- La Commissione europea propone l’obbligo di tagliare il consumo di energia elettrica di almeno il 5% nelle fasce orarie di picco dei prezzi.
- In Italia, una riduzione della potenza del 5% corrisponderebbe mediamente a circa 0,15 kilowatt in meno per le utenze domestiche.
- Da ottobre, inoltre, i termosifoni saranno abbassati di un grado e tenuti accesi un’ora in meno al giorno.
Durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione del 14 settembre, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato un intervento di emergenza sui mercati dell’energia contro i drammatici aumenti dei prezzi.
“Nei ceramifici del centro Italia, gli operai hanno deciso di spostare i turni al mattino presto per beneficiare delle tariffe più basse dell’energia. È solo uno dei mille modi in cui gli europei si stanno adattando alla nuova realtà. Voglio che l’Unione prenda esempio dai suoi cittadini. Ridurre la domanda durante le ore di punta farà durare più a lungo le scorte e farà scendere i costi. Ecco perché proponiamo misure che consentiranno agli Stati membri di ridimensionare il loro consumo complessivo di energia elettrica”.
In particolare, la Commissione propone l’obbligo di tagliare il consumo di energia elettrica di almeno il 5 per cento in fasce orarie di picco dei prezzi selezionate. I Paesi dell’UE dovranno individuare le fasce orarie, pari al 10 per cento delle ore totali, con il prezzo previsto più elevato e ridurre la domanda in quei periodi. Ai singoli Stati si chiede anche di ridurre la domanda complessiva di elettricità di almeno il 10 per cento fino al 31 marzo 2023: i vari governi potranno scegliere le misure idonee per centrare quest’obiettivo, comprese compensazioni finanziarie.
Le fasce orarie coinvolte in Italia
In Italia, sarà il nuovo governo a farsi carico del recepimento della direttiva. In ogni caso, “la fascia oraria in cui il KWh costa un po’ di più nel nostro paese è dalle 7:00 alle 19:00, dal lunedì al venerdì”, comunica l’Arera. Si possono poi fare ulteriori distinzioni: stando ai dati di Terna, il vero e proprio picco è dalle 9:00 alle e 12:00 del mattino.
Attualmente, la potenza per le utenze domestiche va dai 3 ai 3,3 kilowatt: una forzata riduzione, pari al 5 per cento, della potenza disponibile nei contatori dotati del controllo da remoto corrisponderebbe a 0,15 kilowatt in meno.
“Il risparmio dell’energia e l’efficienza energetica rappresentano due vie ormai obbligate”. Sia dal punto di vista economico, sia da quello ambientale. “Anche una famiglia, che sicuramente consuma meno di un’industria energivora, può fare la sua parte se applica un uso corretto e attento dei propri consumi energetici”.
L’elenco degli elettrodomestici più energivori
Di conseguenza, bisognerà fare attenzione all’utilizzo degli elettrodomestici, cercando di non accendere contemporaneamente quelli che consumano di più. Una raccomandazione che vale anche per chi non è dotato dei contatori di ultima generazione. Secondo una classifica stilata da Selectra, gli apparecchi più energivori sono la stufetta elettrica, il bollitore, l’asciugacapelli e la friggitrice ad aria; seguono la piastra per capelli, l’asciugatrice, il ferro da stiro e il forno. Chiudono la classifica l’aspirapolvere, il condizionatore, la lavatrice e la lavastoviglie.
“Non dovrebbero insorgere grossi problemi di funzionamento degli apparecchi. Da parte nostra, non valutiamo in modo negativo questo invito al risparmio energetico”, insiste Michele Carrus, presidente di Federconsumatori. “È una delle linee strategiche della transizione energetica, insieme all’educazione al consumo parsimonioso. Ciò che serve adesso è una campagna divulgativa e informativa capillare, che ragguagli i cittadini nel modo corretto”, conclude Carrus, aggiungendo che non sono solo i singoli a dover fare la propria parte, ma anche i pubblici uffici e i Comuni, che possono ridimensionare l’illuminazione pubblica.
Le misure per informare i cittadini e sostenere le famiglie
Un aiuto concreto è fornito dagli sportelli di Federconsumatori e, in particolare, dall’iniziativa Energia: diritti a viva voce, a disposizione dei cittadini per informazioni e assistenza in merito al servizio elettrico, idrico e al gas. “Questa rete di sportelli rappresenta un veicolo importante per informare i consumatori delle novità in questa situazione di decreti emergenziali”, assicura il Presidente. Il quale ci tiene a precisare che dalla Commissione europea sono arrivate anche altre due proposte importanti: applicare un massimale temporaneo sui ricavi dei produttori di energia elettrica “inframarginali” che generano elettricità con tecnologie meno costose, come le rinnovabili; e un contributo temporaneo di solidarietà sugli utili in eccesso generati dalle attività nei settori dei combustibili fossili, prelevati dagli Stati membri e trasferiti ai consumatori di energia, specialmente alle famiglie più vulnerabili e alle imprese più colpite.
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Il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale
Il Ministro italiano della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, aveva delineato il 6 settembre un Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale che riguarda soprattutto gli impianti di riscaldamento: “I limiti di esercizio degli impianti termici sono ridotti di quindici giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di otto giorni la data di inizio e anticipando di sette giorni la data di fine esercizio) e di un’ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione”. Inoltre, il piano del Ministero prevede la riduzione di un grado per il riscaldamento degli edifici: da 20 a 19 per abitazioni ed edifici pubblici, da 18 a 17 per le attività industriali.
Secondo uno studio dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), l’abbassamento di 1 °C dei termostati consente un risparmio medio nazionale del combustibile per riscaldamento domestico del 10,7 per cento. Inoltre, la riduzione di un’ora al giorno dell’accensione può contribuire ad un calo nei consumi del 3,6 per cento.
Attuando in contemporanea queste due misure e aggiungendo anche la diminuzione di quindici giorni del periodo di accensione, il risparmio può arrivare al 17,5 per cento, pari a circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas (1,65 miliardi dall’abbassamento di 1 °C e 550 milioni dalla riduzione di un’ora giornaliera). Sul fronte delle bollette, questi provvedimenti possono originare un risparmio complessivo, in base alle ultime stime, di 178 euro l’anno per famiglia.
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