Il2020 ha avuto un volume di affari nel settore dell’efficienza energetica pari a quasi 2,1 mld di €. Di questi, oltre il 90% sono riferiti ad investimenti in tecnologie hardware, mentre circa l’8% degli investimenti è stato effettuato in tecnologie software per il controllo ed il monitoraggio delle prestazioni dei cicli produttivi. Di scarsa rilevanza gli investimenti in infrastrutture per offrire flessibilità tramite i progetti pilota Uvam (pari solamente allo 0,1% del totale). Di fatto per quanto siano aumentate le Esco (Nel corso del 2020 c’è un 1,6% rispetto al 2019) il trend del settore rispetto al 2019 è negativo con un -19,6% rispetto al 2019 (grafico sotto).
È quanto emerge dal Digital energy efficiency report 2021 presentato nel corso dell’evento “Il mercato dell’efficienza energetica industriale e la sfida della transizione verso il futuro” organizzato da Energy&Strategy group – School of management del politecnico di Milano.
Di fatto nel 2020 infatti, sono stati riconosciuti circa 1.180.000 Certificati in meno rispetto al 2019 con una contrazione maggiore rispetto al 24% dell’anno passato. Negli ultimi due anni il meccanismo ha visto dimezzare l’emissione dei certificati riconosciuti.
“Il comparto industriale opera con due facce come fornitura e servizi e come investitore” spiega Vittorio Chiesa direttore scientifico dell’Energy strategy group del Polimi “dallo scenario analizzato sembra difficile immaginare che si possa concretizzare una situazione di mercato favorevole alla ripresa del mercato dei certificati bianchi”. Di fatto quello che emerge è come sia necessario andare oltre il Pnrr e riprendere in mano seriamente il tema dei Certificati bianchi, perché l’ultima riforma non sembra soddisfare il settore e per farlo al meglio è necessario coinvolgere il comparto alle reali esigenze del settore.
Di fatto quello che emerge è come sia necessario andare oltre il Pnrr e riprendere in mano seriamente il tema dei Certificati bianchi perché l’ultima riforma non soddisfa il settore e per farlo al meglio è necessario coinvolgere il comparto alle reali esigenze del settore. Serve un maggior snellimento delle procedure e una riduzione degli obiettivi.
Il Pnrr per uscire dalla crisi secondo il Digital Energy Efficiency Report
Nel rapporto emerge come sia possibile “stimare una crescita year-on-year pari al 17%, per arrivare al 2023 a quasi 3 miliardi di € di investimenti” grazie al Pnrr. Un processo che potrebbe cancellare gli effetti del Covid-19 e riprendere una crescita importante per il settore.
Secondo lo scenario “policy driven” disegnato dall’E&S group, che prevede una riforma vera dei Certificati bianchi che segua il Pnrr, si potrebbe raggiungere un livello di investimenti di oltre 3,1 miliardi, al 2023, pari al 120% di quanto registrato nel 2019.
Al contrario, la crescita sarà limitata al 5% anno su anno, superando i 2,3 miliardi nel 2023 (il 90% di quelli nel 2019). Uno scenario che risente della pandemia da Covid-19 che ha implicato comunque un ulteriore abbattimento del mercato altrimenti previsto di circa 2,9 miliardi.
Data valorization e data monetization
L’indagine quest’anno si è domandata se e come la data valoriazation (i dati sono utilizzati come un supporto decisionale all’interno dell’impresa), e monetization (monetizzazione dl dato) sia parte del settore analizzato. Nel complesso è emerso come le aziende non valorizzino i dati di cui dispongono.
“Solo il 33% del campione dichiara di non applicare il paradigma di Data
valorization all’interno della propria azienda” spiega Davide Chiaroni professore del politecnico di Milano presso la School of management. Di questi circa il 70% ritiene che non svilupperà alcuna soluzione di Data valorization nemmeno in futuro. Tra i maggiori ostacoli una scarsa visione del top management, a seguire una incertezza del sistema produttivo .
“Si tratta di analisi che possono favorire le scelte aziendali e anche supportare scelte di lungo periodo per l’azienda” sottolinea Mirco Faè energy manager di Coop service ” e possono aiutare soprattutto nell’uso dell’Iot. Ritengo che il vantaggio maggiore sia aiutare la giusta informazione alla persona giusta”.
Meno riscontro sull’uso del Data monetization. Il “98% circa del campione intervistato dichiara di non applicare il paradigma di Data monetization all’interno della propria
azienda“. Non solo non c’è neanche un interesse a crescere del comparto. Oltre il 90% asserisce che anche in futuro non svilupperà soluzioni per agire su questi parametri.
Il sentiment degli energy manager
Il 65% circa del campione analizzato dichiara di aver implementato investimenti in soluzioni hardware nel corso del 2020 con un -4,5% rispetto al 2019. Un dato che cresce al 79% nelle grandi aziende. Il che evidenzia i passo indietro in cui versano le Pmi. Tra le motivazioni: gli eccessivi tempi di ritorno, l’incertezza del quadro normativo e
l’interazione critica con il processo produttivo. Nel complesso il settore è permeato da uno limitato ottimismo per quanto non veda una crescita significativa del comparto per il prossimo anno.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.