Il Paesc di Roma Capitale sfida gli obiettivi climatici e punta al -51,6% di emissioni di CO2

Neutralità energetica, resilienza e trasformazione urbana, trasporti, rigenerazione e riqualificazione degli edifici alcuni ambiti. Attenzione anche alla povertà energetica

Paesc di Roma Capitale Virginia Raggi e Dario Tamburrano
Virginia Raggi e Dario Tamburrano

Neutralità energetica, resilienza urbana, trasformazione urbana, trasporti, rigenerazione e riqualificazione degli edifici scolastici e delle caserme. Questi alcuni degli ambiti in cui si snoda il Piano di azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc) di Roma Capitale presentato ieri, 21 luglio, dalla sindaca Virginia Raggi in Campidoglio. Un Piano che apre “un capitolo non più rinviabile” e che “abbraccia tanti settori di vita delle nostra città e si articola in azioni concrete” spiega la Sindaca. “Azioni coordinate e complementari che abbracciano diversi settori della vita cittadina per arrivare all’obiettivo di emissioni zero al 2050 attraverso tappe intermedie concrete. La chiave di volta è la collaborazione tra tutti gli attori e i cittadini per attuare quanto indicato dal piano”.

“Il Piano dovrà essere completato con una sorta di Patto per il clima locale. Un accordo con i diversi operatori sul campo per riattuare gli obiettivi” rimarca la Raggi. A coordinare il tutto la Sezione politiche energetiche e Paesc che è stata rivitalizzata e a cui è stata attribuita “una funzione di raccordo rispetto le diverse attività di amministrazione come una sorta di cabina di regia” così da permettergli di svolgere un lavoro di attuazione e monitoraggio delle azioni.

Alcune azioni già avviate nel Paesc di Roma Capitale

“Abbiamo previsto già azioni di forestazione urbana sostenibile, abbiamo previsto circa 20mila alberature da sostituire e abbiamo partecipato a bandi ministeriali e ci stiamo già iniziando a incamminare su questa strada” spiega la sindaca Raggi.

Non manca il tema della mobilità su cui ricorda la sindaca “Al di là della mobilità dolce in sharing, stiamo lavorando su attività tranviarie e autobus sia ibride che elettriche, oltre al piano di installazione di colonnine per una energia che sia però green”.

Un punto a sé stante del Paesc è dedicato al combattere la povertà energetica e favorire l’efficientamento delle abitazioni della Capitale con l’istituzioni degli Sportelli di energia sostenibile che, sottolinea la Raggi “devono svolgere un ruolo nevralgico e che avranno un compito di sostegno e supporto alla cittadinanza la stessa amministrazione proverà a svolgere attività di formazione”.

Nel complesso il Paesc adotta una visione olistica che considera le diverse potenzialità del territorio della Capitale. Un esempio è il “potenziale geotermico a bassa entalpia” come rimarca Dario Tamburrano coordinatore del Paesc di Roma Capitale, su cui è stato fatto uno studio insieme al Gse. Di fatto l’approccio è “Poter sfruttare tutto ciò che la natura mette a disposizione per adeguarci a tutto ciò che sono i ritmi naturali” conclude Tamburano.

L’istituzione della direzione Politiche e Paesc energetiche

Il Paesc è un documento di programmazione decennale per attuarlo, come ha anticipato al sindaca Raggi, l’Amministrazione di Roma Capitale ha formalizzato l’istituzione della direzione Politiche e Paesc energetiche, la Dpep,  (con deliberazione di Giunta Capitolina numero 222 del 9 ottobre 2017) con il compito di implementare e monitorare le azioni del Piano alle dirette dipendenze della direzione generale.

Tra le azioni della Dpep sono incluse: la pianificazione delle Politiche energetiche; il monitoraggio e implementazione Paesc; la resilienza e cambiamento climatico; la formazione, comunicazione e monitoraggio degli Sportelli energia pulita; il finanziamento e accesso ai fondi regionali, nazionali ed europei; l’ascolto e partecipazione della cittadinanza e degli stakeholder; le misure di mitigazione della povertà energetica; lo sviluppo delle Comunità dell’energia.

