La nuova Direttiva sull’efficienza energetica (EED) ha attribuito per la prima volta un valore legale al principio Energy Efficiency First. In Italia, la riduzione dell’impatto del Superbonus e dei prezzi dell’energia, dopo i picchi della crisi, hanno portato a una diminuzione degli interventi di efficientamento energetico.
La bozza di aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC) prevede un consumo di 122 Mtep di energia primaria e 100 Mtep di energia finale al 2030, a fronte di obiettivi comunitari di 112,5 e 92,1 Mtep.
Il decimo rapporto CESEF sull’efficienza energetica
Serve quindi un nuovo approccio? È la domanda cui ha provato a rispondere l’ultimo report annuale del Centro studi per l’economia e il management dell’efficienza energetica (CESEF) di Agici, giunto alla decima edizione. I risultati principali sono stati presentati il 19 marzo a Milano.
I benefici degli interventi integrati
L’approccio proposto, come ha spiegato il direttore del CESEF Michele Perotti, consiste nell’integrazione tra efficientamento e rinnovabili. Si tratta, in altre parole, di un approccio che combina l’adozione di tecnologie di efficienza energetica con soluzioni per l’approvvigionamento di energia da fonti pulite.
Sono diverse le tendenze che spingono in questa direzione: la necessità di una maggiore indipendenza energetica, gli obiettivi di decarbonizzazione, le innovazioni tecnologiche.
Gli investimenti integrati sono più profittevoli rispetto alla somma dei due interventi separati, stando alle analisi del CESEF. Permettono anche di abbattere più CO2 a un costo inferiore.
Le forme di incentivazione proposte
L’integrazione genera efficienza nella spesa pubblica. Come promuoverla, dunque? Con un nuovo quadro di policy che sia stabile, chiaro, razionale e coerente con le logiche di decarbonizzazione. Ovvero, puntando sia sulla revisione degli strumenti incentivanti in vigore (detrazione fiscali, conto termico, certificati bianchi, CER…) sia introducendo nuovi incentivi dedicati specificatamente all’integrazione FER-EE. Alcuni esempi? Un incentivo per l’uso di pompe di calore e un altro per interventi complessi di decarbonizzazione nell’industria, in particolare nei settori hard-to-abate, basato sulla riduzione delle emissioni di CO2.
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Il commento del MASE
Dopo una serie di tavole rotonde che hanno coinvolto rappresentanti del mondo energetico e di quello finanziario, le conclusioni sono state affidate a Enrico Bonacci, esperto della Segreteria tecnica dipartimentale del MASE, che si è riallacciato al discorso del PNIEC. “Anziché basarci su un approccio di tipo top-down, abbiamo preferito propendere per un approccio di tipo bottom-up, e più realistico. Siamo soddisfatti degli obiettivi fissati a livello di rinnovabili, ma siamo consapevoli che c’è ancora da lavorare su efficienza e settori non ETS. Abbiamo l’urgenza di ottimizzare l’utilizzo delle risorse pubbliche proprio per alzare ulteriormente l’asticella”, ha spiegato Bonacci.
Il premio “Manager efficienza energetica” 2024
Non è mancata, infine, la consegna del premio “Manager efficienza energetica” 2024. “Vorrei ringraziare per l’istituzione di questo premio, perché contribuisce a dare visibilità a un settore, e non più ormai a un motto”, ha dichiarato Emanuela Trentin, CEO di Siram Veolia, nonché vincitrice dell’edizione di quest’anno. “Sono orgogliosa che questo riconoscimento sia stato assegnato a Siram Veolia, un’azienda che opera nel settore dell’efficienza energetica da oltre cent’anni sull’intero territorio nazionale, proponendo progetti che combinano la riduzione dei consumi con l’introduzione di fonti alternative”.
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