La crisi energetica e l’aumento dei prezzi hanno reso ancora più importante la necessità di monitorare l’evoluzione del settore dell’energia termica prodotta da biomassa.
A questo proposito, Aiel-Associazione italiana energie agroforestali, in collaborazione con Progetto Fuoco e Italia legno energia, ha presentato ai soci, a Padova il 30 giugno scorso nel corso di un evento, il nuovo Rapporto statistico 2022 “Il legno nel riscaldamento domestico e commerciale”, che vuole fornire una base dati solida e attendibile.
I dati sulla biomassa in Italia: la prima tra le rinnovabili
Secondo il rapporto statistico, realizzato dal team di Aiel formato da Diego Rossi, Valter Francescato, Giulia Rudello e coordinato dalla direttrice Annalisa Paniz, l’energia termica prodotta da biomassa risulta la prima rinnovabile in Italia, arrivando al 35% di tutte le rinnovabili, con un consumo di 7,53 Mtep nel 2020.
In base al recente rapporto statistico dell’Istat, le biomasse alimentano complessivamente circa il 15% dei sistemi prevalenti di riscaldamento (14,5% nel 2013) e il 5,5% dei sistemi di produzione di acqua calda.
Secondo lo studio di Aiel, il 75,8% degli apparecchi più presenti sono alimentati a legna da ardere, seguiti dagli apparecchi alimentati a pellet al 24%, quelli a cippato sono circa lo 0,2% degli apparecchi installati.
Nel periodo 2009-2021, l’andamento delle vendite è stato trainato dagli apparecchi alimentati a pellet e in particolare dalle stufe a pellet, che hanno rappresentato il 59% delle vendite, seguite dalle stufe alimentate a legna che invece nello stesso periodo rappresentano il 14% .
L’avvento della tecnologia
La tecnologia ha determinato una riduzione di apparecchi poco efficienti come i camini aperti, che dal 42% sono passati al 34% del parco installato nel 2021, con un calo complessivo tra il 2009 e il 2021 che ha portato appena all’1,3% delle vendite.
Al contrario, le stufe a pellet, apparecchi automatici con tecnica di combustione evoluta, sono passate dal 6% al 21% tra gli installati, con un incremento di 16 punti percentuali in 12 anni.
“Malgrado i progressi sul fronte tecnologico, circa il 66% degli apparecchi del parco installato ha un’età superiore ai 10 anni”, ha spiegato nel suo intervento Diego Rossi, responsabile Area tecnologica e progettazione di Aiel. “Questo dato indica che, il turn over, che finora ha comunque già determinato un certo “ringiovanimento” del parco installato, deve ancora interessare oltre la metà degli apparecchi e va quindi ulteriormente promosso e stimolato per produrre risultati ancora più apprezzabili sul fronte delle emissioni”.
Il consumo di biocombustibili solidi in Italia
I dati del rapporto statistico attestano un consumo stabile tra le 15 e le 20 milioni di tonnellate, la tendenza è quindi la graduale sostituzione della legna da ardere con il pellet.
Tra il 2010 ed il 2021, la legna da ardere è passata dall’84% dei consumi al 71%, la riduzione in questi 12 anni è del 32% (-5,3 Mt).
Il pellet invece è passato dall’8% dei consumi nel 2010 al 21% nel 2021, con un aumento percentuale del 121% (+1,8 Mt).
“Questo report statistico”, conclude Annalisa Paniz, “mette in luce alcune evidenze. La prima, è che siamo di fronte ad una diminuzione della consistenza del parco installato in Italia, anche se è positivo il fatto che ci sia un riposizionamento verso tecnologie più efficienti e pulite. La seconda è che bisogna accelerare il processo di turn-over tecnologico. Le potenzialità sono enormi: secondo le nostre stime, l’energia rinnovabile da biomassa legnosa potrebbe da sola sostituire 9 miliardi di m3 di metano, vale a dire quasi un quarto delle forniture di gas proveniente dalla Russia”.
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