Più di 50 milioni di case in Europa sono in povertà energetica. Il triste primato spetta alla Bulgaria con il 30,1%, sesta l’Italia con l’11,1%. Nel mezzo troviamo: Lituania (26,7% ), Cipro (21%), Portogallo (18,9%), Grecia (17,9%).

In America circa un terzo delle famiglie ha problema a saldare le bollette, un problema che affligge soprattutto le minoranze razziali. 7 milioni di famiglie ogni mese devono scegliere se pagare le bollette o acquistare cibo e medicine Il in totale 6% della nazione dichiara di non usare il riscaldamento per tagliare i costi energetici mentre 6 milioni non usano sistemi di raffrescamento. È quanto spiega Alice Corovessi managing director di Inzeb – Institute of zero energy buildings in apertura dell’evento “Energy poverty – a multidimensional global phenomenon”.

La povertà energetica è un fenomeno dinamico che può toccare anche cittadini con momentanei problematiche economiche

energy poverty crowdfunding tavola rotondaUn problema che in realtà può toccare molte più persone. Sono difatti in crescita i casi di chi diventa vulnerabile al problema, anche temporaneamente, per una problematica economica contingente. Per sconfiggere il fenomeno innanzi tutto bisogna iniziare a focalizzare il problema, spiega la Corovessi. In primis serve arrivare a una definizione univoca e stabilire degli indicatori condivisi di misurazione del fenomeno, dopodiché è necessario sviluppare “politiche sociali mirate in tutti i paesi e una strategia per affrontarlo” perché come ricorda la Managing director di Inzeb. “Siamo una società vulnerabile a una condizione come questa”.

Gli strumenti sul piatto ci sono tutti, le fa eco Kyriaki Metaxa, program coordinator, ecology, Heinrich-Böll-Stiftung Greece, “L’efficienza energetica è alla base della risoluzione del problema e con essa la digitalizzazione le energie rinnovabili le tecnologie, Bisogna capire come agire per metterle a disposizione di questo problema”.

Il crowdfunding per sconfiggere la povertà energetica

Un ruolo per sconfiggere la povertà energetica lo possono svolgere le comunità energetiche e il crowdfunding, ne è convinto Haris Doukas professore associato presso la National technical university di Athens. “Cooperative energetiche e comunità energetiche possono supportare la produzione energetica anche su piccola scala”. Spiega il professore che su questo sta seguendo il progetto finanziato dall’UE Powerpoor (Enpowering energy poor citizens through energy cooperative initiatives).

L’iniziativa intende sviluppare programmi a supporto dei cittadini in povertà energetica per aiutarli nello impiegare strumenti come il crowdfunding e le cooperative per trovare diverse forme di alimentazione energetica più economica e rinnovabile. Powerpoor si impegnerà anche nel realizzare alcuni progetti pilota in otto paesi dell’UE sotto la guida di donatori di energia certificati. La sfida è arrivare a sostenere più di 22.000 famiglie in povertà energetica.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.