Inquinamento indoor: quali rischi per la nostra salute?

DetersiviL’inquinamento indoor, ovvero l’inquinamento degli ambienti interni, è una problematica su cui si sta cominciando a riflettere anche nel nostro Paese. Per cercare di sensibilizzare i cittadini sui rischi per la salute legati a questo fenomeno e riuscire a proporre un’omogeneità di azioni a livello nazionale, SIMA – ONLUS, Società Italiana di Medicina Ambientale, ha redatto il decalogo “Indoor Air Quality” in cui vengono dati dei consigli pratici per tutelare la nostra salute dalle sostanze tossiche con cui possiamo entrare in contatto negli ambienti interni che frequentiamo ogni giorno e nei quali trascorriamo la maggior parte delle nostre giornate. Effettuare una corretta manutenzione degli impianti di condizionamento, aerare spesso gli ambienti, tenere sotto controllo le condizioni microclimartiche delle abitazioni evitando temperature e umidità elevate sono solo alcuni dei metodi con cui possiamo contribuire ad avere un’aria più pulita e quindi più salubre. 

Tante e diversificate le sostanze tossiche che si annidano anche negli ambienti interni e che spesso sono frutto delle più banali attività che svolgiamo ogni giorno come cucinare o fare le pulizie: si va dai gas di combustione come NOx, SO2, CO a composti organici volatili passando per idrocarburi policiclici aromatici (IPA), composti allergenici, batteri o acari. 

Insieme al Professor Alessandro Miani, Presidente di SIMA ONLUS abbiamo approfondito alcune questioni inerenti l’inquinamento indoor soffermandoci sui rischi per la salute e sull’importanza di mettere in atto una strategia nazionale per contrastare un fenomeno per cui ancora oggi in Italia, come ci ha spiegato Miani, manca una legislazione organica di riferimento, benché esistano leggi specifiche per alcuni inquinanti indoor quali amianto, COV, fumo passivo, radon. In particolare nel nostro Paese, per quanto riguarda le strategie di sanità pubblica, vi sono importanti riferimenti nazionali  quali le Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati (accordo Stato Regioni del 27 settembre 2001) e Linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei rischi indoor per allergia e asma (Accordo del 18 novembre 2010),  reperibili sul sito del Ministero della Salute.

 

I rischi per la salute

 

Quali sono i rischi per la salute legati specificamente all’inquinamento indoor?

MianiI rischi legati all’inquinamento dell’aria per la salute sono noti. Essendo l’aria indoor la stessa che c’è nell’outdoor con una serie di inquinanti in più, tipici delle nostre abitazioni, degli uffici, dei negozi, delle scuole,  è ovvio che la questione diventa un tema assolutamente importante. I rischi – principalmente, per i bambini, gli anziani e per le persone allettate o i soggetti più deboli, ma in generale per tutti i soggetti – sono quelli di allergie, asma, cefalee. Se poi l’esposizione all’inquinante è prolungata nel tempo ci possono essere anche delle situazioni croniche più importanti come malattie dell’apparato respiratorio, bronchiti, polmoniti e problematiche a livello dell’apparato cardiovascolare. 

Ci sono poi altri tipi di inquinanti che si possono trovare nell’indoor, perché quando parliamo di ambiente non parliamo solamente di aria o di oggetti a noi noti come il detergente per pulire i pavimenti o l’inquinamento che si crea nella cottura dei cibi. Pensiamo ai caminetti, alle stufe a pellet piuttosto che alle candele o agli incensi profumati con i quali creiamo, per così dire, un certo tipo di “calore” nelle nostre abitazioni: alcuni studi evidenziano che, nonostante le leggi dicano, ad esempio, che le candele dovrebbero avere stoppini di carta o cotone, la maggior parte di questi oggetti non ne è fornita. Gli stoppini contengono, invece, dei metalli pesanti che una volta accesi sono liberati nell’aria e possono causare intossicazioni, lo stesso si può dire per i bastoncini di incenso. Poi ci sono una serie di altri inquinanti che si possono costituire nelle nostre abitazioni, i cosiddetti “inquinanti secondari”. Quando, ad esempio, accendiamo un fornello a gas si producono nell’aria sostanze che, con l’umidità generata in cucina, possono, per una reazione chimica, generare degli inquinanti secondari, ovvero precursori di sostanze altamente tossiche e cancerogene. E’ quindi importante fare attenzione alle regole che seguiamo nelle nostre abitazioni, nei nostri uffici, nelle nostre scuole (ogni situazione indoor ha una sua specificità): a seconda della situazione in cui ci troviamo e del tempo di esposizione che abbiamo a un certo tipo di inquinante possiamo rischiare una patologia piuttosto che un’altra.

Come si può cercare di evitare queste patologie?

