Per il nostro Paese, adeguarsi alla Direttiva “case green” (Energy Performance of Buildings Directive, EPBD) sarà complesso, ma non impossibile. Ci costerà infatti circa 180 miliardi di euro al 2030, stando a un modello elaborato dal dipartimento Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano che, il 19 maggio, ha presentato l’Energy Efficiency Report 2024.
La questione degli edifici in classe G
Parliamo di una spesa simile a quella sostenuta nell’ultimo triennio tra superbonus, ecobonus e bonus casa: gli interventi, tuttavia, dovranno interessare un numero straordinariamente più elevato di edifici, a partire da quelli appartenenti alla classe G, che rappresentano il 40 per cento dell’intero parco immobiliare italiano.
Sulla base dell’EPBD, dovremo ridurre il consumo di energia primaria degli edifici a uso abitativo di circa 6,32 Mtep, 3,48 dei quali dovranno riguardare proprio gli immobili di classe G: un simile intervento potrebbe arrivare a costare tra i 93 e i 103 miliardi di euro.
Case green, la necessità di una pianificazione attenta degli investimenti
“A differenza di quanto fatto nel recente passato bisognerà intervenire in maniera molto più estensiva sul territorio in termini di numero di edifici, sempre che il comparto dell’edilizia possa gestire un numero enorme di cantieri in così pochi anni e anche che i prodotti e i materiali siano disponibili, e a un prezzo in linea con quanto previsto dalle stime”, ha commentato Vittorio Chiesa, direttore di E&S.
È online l’undicesima puntata di “WithEU – L’Europa raccontata in 5 minuti”!
In questo episodio discuteremo la nuova direttiva europea “Case Green”, in particolare vedremo le sfide, l’impatto sociale e gli effetti benefici.
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— Centro Europe Direct Città Metropolitana di Roma (@EDCittadiRoma) June 19, 2024
“Parte di queste risorse potrebbe (o dovrebbe) arrivare da un nuovo grande piano di finanziamenti europei, ma non basta: occorre una pianificazione attenta e la messa a punto di strumenti di supporto alla riqualificazione energetica degli edifici che oggi non è parte della nostra agenda politica. Senza interventi sul patrimonio edilizio, gli obiettivi di decarbonizzazione del Paese non saranno mai raggiunti”.
Le preoccupazioni delle imprese
Nel 2023, gli investimenti in efficienza energetica in Italia sono stati trainati dal settore residenziale, ma ora “sono molte le preoccupazioni degli operatori riguardo al futuro del mercato”, avverte Federico Frattini, vicedirettore di E&S. Rallentano anche gli investimenti da parte delle imprese che, nonostante la volontà di ridurre i costi e l’impatto ambientale, sono frenate dall’incertezza normativa e dai tempi dilatati di ritorno dell’investimento. Una survey effettuata dal dipartimento evidenzia un significativo calo d’interesse nel puntare su tecnologie come il fotovoltaico, che resta invece una delle tecnologie di punta dell’offerta delle ESCo nel comparto del civile, proposta da oltre il 75 per cento dei rispondenti.
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