“Ci sarà attenzione al patrimonio edilizio meno efficiente e a quella parte di popolazione che avrà più problemi e difficoltà economiche” rassicura Andrea Maria Felici DG della Direzione generale domanda ed efficienza energetica (DEE) del Ministero Ambiente e Sicurezza energetica nel corso del convegno “La sfida della decarbonizzazione dei consumi residenziali” organizzato da Proxigas, Assogas, Assogasliquidi, Assotermica e Utilitalia a Roma ieri 16 ottobre.
Rispetto l’applicazione della Direttiva Case Green “Contiamo di sviluppare il concetto di povertà energetica. Azione che ci consente di andare ad aggredire patrimonio immobiliare particolarmente poco efficiente e sostenere quella parte della popolazione che non ha condizioni economiche che possono raggiungere livelli di conduzione accettabile dei costi energetici”.
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L’impatto delle tecnologie sul territorio
Nel nostro Paese le pompe di calore possono rappresentare una soluzione tecnologica perseguibile per circa un milione e settecento mila abitazioni. E’ quanto emerge dallo studio “Decarbonizzazione dei consumi termici residenziali”, realizzato da BIP Consulting e commissionato dalle associazioni promotrici dell’evento.
Ma come si arriva a questo numero? In pratica gli esperti hanno valutato che delle 16,6 milioni di abitazioni in classe F e G, solo in 5,9 milioni di queste la pompa di calore elettrica è sul piano tecnico la soluzione ideale. All’interno di questo target però c’è la variabile economica che importante. Solo 1,76 milioni di abitazioni appartiene a famiglie la cui possibilità di reddito è in linea con i cisti di inserire un’impianto a pompa di calore.
A questo si sommano alcuni ostacoli tipici del contesto italiano: i costi iniziali elevati, le condizioni del parco abitativo, la propensione culturale all’efficientamento energetico, complessità nell’esecuzione dei lavori necessari.
Per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione quindi serve un approccio che sia multi tecnologico e dove possibile anche ibrido.
Uno sguardo multidisciplinare che sottolinea Franco Cotana AD RSE non deve dimenticare che le tecnologie in grado di immagazzinare l’anidride carbonica risiedono anche nei biomateriali. Inoltre ricorda l’AD la geotermia a bassa entalpia rappresenta un’alternativa concreta al raffrescamento e riscaldamento cittadino che non inficia un impatto energetico sulla rete, ed è attuabile anche a contesti condominiali in cui la pompa di calore è meno efficace, ma certo non risolve il tema dei costi.
Serve un dialogo politico più che puntare alle deroghe
La decarbonizzazione è una sfida da affrontare con un approccio multidisciplinare affinchè sia efficace. Ma per farlo “Serve un dibattito più ordinato e un approccio più pragmatico” sottolinea l’on. Vinicio Peluffo di PD.
“La transizione ecologica per come è stata tradotta è una transizione per ricchi” senatrice Silvia Fregolent auspicando un cambiamento nella “concezione delle case green”.
Mentre Peluffo ribadisce come “Gli strumenti ci sono ma si tratta di fare una scelta di questo tipo. Si tratta di un dialogo da portare avanti piuttosto che puntare alle deroghe. Abbiamo bisogno di scelte di politiche industriali che siano coerenti con questi obiettivi”.
Sottolineando come sia necessario agire in questa legislatura per “mettere a terra con strumenti, finanziamenti e soldi, per accompagnare questi obiettivi per renderli attuabili”.
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“Non dobbiamo rallentare” incalza Luca Squeri, Forza Italia “anzi le scadenze ci dicono che il ritmo deve essere bello sostenuto,” ma va modificato l’approccio. “Stiamo facendo un percorso sbagliato. L’obiettivo è raggiungere l’indipendenza energetica al 2050. Mentre decarbonizzare è stato tradotto in elettrificare. Le scorciatoie non ci portano da nessuna parte” conclude.
Serve investire sulle reti
“Dovremmo lavorare per portare in classe a il 100% gli edifici più che agire due classi energetiche alla volta“, incalza Massimo Milani FDI VIII Commissione ambiente “perché con questa progressione rischiamo di mettere mani molte volte sulle stesse abitazioni.”
Inoltre Milani sottolinea l’importanza di agire sulle reti elettriche e non solo di ragionare in termini di fonti “altrimenti tutto quello che ci diciamo sull’elettrico non può esistere”.
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