Le diagnosi energetiche inviate all’Enea alla scadenza di legge del 22 dicembre 2019 sono più di 11 mila. Le richieste sono relative a sedi aziendali di 9.195 imprese, di cui 3.956 energivore. Il dato è contenuto in un report che Enea presenterà in un webinar il prossimo 16 giugno.
L’obbligo di presentazione all’Enea delle diagnosi energetiche
Secondo quanto stabilisce l’art. 8 del decreto legislativo 102/2014, le grandi imprese e quelle a forte consumo di energia sono tenute a effettuare e presentare all’Enea una diagnosi energetica. La scadenza iniziale era dicembre 2015 e successivamente ogni 4 anni.
Previsto l’intervento di tecnici qualificati
“Mentre alla prima scadenza di dicembre 2015 le diagnosi potevano essere redatte anche da tecnici non certificati, attualmente è previsto l’intervento di tecnici certificati”, spiega l’Enea in una nota. Si tratta di Ege (Esperto in gestione dell’energia) ed Esco (Energy service company) previsti dalle norme Uni 11339 e Uni 11352.
Diagnosi energetiche, Salvio (Enea): “Ogni anno conta a sé”
“Al di là della scadenza quadriennale, ogni anno conta a sé in quanto le aziende possono ‘maturare’ l’obbligo nel corso degli anni, sfalsando le prime due scadenze principali del 2015 e del 2019”, spiega Marcello Salvio del dipartimento Unità efficienza energetica dell’Enea.
Qualche numero
Durante le tre annualità precedenti (dicembre 2015 – dicembre 2018), erano state inviate all’Enea 16.105 diagnosi energetiche. Di queste 8.871 da aziende, 5.862 da grandi imprese e 2.913 da aziende energivore. Il tutto con un risparmio stimato dagli interventi previsti in diagnosi di 896,3 ktep/anno.
Italia al top della classifica europea
“Grazie a questi risultati l’Italia si colloca al top della classifica UE dei Paesi più virtuosi nell’attuazione della direttiva europea sull’efficienza energetica per gli audit energetici nelle aziende. E i dati relativi alla nuova tornata lasciano ben sperare per il quadriennio 2019-23” spiega Enea.
Novità più significative della seconda tornata
“Le novità più significative della seconda tornata – spiega Salvio – riguardano la standardizzazione dei report e, in particolare, del riepilogo dei consumi con annesse linee guida settoriali per la redazione della diagnosi, realizzate in collaborazione con le associazioni di categoria”. Ma anche “i requisiti minimi di una diagnosi standard; la matrice di sistema per le imprese certificate Iso 5000”. E “le linee guida per il monitoraggio, sia nel settore industriale che nel terziario, fondamentali nella seconda tornata”. Questo perché “gli audit dovevano essere corredati di un apposito piano di monitoraggio dei consumi. Tutte le attività Enea in questo ambito sono state portate avanti in collaborazione con il Mise”, conclude Salvio.
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