Quando si parla di inquinamento dell’aria spesso si tende a pensare che questa problematica riguardi esclusivamente gli ambienti esterni. Tuttavia anche ciò che respiriamo in ambienti chiusi, come case e uffici, può presentare dei livelli elevati di sostanze inquinanti. Di questo argomento si sta iniziando a parlare sempre di più, grazie anche al moltiplicarsi degli studi scientifici, ma la consapevolezza tra i cittadini è ancora poca.
Tra gli strumenti che abbiamo a disposizione per arginare il fenomeno c’è la progettazione. Intervenire a monte, facendo una serie di scelte mirate in fase di realizzazione dell’edificio, permette infatti di avere in seguito ambienti interni più salubri. Di questi argomenti abbiamo parlato con Leopoldo Busa, progettista esperto di qualità dell’aria e amministratore delegato di Biosafe.
In che modo la progettazione edilizia può contribuire a contrastare il fenomeno dell’inquinamento indoor?
La studio della fisica tecnica dell’edificio ci permette, insieme a una serie di strumentazioni, di prevedere l’impatto in termini di inquinamento indoor. In maniera analoga a quanto avviene, ad esempio, con la trasmittanza di una parete, c’è un parametro fisico, denominato ‘fattore di emissione’, che ci permette di prevedere quale sarà il carico inquinamento. In pratica siamo in grado di analizzare i materiali da costruzione e di comprendere quanto possano inquinare ogni ora, per ogni metro cubo di superficie.
C’è un parametro fisico, denominato ‘fattore di emissione’, che ci permette di prevedere quale sarà il carico inquinamento. In pratica siamo in grado di analizzare i materiali da costruzione e di comprendere quanto possano inquinare ogni ora, per ogni metro cubo di superficie
Per ottenere queste informazioni, valutiamo in particolare le caratteristiche dei materiali e le loro prestazioni. Successivamente inseriamo il fattore emissivo all’interno di un modello di analisi del progetto architettonico e, in base al numero di superfici emissive presenti, riusciamo a calcolare l’inquinamento atteso della casa. Una volta fatto questo, valutiamo gli effetti dell’implementazione di soluzioni come la ventilazione meccanica controllata o altri impianti.
Conoscere il livello di inquinamento atteso in base ai materiali edilizi utilizzati ci permette, a esempio, di regolare i flussi di ventilazione meccanica anche in funzione del carico inquinante e non soltanto in funzione di parametri termoidrometrici come la temperatura e umidità. In questo senso si va verso un’evoluzione del concetto di comfort, che non viene più inteso solo in termini di temperatura e di umidità, ma anche di tutela della salute all’interno degli edifici.
Quali interventi si possono realizzare invece sull’edilizia esistente?
In generale più è pesante la ristrutturazione, maggiore è il margine di intervento sulla qualità dell’aria. Tuttavia si può scegliere di realizzare anche interventi semplici. Ad esempio, se io devo imbiancare casa, potrò scegliere delle tinte che assorbono la formaldeide o i precursori delle polveri sottili, come ossido di azoto e anidride solforosa. Ci sono poi delle tinte che semplicemente sono poco emissive, ovvero non aggravano il contenuto di inquinanti nell’aria. In generale posso gestire questi aspetti in base al budget che ho. Fermo restando che bisogna subito sfatare un luogo comune. Non è la superficie più interna della stanza quella che causa l’inquinamento interno, ma tutta la stratigrafia.
Il ruolo dei sistemi di ventilazione meccanica
Tra le soluzioni che si possono utilizzare per migliorare la salubrità dell’aria negli ambienti interni ci sono anche i sistemi di ventilazione meccanica. Quali vantaggi hanno?
Una ventilazione meccanica sfrutta una macchina che preleva l’aria fresca pulita dall’esterno, la filtra e la immette negli ambienti della casa purificata. Contemporaneamente l’aria viziata degli ambienti viene prelevata e sparata fuori dalla stessa macchina. Il sistema è dotato inoltre di uno scambiatore di calore, una sorta di radiatore che non consente passaggio di materia, ma permette all’aria in entrata, più fredda in inverno, di essere preriscaldata dall’aria in uscita già calda. In questo modo ottengo inoltre un risparmio energetico.
E’ un sistema che posso utilizzare anche se non faccio una ristrutturazione, perché posso scegliere apparecchi per la ventilazione meccanica controllata puntuale, che possono cioè essere installati anche in una stanza sola.
Lei si occupa di certificazioni salubrità ambientale. Quali parametri vengono presi in considerazione?
I parametri analizzati per la certificazione di salubrità ambientale sono un po’ più complessi. A livello internazionale sono stati selezionati bibliograficamente, su base scientifica, una serie di sostanze, con allegati una serie di limiti. Mi spiego meglio. Sono state classificate delle sostanze pericolose, delle sostanze cancerogene, delle sostanze che non hanno effetti nocivi e delle sostanze che addirittura possono fare bene.
Queste sostanze vengono continuamente studiate a livello scientifico dalla comunità medica, che poi indica il limite massimo di concentrazione consentita all’interno delle abitazioni. Noi progettiamo gli edifici in modo che queste sostanze stiano al di sotto dei limiti prefissati.
Quali sono le sostanze a cui si riferisce ?
Stiamo parlando, ad esempio, delle sostanze che sono più pericolose, come la formaldeide il benzene, gli xileni, Il toluene. Potrei elencarne ancora molte altre, perché si può arrivare fino a 250 tipi di sostanze diverse. Ciascuna di queste sostanze deve rimanere al di sotto di una determinata soglia minima per non essere tossica per l’uomo. Questo limite di tolleranza è dato all’acronimo inglese Lci, ovvero Lowest concentration of interest. Realizzare una certificazione della salubrità ambientale per una casa significa, quindi, preoccuparsi del fatto che la qualità dell’aria all’interno della casa soddisfi tutti questi limiti stabiliti dall’Lci.
Noi andiamo a progettare in modo mirato e poi facciamo delle misurazioni in campo, effettuando dei prelievi per verificare che effettivamente, alla fine del processo edilizio, le sostanze tossiche siano rimaste al di sotto dei limiti prefissati.
Noi andiamo a progettare in modo mirato e poi facciamo delle misurazioni in campo, effettuando dei prelievi per verificare che effettivamente, alla fine del processo edilizio, le sostanze tossiche siano rimaste al di sotto dei limiti prefissati. Per fare questo utilizziamo apposite strumentazioni e ci atteniamo alle norme Uni ufficiali accreditate. In questo modo possiamo quantificare il livello della qualità dell’aria all’interno degli edifici.
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