L’industria a traino dell’efficientamento energetico

FIRE: necessarie politiche per la decarbonizzazione del settore industriale

Lo scopo delle aziende, si sa, è quello di massimizzare il proprio profitto e ridurre i costi: in altri termini, diventare più efficienti. Un’efficienza che passa senz’ombra di dubbio anche dal miglioramento in ambito energetico e che, pertanto, necessita di essere sostenuta da politiche adeguate.

Di questo si è parlato al convegno “Energypolicy”, organizzato dalla Fondazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia (FIRE), la no-profit che si occupa di promuovere l’uso efficiente dell’energia e delle fonti rinnovabili nell’ottica della sostenibilità ambientale e della decarbonizzazione.

Il settore industriale è un traino per tutti gli altri settori: la decarbonizzazione parte da qui – ha spiegato Dario Di Santo di FIRE – Usare meglio l’energia per le imprese è fondamentale, non solo per raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione, ma anche come strumento per ridurre le esternalità negative e aumentare il profitto. C’è un legame molto stretto tra efficientamento energetico e business, per questo servono politiche che sappiano aiutare le imprese ad andare in questa direzione”.

Il ruolo della legge: le norme per la transizione green

La decarbonizzazione è la sfida più importante per l’umanità nel prossimo futuro – ha detto Claudio Palmieri di HERAE non esiste nessun percorso di decarbonizzazione che non passi amento per il 30% dall’efficienza energetica: per questo il quadro regolatorio nazionale ed europeo sta adottando il principio ‘energy efficiency first’”.

Un esempio è la Direttiva europea sull’efficienze energetica entrata in vigore a ottobre 2023. Tale norma ha lo scopo di mettere in pratica gli obiettivi del Green Deal Europeo, ossia la riduzione delle emissioni di gas serra ad almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Si sottolinea poi il suddetto principio dell’efficienza energetica prima di tutto, evidenziando il ruolo esemplare del settore pubblico e dell’industria.

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Claudio Palmieri, Gruppo HERA

È fondamentale, in particolare, la trasparenza delle aziende nel comunicare e rendere accessibili i dati relativi ai propri progressi in campo green. La Direttiva, infatti, ha esteso l’obbligo di diagnosi energetica a cadenza quadriennale se i consumi sono superiori a 10 TJ annui nell’ultimo triennio e l’obbligo di implementare un Sistema di Gestione dell’Energia se i consumi sono superiori a 85 TJ annui nell’ultimo triennio.

Il meccanismo dei certificati bianchi

I certificati bianchi, detti anche titoli di efficienza energetica (TEE), certificano il risparmio energetico conseguito da vari soggetti realizzando specifici interventi. Questi strumenti implicano il riconoscimento di un contributo economico e quindi rappresentano un incentivo a ridurre il consumo energetico. In particolare, i TEE riguardano quattro tipi di interventi: il risparmio di energia elettrica, il risparmio di gas naturale e il risparmio di altri combustibili per autotrazione e non per autotrazione.

Gennaro Niglio del GSE, ente responsabile del rilascio i certificati bianchi, ha spiegato che il Gestore per promuovere e supportare il meccanismo dei TEE ha avviato una serie di iniziative: la pubblicazione di uno studio osservazionale, dei workshop formativi per la presentazione dei progetti, la revisione delle guide settoriali, uno sportello virtuale di supporto e la redazione di una banca dati.

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Energypolicy Industry

Abbiamo osservato una crescita dei certificati bianchi – ha detto Antonio Sclafani del MASECome ministero stiamo valutando un aggiornamento della misura con un meccanismo ad aste”.

Il futuro dell’efficienza energetica in Italia

Il MASE sta lavorando per raggiungere gli obiettivi europei – ha aggiunto Sclafani – L’Italia deve arrivare a un consumo complessivo di energia di 74 megatep entro il 2030. Ma l’efficienza energetica, oltre a ridurre i consumi, incide anche sulle emissioni: le attività in ETS (enti del terzo settore) dovranno ridurre le proprie emissioni del 60% rispetto a quelle del 2005, e chi non è in ETS del 42,7%”.

Tuttavia, non sempre è possibile ridurre o azzerare del tutto le emissioni. Ed è qui che entrano in gioco i sistemi di cattura e stoccaggio: “Il ministero è impegnato ad adottare un testo unico per velocizzare la realizzazione di impianti per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione”, ha concluso Sclafani.

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Nata a Roma, laureata in relazioni internazionali e giornalista professionista. Interessata all’ambiente, alla transizione ecologica e al mondo che cambia, sempre con un occhio ai social network.