Per la realizzazione degli impegni e delle azioni il Paesc al 2030 adotterà il modello Energy service company (ESCo) secondo il modello del partenariato pubblico-privato; così che gli interventi di efficientamento generino presenza di incentivi o agevolazioni pubbliche in un’ottica di risparmio sui consumi e garantire, con un contratto di tipo Energy Performance Contract (Epc), sia i risparmi che il comfort.

Uno step ulteriore: puntare all’abbattimento di emissioni di CO2 al 51,6%

“Per il 2030 abbiamo deciso di adottare un ulteriore obiettivo sfidante quello di ridurre le emissioni di CO2 al 51,6%. Questo significa che tutto quello che ci siamo detti debba avere un’applicazione immediata e irreversibile. In questo contesto ospitare a Roma expo 2030 (sulle città sostenibili ndr.) potrebbe essere un tassello fondamentale” spiega la Raggi.

L’obiettivo di emissioni al 51,6% è dato dall’avanzamento del cambiamento di climatico che corre più velocemente di quanto previsto, spiega Dario Tamburanoè il primo piano di una grande città italiana che punta a oltre il 50%”. Un obiettivo che potrebbe diventare facilmente al 55% spiega Tamburrano perché ci sono delle possibilità di decarbonizzare che derivano da scelte nazionali che ci permetteranno di annunciare obiettivi superiori senza dover rimettere mano all’attuale piano “e questo è stato possibile perché ci siamo già spinti oltre negli obiettivi di questo piano”.

“Una grande sfida ma il problema è il monitoraggio delle azioni” commenta Alfonso Pecoraro Scanio presidente della fondazione Univerde “per questo serve attivare una task force operativa che possa attingere anche alle università della città. Serve un cambio fortissimo su trasporto e mobilità sostenibile sulla trasformazione dell’abitare”.

Il ruolo della povertà energetica nel Paesc di Roma Capitale

Gli sportelli capitolini per l’Energia sostenibile saranno l’interfaccia per i cittadini per apprendere come risparmiare e di quali agevolazioni hanno diritto. Uno strumento pensato anche come aiuto alle persone in povertà energetica.

Sono previste due modalità di accesso: lo sportello virtuale, in area appositamente dedicata sul portale di Roma Capitale, con Faq disponibili per cittadini ed imprese e un form di contatto pensato per poter prendere appuntamento o porre domande specifiche a un “Tutor per l’Energia Domestica e Aziendale” (Teda) e ricevere risposte via mail, via chat oppure in presenza x sportelli fisici dislocati presso alcune delle sedi municipali che hanno già dato la loro disponibilità (nel caso affiancandoli agli sportelli Roma Facile).

Il servizio offerto dagli sportelli per l’Energia Sostenibile è destinato a diversi target proprio per comprendere e garantire una maggiore efficacia e complementarietà del potenziale di supporto. Potranno quindi accedervi: i cittadini romani, in forma individuale o associata (associazioni, consorzi, rappresentanti di categoria etc.); i condomini e amministratori di condominio (anche con la partecipazione ad assemblee condominiali); le pmi, onlus e ong aventi sede o operanti nel territorio di Roma capitale; le scuole; le Energy service company (ESCo) e le imprese operanti nel campo della sostenibilità (edilizia, materiali, sistemi di gestione intelligente dell’energia e della mobilità).

Le aree di azioni del Paesc di Roma Capitale in sintesi

Le complesso le circa 100 azioni previste si dividono nelle seguenti aree: fonti di energia rinnovabile; efficienza energetica negli edifici; mobilità dolce e sostenibile; riduzione dei rifiuti; sviluppo del verde urbano, orti e riforestazione; facilities e la governance; adattamento e resilienza (vedi il documento completo).

 


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.