Perchè la carta igienica costa di più da dopo la pandemia? La risposta non è da ricercare in una speculazione data dall’indubbia centralità che questo prodotto ha riscosso ai tempi del lock-down causato dal Covid-19, e per cui andava spesso esaurita, ma nel costo dell’energia.
Carta igienica ecco i costi in bolletta
L’incidenza del costo del gas sul fatturato delle aziende produttrici di carta igienica è difatti passato dal 4,2% del 2020 al 30,2% nel 2022, per poi stazionare verso il 12,1% nel 2023. Si tratta del doppio rispetto al periodo pre-pandemia i cui vediamo un incidenza del 6% nel 2019 fanno sapere da Assocarta, federazione carta e grafica di Confidustria.
A questo va aggiunto il peso, è il caso di dirlo, del costo della cellulosa che ha visto un +74% al 2023 per la fibra corta (eucalipto) in dollari risultavano superiori a quelle pre-rincari di fine 2020 del 56% (+74% la variazione in euro). Mentre per la fibra lunga (NBSK), il 2023 ha chiuso con un + 55% (in euro del +68%). Tendenza al rialzo proseguita nei primi mesi 2024: 1.350 $/ton in gennaio, 1.380-1.400 $/ton in febbraio, 1.450-1.470 $/ton in marzo, livelli prossimi alle quotazioni massime registrate nell’estate 2022.
Un settore strategico per l’Italia
“E’ bene ricordare che questo settore merceologico, oltre a rappresentare un presidio fondamentale per l’igiene, la prevenzione e il benessere vedono l’Italia come primo produttore europeo” ricorda Lorenzo Poli, presidente di Assocarta.
“Questo primato va inserito in un contesto normativo europeo e nazionale riguardante le materie prime fra i più rigorosi a livello mondiale, in termini di sostenibilità ambientale”. Difatti l’industria cartaria nostrana “utilizza unicamente cellulosa di cui è verificata la provenienza e il rispetto delle normative nazionali a tutela delle foreste, come previsto dal regolamento europeo 995 del 2010 (c.d. Due Diligence”) conclude.
Insomma una questione legata doppio filo, anzi a doppio rotolo, con la transizione energetica e sostenibile europea.
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