Per poter contestualizzare la pianificazione energetica è necessario prioritariamente definire il processo di pianificazione che investe le Amministrazioni e analizzare di quali fasi si componga.
La pianificazione è collocata nel più generale Sistema di amministrazione e controllo[1], visto da taluni illustri Autori come un “circolo procedurale di interdipendenze” riferito ad un determinato processo suddiviso in fasi[2].
Il processo di pianificazione
Il processo di pianificazione è definito come l’insieme delle attività mediante le quali vengono analizzati e stabiliti la mission e gli obiettivi di fondo dell’ente il cui conseguimento è garantito dallo svolgimento del processo di controllo.
Il processo si basa su due punti fondamentali:
- l’analisi del passato, in termini di comportamenti, risultati, ecc.,
- la previsione delle dinamiche future.
La pianificazione coinvolge soprattutto gli alti livelli dell’Amministrazione; è compito di questi ultimi, una volta definiti gli obiettivi strategici, diffonderli all’interno dell’ente.
Il processo di pianificazione strategica si sviluppa nelle seguenti fasi:
- definizione della mission e degli obiettivi aziendali;
- analisi della situazione di partenza (bilanci energetici, criticità);
- formulazione delle strategie;
- redazione dell’output (piano);
- esecuzione del piano e controllo (se si dispone della struttura organizzativa adeguata).
La redazione del piano è solo l’ultimo passo prima del compimento operativo delle strategie.
Nel piano sono descritti i risultati derivanti dalle analisi strategiche condotte in sede di pianificazione. Con esso le strategie precedentemente elaborate vengono esplicitate, comunicate e messe in condivisione interna ed esterna.
Il piano, quindi, costituisce l’output formale[3] del processo, la rappresentazione quantitativa della pianificazione energetica (ed ambientale e di adattamento climatico, ove lo si voglia).
La normativa
La pianificazione energetica è inquadrata dalla normativa fra gli obblighi degli Enti locali.
Oltre alla redazione del Piano energetico comunale (L.10/91), ai controlli sugli impianti termici e ai controlli sulla sicurezza degli impianti (L.46/90), sono conferiti al Comune le funzioni e i compiti di controllo sul risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia (D.Lgs. 112/1998 art. 31 Conferimento di funzioni agli enti locali).
Per inquadrare gli ambiti di azione è utile considerare le funzioni degli enti locali specificate nel D.Lgs.192/2005. Gli Enti devono considerare negli strumenti di pianificazione i criteri e le modalità per:
- migliorare le prestazioni energetiche degli edifici
- favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili negli edifici;
- effettuare le ispezioni periodiche degli impianti per la climatizzazione al fine di ridurre il consumo energetico e le emissioni di biossido di carbonio;
- sostenere la diversificazione energetica;
- assicurare la vigilanza sulle norme in materia di prestazione energetica degli edifici, anche attraverso la raccolta e l’elaborazione di informazioni e dati;
- promuovere l’uso razionale dell’energia anche attraverso l’informazione e la sensibilizzazione degli utenti finali;
e devono porre particolare attenzione alle soluzioni tipologiche e tecnologiche volte all’uso razionale dell’energia e all’uso di fonti energetiche rinnovabili, e alla massimizzazione dello sfruttamento solare favorendo in termini di volume edificabile le scelte conseguenti.
Nel quadro generale delle azioni, pertanto, alcune attività sono di diretta attuazione e responsabilità dell’Ente; altre richiedono la compartecipazione di enti di pari livello o sovraordinati per il raggiungimento degli obiettivi comuni.
Il processo di pianificazione, in quanto sistema, può essere organizzato come il più generale sistema amministrativo aziendale, in flussi di input e flussi di output, dove i primi sono sostanzialmente l’analisi della situazione di partenza (in termini di ambiente generale, impresa), l’individuazione dei punti di forza e di debolezza, la definizione degli obiettivi e la formulazione delle strategie. L’analisi e la valutazione di tutte queste variabili contribuiscono alla costruzione del piano, potendolo quindi intendere come il risultato o output documentale del processo di pianificazione.
[1] G. ZAPPA, Il reddito di impresa, Giuffrè Editore, Milano 1943
[2] MELVILLE C. BRANCH, The Corporate Planning Process, New York, American Management Association, 1962.
[3] Fonte: SAITA MASSIMO, Economia e strategia aziendale, Giuffrè Editore – Milano 2001
Leggi anche L’approccio al miglioramento della prestazione energetica nelle organizzazioni energivore
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