“Per riscaldare e raffrescare le nostre case e i nostri uffici in modo sostenibile, nel combinato di interventi di efficienza energetica e impiego di fonti di energia rinnovabili, la maggiore diffusione della tecnologia delle pompe di calore, che non emettono emissioni dirette, rappresenta per l’Italia una scelta strategica non rinviabile”. E’ questo il messaggio che l’associazione Amici della Terra intende mandare al decisore politico, attraverso il Rapporto sulle pompe di calore elettriche, come tecnologia chiave per gli obiettivi del Piano nazionale energia e clima al 2030, che verrà presentato domani a Roma dalle 9.30 nella sede del Gse.
Un anno strategico per le sfide della sostenibilità
“Il 2019 è un anno strategico per l’Italia, se si vuole vincere la partita per la sostenibilità ambientale e cogliere tutte le opportunità della necessaria transizione energetica”, afferma in una nota Monica Tommasi, presidente di Amici della Terra, sottolineando come sia fondamentale accelerare nella promozione e valorizzazione delle rinnovabili termiche.
Qualche numero
Il rapporto redatto dall’associazione traccia, in particolare, un quadro relativo alla diffusione delle pompe di calore elettriche, tecnologie che hanno rappresentato il 23,6% di tutte le rinnovabili impiegate nei consumi termici, con 2.650 ktep. “Il nostro obiettivo al 2030 per le pompe di calore – spiega il presidente di Amici della Terra – è più che doppio rispetto al 2017, arrivando a 5.600 ktep, +111%, per assicurare così l’85% dell’aumento di consumi da fonti rinnovabili termiche. Il che porterà ad un raddoppio delle abitazioni che utilizzeranno questa tecnologia come impianto principale di riscaldamento, dalle circa 900 mila del 2017 a un 1 milione e 800 mila nel 2030, e ad una riduzione delle emissioni di C02 nel settore civile del 39% rispetto al livello del 2005, di cui il 59% grazie proprio alle pompe di calore e il 41% per effetto della riduzione dei consumi da efficienza energetica. Oltre questo, nel rapporto stimiamo un impatto economico capace di generare investimenti aggiuntivi per circa 9,6 miliardi di euro da qui al 2030, 750 milioni ogni anno, con consistenti ricadute occupazionali”.
Proposte di policy
“Si tratta quindi – conclude Tommasi – di adottare un pacchetto di proposte di policy, che noi indichiamo puntualmente, capace di assicurare un salto di qualità tale da consentire alle pompe di calore di dare il loro contributo agli obiettivi energetico-ambientali dell’Italia. Completare il superamento della tariffa progressiva, innanzitutto. Poi non solo incentivi, tra cui la riforma dei certificati banchi e il rafforzamento dell’ecobonus, ma anche la formazione per gli installatori e le informazioni per gli utenti assumono un ruolo determinante per vincere la sfida della sostenibilità ambientale.”
I relatori del convegno
Sui dati emersi dallo studio si confronteranno domani i relatori del convegno: Roberto Moneta, Amministratore delegato GSE, Elena Allegrini di Enea, Marco Borgarello di Rse, Giuseppe Montesano di Enel Foundation, Daniele Novelli del GSE, Nicola Massaro di Ance, Guido Pesaro di Cna, Marco Vignola di Unc, Mattia Sica di Utilitalia e Simone Mori di Elettricità Futura, Roberto Saccone e Fernando Pettorossi di Assoclima. A concludere i lavori Tullio Berlenghi, Capo segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente.
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