Nuotare, regalarsi un trattamento benessere, sottoporsi a un allenamento in palestra. Sono tutte attività che prevedono un forte consumo di energia elettrica e termica. Molti impianti sportivi, visti gli elevati importi in bolletta, decidono di intraprendere la via dell’efficienza optando per sistemi di generazione più performanti. Ne è un esempio il centro fitness Onda della Pietra di Castelnovo ne’ Monti (RE) che ha installato due unità di microcogenerazione g-box 20 di 2G.

Piscina Onda

Siamo riusciti a realizzare quest’installazione grazie al finanziamento della Regione Emilia Romagna, che ha coperto il 70% della spesa, e della nostra banca, che ci ha supportati per il restante 30% a un tasso massimo vincolato”, ci spiega l’Ing. Ivano Borgonovi di EdilBorgonovi autore della progettazione e della realizzazione dell’intervento. “Grazie a questo investimento abbiamo potuto elaborare un progetto energetico dell’intera struttura prevedendo l’installazione di due unità di cogenerazione, alimentate a gas naturale o biometano, e di corpi luminosi a LED”.

Microcogenerazione come funziona

Prima di scegliere il tipo di macchina abbiamo fatto un’analisi a priori del consumo di gas e stabilito quanti kW di energia termica sono necessari alla struttura – spiega Borgonovi – Analizzando lo storico dei consumi abbiamo rilevato che il centro ha bisogno annualmente di 90 mila m3 di gas. La cosa importante è che, in media, nel periodo invernale (tra gennaio e febbraio) ne consuma 10 mila m3 al mese, invece nei periodi estivi 5 mila m3”.

La soluzione tecnologica

Per questo, la struttura è stata dotata di un impianto di cogenerazione composto da un’unità elettrica da 20 kW e termica da 40 kW in affiancamento dell’esistente caldaia a fiamma libera da 450 kW. Una scelta che consente di modulare il funzionamento delle macchine a seconda dei bisogni e della stagionalità: “Se avessimo optato per una sola grande macchina questa avrebbe lavorato inutilmente d’estate, con una conseguente dispersione di elettricità e calore. Invece, d’inverno avrebbe sovraprodotto energia che avremmo dovuto svendere alla rete”.

Gbox20

Gbox20chiusa

In questo modo, invece, quasi tutta l’energia elettrica prodotta viene consumata e con quella termica si produce acqua calda e si riscaldano piscine e palestre. “Facciamo lavorare le macchine al massimo per ottenere il massimo rendimento. D’estate uso solo l’unità di produzione di energia elettrica, senza dispersioni. D’inverno lavorano entrambe, anche se quella elettrica viene spenta di notte, e affianco l’uso della caldaia”. Per migliorarne la gestione “abbiamo installato dei contatori interni alle macchine che ci offrono le cifre di produzione in base all’energia consumata”. Si riesce a raggiungere rendimenti elevati grazie all’uso del calore latente di condensazione nei fumi di scarico.

Complessivamente l’unità di cogenerazione lavora 6.000 ore l’anno e fornisce energia a: piscine al coperto e all’aperto, palestra, sale fitness, thermarium, centro estetico, bar e ristorante (solo le fonti luminose sono accese per 10 ore al giorno). Il risparmio è calcolato del 50% sulla spesa di energia elettrica e del 40% sulla parte termica, “perché abbiamo aumentato leggermente consumo di gas”, specifica Borgonovi. Percentuali che, tradotte in cifre, equivalgono a un 35 mila euro di risparmi all’anno a fronte di una spesa precedente di circa 30 mila euro per il gas e 70 mila per l’elettricità. Per i termpi di ritorno stimati dell’investimento, invece, si parla di 4 anni.

Le macchine lavorano a pieno regime da luglio, nonostante la consegna a gennaio 2016, “abbiamo riscontrato qualche ostacolo burocratico che ha rallentato i lavori”, specifica Borgonovi. Al momento, la regolazione è manuale e operata dallo stesso Borgonovi, “ma riusciremo a regolarla con l’impianto di gestione della struttura in modo da automatizzarne il funzionamento e da migliorare la gestione di errori e allarmi”.

Spa Onda


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