
Proposte di policy per gli obiettivi 2030
Nel documento una specifica sezione è dedicata alle proposte di policy per favorire lo sviluppo del settore. A essere menzionate sono misure come il completamento della riforma di superamento della progressività delle tariffe elettriche (secondo il percorso già definito dall’Arera), ma anche la riforma dei certificati bianchi, con misure in base all’articolo 23 della nuova direttiva fonti rinnovabili. Viene, inoltre, evidenziata l’importanza di una “premialità negli incentivi dedicati (detrazione fiscale e Conto termico) per gli interventi che prevedono contestualmente alla sostituzione generatore con uno alimentato a rinnovabili, anche interventi sul sistema di distribuzione ed efficientamento involucro edilizio”. In tema di ecobonus, invece, gli Amici della terra auspicano, “un rafforzamento della cessione del credito e riduzione a cinque anni delle rate di riconoscimento della detrazione fiscale“.
Il tema della comunicazione
Tra gli elementi in grado di avere ruolo non trascurabile nella crescita del comparto delle pompe di calore, viene citato anche il tema della comunicazione. Due delle proposte di policy riguardano infatti questo ambito e, in particolare, suggeriscono di promuovere campagne di informazione e formazione sulle pompe di calore per la climatizzazione residenziale, rivolte a progettisti e imprese di installazione, ma anche agli utenti.
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