L’ascensore panoramico inclinato e il rifugio di montagna cosa hanno in comune? Sono stati ripensati in modo sostenibile grazie al lavoro del parco tecnologico italiano Environment Park di Torino.
Gli edifici e le strutture possono svolgere un ruolo importante nel combattere il cambiamento climatico. Dai centri abitati fino anche ai luoghi turistici è possibile contenere l’impatto sull’ambiente senza incidere sul confort o limitare le proprie esperienze.
Azioni che non sempre necessitano di ricostruire delle strutture ma spesso possono agire integrando realtà esistenti con attenti processi di retrofit. L’Environment Park di Torino (socio Apsti) sta seguendo alcune iniziative sia in ambito cittadino con Store4huc che in realtà turistiche come i rifugi alpini con il progetto Life Sustainhuts.
Ce ne parla Davide Canavesio, Amministratore Delegato di Environment Park (leggi anche: Un parco per fare impresa innovativa per l’ambiente e svago per i cittadini).
Costruire un rifugio alpino contro le emissioni di CO2
I rifugi alpini come primo baluardo di attenzione dell’architettura all’ambiente è il progetto internazionale Life Sustainhuts, finanziato dall’Unione Europea e a cui per l’Italia partecipano il parco tecnologico di Torino Environment Park e CAI Torino.
Oggetto dell’innovazione il Rifugio Torino, situato nei pressi del Colle del Gigante sul massiccio del Monte Bianco, a 3.375 metri di quota, raggiungibile in 15 minuti dal comune valdostano di Courmayeur con la nuova funivia Skyway Montebianco.
L’obiettivo è stato quello di migliorare l’efficienza energetica della struttura del 20%, ridurre le emissioni di CO2 fino a 21 tonnellate all’anno e quelle di NOx (ossidi di azoto) fino a 0,5 tonnellate all’anno, dando vita a un modello virtuoso e replicabile su realtà analoghe.
Quali sono i maggiori elementi di impatto ambientale dei rifugi alpini?
Spesso gli edifici costruiti in montagna, sebbene realizzati nel rispetto dell’ambiente circostante, rischiano di diventare, loro malgrado, causa di inquinamento. Per questo motivo progetti come Sustainhuts diventano fondamentali perché incentivano l’uso di fonti di energia rinnovabile e implementano la sostenibilità ambientale dei rifugi, grazie alla riduzione delle emissioni inquinanti, all’ottimizzazione del consumo e la gestione di energia e all’isolamento con materiali innovativi e riciclati.
Quali sono gli asset su cui si muove il progetto?
Per ottenere gli obiettivi di efficienza e riduzione di CO2 e NOx previsti la facciata sud del rifugio è stata coperta da 28 pannelli fotovoltaici, che permettono il riscaldamento delle due stanze destinate agli alpinisti e alle guide. Inoltre, l’edificio è stato dotato di un innovativo sistema di recupero dell’acqua piovana e di scioglimento della neve: attraverso cavi posti nelle grondaie del vecchio rifugio, l’acqua viene trasportata in vasche di accumulo nel rifugio nuovo, filtrata e utilizzata in cucina.
Anche le acque grigie vengono filtrate, accumulate e riutilizzate negli impianti igienici limitando così lo spreco di acqua e abbattendo i costi di trasporto a valle.
Quali realtà sono coinvolte?
Per questo progetto specifico collaboriamo a stretto contatto con il Club Alpino Italiano CAI Torino, ma Sustainhuts riguarda complessivamente nove rifugi dell’arco alpino in paesi come Spagna e Slovenia e coinvolge un consorzio di realtà molto ampio e articolato tra aziende, università, associazioni alpine.
Si potrebbe estendere ad altre realtà di accoglienza turistica? E se sì, a quali?
Al momento il progetto è incentrato su 9 rifugi alpini che possono diventare dei “modelli” adattabili ad altre realtà turistiche posizionate in zone dove il loro impatto rischia di nuocere all’ambiente circostante. Per questo motivo ci auguriamo che il Rifugio Torino possa davvero diventare un modello virtuoso e replicabile.
L’energia nel centro storico in chiave sostenibile
Store4huc è un progetto che rientra nell’ambito del programma europeo “INTERREG Central Europe” ed è finalizzato a sviluppare, all’interno dei centri storici cittadini, un sistema di approvvigionamento energetico particolarmente sostenibile. Saranno infatti drasticamente abbattute le emissioni di carbonio grazie all’utilizzo di un sistema di produzione di energie rinnovabili collegato con sistemi di stoccaggio energetico.
Su quali città state testando il modello?
Attualmente la città modello selezionata è Cuneo in Piemonte, grazie alla collaborazione con le istituzioni locali. Nello specifico sarà interessato l’ascensore panoramico inclinato che collega il centro con la parte bassa della città di Cuneo. Il nuovo sistema di approvvigionamento rinnovabile e di accumulo energetico avrà un’immediata ricaduta sul territorio: non solo sarà riqualificata un’infrastruttura significativa della città, ma al contempo è atteso un miglioramento complessivo dell’efficienza energetica proveniente da fonti rinnovabili con una conseguente diminuzione dei costi. Inoltre, il nuovo impianto di accumulo potrà essere utilizzato per offrire ulteriori servizi alla cittadinanza come, ad esempio, una comoda centralina di ricarica per le biciclette elettriche.
Ci sono altre realtà coinvolte? Quali sono gli obiettivi di questo progetto?
Anche in questo caso, così come per il progetto Sustainhuts, sono coinvolti diversi Paesi come Slovenia, Germania, Austria e Croazia e diverse realtà istituzionali e imprenditoriali. L’obiettivo a lungo termine del progetto “Store4HUC” è infatti quello di proporre esempi virtuosi, adattabili anche in altre realtà italiane ed europee e capaci di contribuire sensibilmente a migliorare e arricchire le strategie di pianificazione urbanistica in un’ottica più green, cercando il giusto compromesso tra vincoli storico architettonici ed esigenze di sostenibilità ambientale.
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