Evitare le patologie è molto semplice, perché basta seguire delle regole assolutamente banali come quella di arieggiate gli ambienti prima e dopo le pulizie se si utilizzano dei detersivi particolarmente aggressivi e profumati. Lo stesso vale per la cucina sia prima che al termine delle attività. Con questi accorgimenti già si riducono i livelli di umidità relativa o di temperatura relativa e quindi si evita la formazione di inquinanti secondari. 

 Per quanto riguarda i detergenti per la casa, ad esempio, a cosa dobbiamo fare attenzione?

Quando noi compriamo una cera da pavimento, piuttosto che uno sgrassatore o un qualunque prodotto per la pulizia lo scegliamo – condizionati anche dalla pubblicità – sulla base della sua profumazione. Questa profumazione è data da sostanze chimiche denominate terpeni. Tra i terpeni la sostanza più conosciuta è il limonene che si trova in moltissimi prodotti per la pulizia conferendo il classico profumo di limone.  Di per sè questi detersivi non fanno male, ma a creare problemi potrebbero essere gli effetti secondari che si creano all’interno degli ambienti indoor in cui la presenza di terpeni nell’aria si combina con l’umidità magari eccessiva. In questo caso queste sostanze condensano e per una reazione chimica si formano inquinanti secondari che possono essere cancerogeni. 

Quali categorie di soggetti sono più esposti ai rischi legati all’inquinamento indoor?

I bambini sono più vulnerabili in quanto sono quelli che si interfacciano di più con gli oggetti che si trovano nelle nostre abitazioni. Per un bambino ad esempio è naturale portare degli oggetti alla bocca: pensiamo alle statuine del presepe – il Natale è appena passato –  o ai giocattoli: se non si compra con una certa attenzione, si rischia di dare ai più piccoli oggetti che contengono delle sostanze tossiche, soprattutto metalli pesanti. I bambini non solo le respirano, ma portandole alla bocca le mettono a contatto diretto con le mucose. Lo stesso vale per alcune colorazioni di indumenti che, se  non sono certificati contengono facilmente metalli pesanti. Noi stiamo molto attenti con la nostra dieta e con la nostra alimentazione, facendo attenzione ad esempio ad acquistare pesce di qualità per evitare intossicazioni da mercurio che invece ci colpiscono attraverso sostanze tossiche in oggetti o vestiti. 

L’interesse sulla questione nel nostro Paese 

Qual è il livello di attenzione sul problema nel nostro Paese e il ruolo che può giocare la politica?

In Italia, mentre per l’inquinamento outdoor esiste una legge che regolamenta diversi aspetti a livello complessivo, per l’indoor invece tutto questo manca. C’è una legge che regolamenta il divieto di fumo negli ambienti indoor, ci sono alcune leggi che regolamentano la presenza di alcune sostanze o meno (prodotti per la casa piuttosto che vernici), ma manca una legislazione complessiva, tant’è che in occasione della presentazione di questo decalogo abbiamo riscontrato un interesse anche da parte della politica a livello trasversale. C’è la volontà di iniziare a collaborare con noi per arrivare a mettere in piedi una serie di proposte di legge che possono poi diventare il regolamento per l’inquinamento indoor.  

Quali iniziative state organizzando come associazione? 

Come società di medicina ambientale ci siamo strutturati a livello scientifico in maniera molto importante. Essendo però l’Italia un Paese diverso dalle nazioni dove la medicina ambientale è nata, come gli Stati Uniti o la Germania, la nostra priorità è stata volta a ottimizzare gli sforzi sia di divulgazione sia di rapporto con l’istituzione. L’obiettivo era la promozione di tutto quello che va a favore dei cittadini, nonché la sensibilizzazione della politica e delle istituzioni. In particolare abbiamo lavorato su  tre aree tematiche: una è quella della qualità dell’aria di cui stiamo parlando, una è quella della sicurezza alimentare che riguarda una serie infinita di declinazioni, l’altra è quella dell’energia. Per quanto riguarda, in particolare, quest’ultimo settore l’idea è di promuovere forme di energia più sostenibili (fotovoltaico, eolico etc). Su quest’ambito stiamo promuovendo, ad esempio, un’iniziativa che porterà in 12 mila scuole primarie italiane una lezione, all’interno dell’ora di educazione civica, realizzata con la partnership del Cetri Tires (un’associazione nata nel 2010 composta da cittadini Europei ed esperti in vari settori delle scienze economiche, tecniche e sociali che condividono la visione di un nuovo modello energetico distribuito, interattivo e democratico come proposto da Jeremy Rifkin nelle sue varie opere) e dell’associazione Mondo IES, nostri partner. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i bambini sull’importanza di una produzione di energia sostenibile. In particolare verrà distribuito materiale informativo sul tema e  verrà proiettato un cartone animato. 

 

 


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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.