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Un settore con consumi energetici contenuti, ma caratterizzato da un elevato numero di edifici sul territorio (26000 parrocchie in Italia) e dalla necessità di effettuare notevoli risparmi in ambito energetico. E’ la fotografia, relativa allo stato dell’arte delle chiese in Italia, scattata dall’analisi condotta da Roberto Gerbo, Ege certificato Secem. In particolare, quella delle parrocchie, è una tipologia edilizia che registra purtroppo delle criticità in caso di interventi di efficientamento, a causa dei tempi di ritorno troppo lunghi. Una situazione in cui è necessario promuovere azioni di supporto con forme in conto capitale e bancario (mutui oltre 20 anni) e sponsor.

Impianti accesi per periodi più lunghi rispetto all’utilizzo dei locali

Tra le maggiori criticità di questi edifici, sul piano energetico, ha spiegato a Canale Energia Gerbo, c’è “la necessità di tenere accese le diverse tipologie di impianto per tantissime ore, anche se l’utilizzo effettivo si riduce invece a poche ore. Dall’analisi è emerso in particolare come gli impianti debbano essere tenuti accesi cinque volte di più rispetto alla durata degli eventi. Ciò porta ad avere consumi enormi”.

Inefficienze per i lunghi tempi di preaccensione

Attraverso la descrizione di un caso pratico di diagnosi energetica light (ai sensi della norma UNI CEI EN 16247, la relazione ha mostrato, come si legge nel testo, che  “le inefficienze sono energetiche, più che prestazionali  e di tipo gestionale, nonché correlate a lunghi tempi di preaccensione per messa a regime ed emissioni significative”.

I possibili risparmi

Tuttavia, ha spiegato alla nostra testata Gerbo, i risparmi che si potrebbero ottenere grazie a investimenti per interventi di efficientamento mirati si collocano in una fascia compresa tra il 25-30 % e il 50%. Il problema è però legato al fatto che “i tempi di ammortamento di questi interventi, sotto il profilo prettamente energetico, sono di 15 – 20 anni, quindi le ESCo non si prestano assolutamente a fare questo tipo di progetti“.

Detrazioni e conto termico

Nello specifico, come si legge nella relazione, l’attuazione di tali interventi, analizzati in ottica costi benefici, evidenzia lunghi tempi di ritorno che fanno escludere interventi di tipo Esco (anche perché per le chiese non sono utilizzabili forme di detrazione fiscale, come sono scarsamente utilizzabili il conto termico parte per privati e eventualmente TEE con progetti specifici). Occorre individuare un supporto con forme in conto capitale e bancario (mutui oltre 20 anni) e sponsor”.

Alcune criticità 

Tra le criticità legate alla particolare struttura di questa tipologia di edifici ci sono, come emerge dalla relazione, alcune caratteristiche architettoniche. La chiese “sono in genere composte da spazi aperti (con superfici significative >500 mq) di altezza considerevole e privi di limitazioni alla naturale salita dell’aria calda per riscaldamento. Quest’aria calda tende a stratificarsi in alto a scapito del benessere nella zona occupata dalle persone e della efficienza gestionale. Si registra quindi un gradiente termico significativo, fenomeno negativo anche per eventuali opere d’arte presenti”.

A ciò si aggiunge la presenza di sistemi di riscaldamento ad aria forzata (centrali termoventilazione ad aria, generatori di calore diretto), poco efficienti anche dal punto di vista della distribuzione del calore. Oltre a questo va poi considerato che i sistemi di irraggiamento sono posizionati lontano dalle persone e per questo perdono buona parte della loro efficienza termica”

Illuminazione

Se si passa a prendere in esame l’illuminazione la situazione non migliora, a causa di impianti vecchi e inefficienti. “Vi sono molti piccoli punti luce/lampadari, inoltre abbiamo assenza di direzionalità dell’illuminamento, mancanza di parzializzazione, lampade non di ultima generazione, spesso ancora alogene o ioduri per fari a lunga gittata a bassa efficienza energetica, etc. Inoltre in alcuni casi tali apparecchi assolvono una prioritaria esigenza di illuminazione di immagine (illuminazione opere arte, ecc.)”, spiega Gerbo nella relazione.

Impatto ambientale

L’effetto negativo della mancanza di efficienza energetiche nelle chiese fa sentire i suoi effetti anche in termini di impatto ambientale. Anche se in misura limitata al periodo di uso impianti, si hanno infatti consumi energetici ed emissioni relativamente significativi, visti il numero delle chiese e l’inefficienza e la vetustà degli impianti”. 


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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.