Una casa non può essere in Classe in A se non ha elettrodomestici efficienti, per questo servirebbe un’azione più netta delle istituzioni che favorisca il rinnovo delle forniture. La richiesta viene da Applia Italia l’Associazione di Categoria che rappresenta in Italia i produttori di Apparecchi elettronici domestici e professionali.
“In Italia la media è di avere macchinari di circa 12 anni”, spiega ai microfoni di Canale Energia Marco Imparato DG di Applia Italia. “Riteniamo che la legislazione che ha spinto verso l’etichetta energetica abbia rappresentato un elemento di successo”, ma rimarca il DG di Applia Italia “A mio avviso qualcosa di più si potrebbe fare. Lo sforzo dell’industria nel proporre elettrodomestici sempre più efficienti è bene che sia anche premiato dal mercato. E’ un tema di marketing, ma si tratta di una sensibilità che non sempre abbiamo rilevato sul mercato. I prodotti più efficienti e il rinnovo del parco istallato può essere accelerato”.
“La differenza in termini di consumi energetici tra un prodotto medio e uno nuovo è nell’ordine tra il 50% e il 70%. Vuol dire un risparmio ad apparecchio di oltre 150KW/h anno. Con il costo attuale di energia di oggi significa circa 200 euro di possibili risparmi in bolletta ad apparecchio”.
Sostituzione degli elettrodomestici tra risparmio ed economia circolare
D’altronde secondo i dati Enea gli elettrodomestici pesano per il 58% sui consumi in bolletta, per questo un parco macchine recente o, meglio ancora, nuovissimo, svolge un ruolo fondamentale per ridurre i consumi di un’abitazione. Non è un caso difatti che da diversi studi emerge come le persone in povertà energetica siano anche coloro che in proporzione consumano di più avendo elettrodomestici molto vecchi.
I produttori di elettrodomestici sono molto coinvolti nella transizione energetica anche grazie a un’attenzione legislativa a livello europeo e di conseguenza anche nazionale. Per cui sono state introdotte già da diversi anni le etichette energetiche, ora rinnovate nel 2021, ma sono molti i temi legati alla sostenibilità che hanno toccato il comparto. Pensiamo a temi come: riciclo, riuso, economia circolare, nuova etichettatura energetica, garanzie di riparazione a lungo termine, ecodesign.
“Si tratta di un’industria che ha la responsabilità estesa del produttore da oltre 20 anni” ricorda Imparato che sottolinea come “oltre il 95% degli elettrodomestici sono recuperabili se correttamente smaltiti”.
Italia rappresenta un settore di base produttiva annua in Italia con 22 milioni di apparecchi, per cui sono impiegati più di 500mila tra addetti diretti e indiretti e fattura oltre 19miliardi di euro. Un comparto imponente che entra nelle case dei privati cittadini come di albergatori o ristoratori.
Un processo, quello del rinnovo di apparecchi “che la crisi economica non agevola“. Si tratta di un tema “che riguarda anche il settore professionale” sottolinea Marco Imparato “in cui vige molto anche il mercato della seconda mano“. Per cui sarebbe utile un’agevolazione a livello istituzionale, magari accompagnata da una certificazione dello smaltimento avvenuto. D’altronde sottolinea Imparato “due terzi dei casi i prodotti non vengono smaltiti correttamente”. Un trend che purtroppo danneggia l’economia circolare e il recupero di materie prime, sempre più preziose per garantire al mercato apparecchiature nuove.
“Un ruolo attivo su questo possiamo averlo tutti. La legge prevede responsabilità e obblighi uguali per il venditore fisico e online con obbligo di ritorno del prodotto vecchio”. Nel video l’intervista completa.
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