La pompa di calore al centro della rivoluzione del sistema energetico

Consolidata ma anche flessibile. La pompa di calore è una tecnologia largamente diffusa oggi che promette di esserlo anche domani, grazie alla spinta normativa alla decarbonizzazione, La videointervista a Stefano Bellò, vicepresidente di Assoclima

La tecnologia della pompa di calore è “perfetta per usare l’energia prodotta localmente da fotovoltaico o da altri fonti rinnovabili” perché risponde bene “alla continua evoluzione delle reti elettriche e dell’accumulo”. Pensando alle comunità energetiche “siamo solo all’inizio del rinnovamento della produzione e dell’utilizzo di energia rinnovabile”. Ad ogni modo, non si lascia indietro nessuno: è una tecnologia che può permettersi anche il povero energetico.

La storia, la maturità tecnologica e le potenzialità future della pompa di calore sono al centro dell’approfondita videointervista di Canale energia a Stefano Bellò, vicepresidente di Assoclima. La tecnologia ha alle spalle decenni di innovazione, “basti pensare che è stata introdotta già nei primi ’70 per il riscaldamento”, spiega Bellò. È stata molto ben vista nel residenziale, sia nei paesi dove il clima è più mite sia in quelli dove le temperature scendono in picchiata.

Sul mercato è presente in diverse vesti. La più diffusa, nei paesi con temperature più elevate, tra cui l’Italia, è quella aria-acqua. “Nei paesi scandinavi, ad esempio, che hanno puntato con decisione sulla decarbonizzazione, la tecnologia è diffusa in oltre il 90% delle abitazioni”, ma si tratta soprattutto della tipologia acqua-acqua o geotermica.

I risparmi in bolletta sono assicurati in ogni caso, prosegue Bellò, “sempre superiori al 10%”. Anche se “sono difficili da quantificare perché dipende dal clima e dalla tipologia di appartamento”.

Il Piano integrato energia e clima (Pniec) “prevede per il mix di produzione elettrica del 2021 una produzione di energia termica da rinnovabili del 64% grazie all’uso delle pompe di calore”, aggiunge Bellò. Si punta così ad avere “una produzione di energia termica a livello nazionale di 15.000 kWh di cui il 77-78% da fonti intermittenti”. Già l’Ecobonus “si è rivelato efficiente nell’adozione di questa tecnologia”, ma con il Superbonus 110% c’è stata una spinta fortissima” grazie soprattutto “alla cessione del credito”. Misura che consente a tutti di rinnovare la propria abitazione, anche al più povero energetico.


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