Ripartire dopo il lock down non è semplice, le paure per la sicurezza sanitaria sono molte, non solo nella normale routine, tanto c’è da fare anche negli impianti ospedalieri per sconfiggere il Covid-19. La stessa progettazione dell’immissione di aria nelle terapie intensive per i malati di coronavirus deve essere invertita. Serve inoltre molta attenzione nella procedura di sostituzione dei filtri per fare solo alcuni esempi.
Per affrontare il rientro graduale alla normalità e iniziare una convivenza con il virus è necessario ripensare alcune abitudini di vita e di lavoro e su questo la tecnologia può fare molto. Al centro della discussione anche i sistemi di aerazione come elementi di garanzia per un corretto ricircolo dell’aria. Su questo fronte la Esco Samso si è messa in gioco proponendo di finanziare gli impianti per le aziende ospedaliere investendo 10 milioni di euro. Canale energia ha chiesto a Gianpiero Cascone, AD di Samso, alcuni dettagli sull’iniziativa.
Quanto può fare la tecnologia per migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’impatto del virus?
Quello che ci spinge in questa iniziativa è la certezza che il coronavirus viene trasmesso per via aerea. Nelle terapie intensive oggi gli impianti sono progettati con aria in sovra pressione, ovvero l’aria immessa è di gran lunga superiore all’aria estratta, essendo i pazienti ospedalizzati immunodepressi.
Una logica che nelle terapie intensive per malati Covid deve essere invertita; il virus deve rimanere confinato negli ambienti e deve essere fatta una particolare attenzione agli impianti di ripresa dell’aria ed alla loro immissione in atmosfera.
L’idea è quella di adottare tecnologie di mandata e di immissione dell’aria dotate di inverter e misuratori di portata, complete di filtri assoluti sia in immissione che in espulsione. Un pressostato differenziale posto a cavallo della porta di ingresso leggerà il differenziale di pressione; il sistema di regolazione agendo sugli inverter garantirà il mantenimento dei valori desiderati. Gli impianti che ipotizziamo saranno di tipo “invertibile” ovvero in grado di cambiare la sovra-pressione in depressione e viceversa a seconda dell’esigenza richiesta.
Non è da sottovalutare l’espulsione in atmosfera dell’aria. I nuovi parametri stabiliti da Aicarr stabiliscono che il diffusore esterno deve essere posizionato almeno a 10mt da un altro punto sensibile, come può essere la finestra di un altro reparto. I filtri assoluti garantiranno che l’aria espulsa non diventi un contaminante anche per gli altri sistemi di trattamento aria.
Al fine di evitare che le attività di sostituzione dei filtri possano diventare un motivo di contagio per gli addetti alle attività di manutenzione, abbiamo individuato dei sistemi di filtrazione per ambienti particolarmente nocivi, progettati per evitare il contatto tra operatori e filtro.
A servizio degli ambienti meno sensibili delle strutture, riteniamo importante anche il trattamento di quella che viene di solito definita come “aria secondaria”. La filtrazione dell’aria all’interno dell’ambiente riduce il rischio legato alla veicolazione delle particelle. Ove possibile proporremo l’installazione di filtri elettrostatici con un’efficienza, rispetto alle particelle di dimensioni comparabili con quelle dei virus, pari al 98.5%.
Come nasce l’attenzione agli impianti ospedalieri per sconfiggere il Covid-19?
Come Esco abbiamo maturato negli anni un’expertise nell’ambito dell’efficientamento energetico di strutture sanitarie. Complessivamente abbiamo realizzato circa 20 interventi in Italia e uno all’estero. Personalmente in passato ho collaborato con Arpa Campania per produrre indagini sugli impianti aeraulici in ospedali in cui era presente il batterio della legionella che ha punti di contatto con questo virus per la presenza accertata negli impianti di climatizzazione, dove i batteri si possono annidare. Per questo vogliamo mettere a disposizione delle strutture sanitarie le nostre competenze specifiche in questo campo. Sappiamo che circa l’85% di tali edifici sono stati costruiti nel dopoguerra (Edilizia per la sanità, Utet 2006) e gli impianti di aerazione sono molto datati. Quando supereremo l’emergenza, con la normalizzazione della situazione nei nostri ospedali, crediamo sarà necessario un aggiornamento in base alla normativa e alla tecnologia oggi a disposizione.
Come sceglierete le strutture da adeguare?
Tutti gli ospedali hanno i reparti di terapia intensiva progettati in sovra pressione, pertanto il nostro progetto potrebbe essere valido in ogni struttura in cui sono presenti tali reparti.
Che tipo di investimento rappresenta per chi verrà coinvolto?
L’azienda sanitaria non investirà nulla, se non parte del risparmio generato in ricerca, dalle nuove tecnologie installate. Come Esco certificata, ai sensi della norma Uni 11352, ripagheremo il nostro investimento con gli importanti risparmi che si genereranno.
Quanto costa in media per un ospedale di piccole medie dimensioni una implementazione di queste tecnologie?
Dipende molto da quanto obsoleti sono le tecnologie presenti. Ad ogni modo l’esperienza ci insegna che l’importo minimo sarà pari a circa 500.000 Euro.
Si parla molto di difendere il sistema paese Italia. La tecnologia da implementare sarà scelta dal cliente o voi proporrete delle ditte, magari nazionali?
Negli anni abbiamo scelto partner nazionali o internazionali in base al tipo di impianto da realizzare, accompagnando i clienti nel processo dell’efficientamento energetico.
Che tipo di interventi prevedete?
Gli interventi potranno riguardare diversi ambiti e principalmente:
- installazione di impianti di aereazione e di efficientamento;
- rivisitazione del lay out dei percorsi sporco-pulito;
- messa in depressione degli ambienti e gestione dell’espulsione dell’aria;
- aggiornamento o manutenzione degli impianti climatizzazione forzata e ricircolo dell’aria;
- installazione o la sostituzione di filtri assoluti, oltre agli scanner per la rivelazione della temperatura corporea.
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