Oggi 12 ottobre a Bruxelles è previsto un trilogo “open ended”, cioè a oltranza, che coinvolge Parlamento europeo e il Consiglio Ue sulla Direttiva Energy performance of buildings directive, EPBD, o detta anche “Case green”.
Si tratta di una direttiva che punta a migliorare le performance energetiche degli edifici in Europa limitando gli sprechi energetici e le emissioni in ottica di raggiungere i target Fit for 55. Gli edifici difatti rappresentano una importante fonte di inquinamento e possono dare un contributo importante alla lotta alla crisi climatica. E’ stato stimato difatti come siano responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all’energia.
Ad oggi l’ultimo aggiornamento sulla Direttiva EPBD è del 14 marzo 2023. Data in cui il Parlamento europeo ha approvato la proposta di revisione avanzata dalla Commissione.
Le posizioni sulle “Case green” a confronto
Vediamo alcuni punti in discussione nella Direttiva a seconda le ultime proposte votate dalle due istituzioni europee. Nel contesto vediamo che il Parlamento ha chiesto scadenze più stringenti rispetto al Consiglio Europeo.
A queste divergenze andrà poi sommata la necessità di alcune armonizzazioni importanti tra i paesi Europei.
Certificazioni di prestazione energetica, manca omogeneità europea
Non ultimo abbiamo ripreso di recente il commento del Direttore del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica (DUEE) dell’Enea Ilaria Bertini sulla differenza di valutazione delle classi di prestazioni energetica tra i paesi europei. Differenza che ad oggi penalizza molto gli edifici italiani. Si tratta di decisioni delicate che possono cambiare notevolmente il valore degli immobili sul mercato e di conseguenza i beni di numerose famiglie.
Il Parlamento Europeo:
- tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028.
- Per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche la scadenza è fissata al 2026.
- Tutti i nuovi edifici per cui sarà tecnicamente ed economicamente possibile dovranno inoltre dotarsi di tecnologie solari entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti la data limite è il 2032.
- La classe energetica di tutti gli edifici invece dovrà migliorare. Agli edifici residenziali il Parlamento UE chiede, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi è chiesto prima. Rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D).
Attenzione alla povertà energetica: Il Parlamento richiede anche che i “piani nazionali di ristrutturazione prevedano regimi di sostegno per facilitare l’accesso alle sovvenzioni e ai finanziamenti“.
Il Consiglio europeo:
- dal 2028 emissioni zero per gli edifici nuovi di proprietà di enti pubblici
- dal 2030 emissioni zero per tutti gli edifici nuovi
- per gli edifici esistenti, gli Stati membri hanno convenuto di introdurre norme minime di prestazione energetica corrispondenti alla quantità massima di energia primaria che gli edifici possono utilizzare per m² all’anno.
- Per gli edifici non residenziali esistenti l’obiettivo sarebbe di fissare soglie massime di prestazione energetica, basate sul consumo di energia primaria.
- La prima soglia fisserebbe una linea al di sotto del consumo di energia primaria del 15% degli edifici non residenziali che presentano le prestazioni peggiori in uno Stato membro (entro il 2030). La seconda soglia verrebbe fissata al di sotto del 25% (entro il 2034).
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