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Immagine dal sito di Artelia

Tetti verdi, facciate ad altissime prestazioni, un sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento alimentato da una centrale di trigenerazione. E ancora impianti di condensazione e di raffrescamento che sfruttano l’acqua di mare e tecnologie smart per l’ottimizzazione degli impianti di illuminazione a led. Queste sono solo alcune delle soluzioni che Artelia, gruppo internazionale specializzato nell’ingegneria integrata, nel project management e nella consulenza, intende adottare nel progetto del Business District Bengasi che si è aggiudicato dalla National Oil Corporation (NOC) libica.

L’azienda sarà impegnata, in collaborazione con lo Studio Boeri Architetti, nella realizzazione di sette edifici futuristici, articolati in un complesso direzionale organico che ruota intorno all’immobile destinato all’headquarter della National Oil Corporation, il cosiddetto “Diamond” (una torre di 30.000 mq a forma di diamante). Un progetto che prevede complessivamente una superficie di circa 130.000 mq, per un investimento di 600 milioni di dollari.

Bengasi1Il nuovo quartiere polifunzionale, il cui cantiere partirà nel 2019, ospiterà anche le nuove sedi della Central Bank of Libya, del Ministero del petrolio e del gas, gli uffici della società Brega e delle compagnie petrolifere internazionali, un centro congressi, un hotel da 250 camere, un centro sanitario, un centro commerciale, oltre ad una grande piazza coperta con ristoranti, bar e negozi. 

Da un punto di vista ingegneristico questo è uno degli interventi più importanti nell’ambito di tutto il Mediterraneo”, ha spiegato al nostro sito Alberto Romeo, Consigliere Delegato Artelia Italia e già Amministratore Delegato di Intertecno, che ha seguito tutto l’iter dell’offerta, dalla presentazione alla firma del contratto.  Insieme all’architetto Stefano Boeri lavoriamo molto bene, siamo convinti che il prodotto progettuale sarà di alto livello e potrà costituire un landmark non solo per la Libia, ma anche per la progettazione italiana”.

Con Romeo abbiamo approfondito alcuni aspetti legati al progetto

Come si sono svolte le fasi iniziali legate al progetto?

Abbiamo firmato un contratto a seguito di una nostra offerta in una gara di appalto. Abbiamo partecipato a questa selezione già nel 2014 con 43 società internazionali di ingegneria. Siamo risultati primi classificati nella fase di pre-qualifica e nella successiva fase di shortlist e di selezione del vincitore. La nostra proposta progettuale è stata ritenuta la più idonea unitamente agli aspetti economici e così siamo arrivati a questo importantissimo risultato: l’assegnazione di quest’appalto di progettazione che è partitto il 30 di marzo.

Quale sarà lo step successivo a questo punto?

Adesso abbiamo davanti un’attività molto importante, molto intensa di progettazione in cui faremo fronte alle varie richieste espresse dal nostro cliente, la National Oil Corporation, sia dal punto di vista dei principi architettonici – tramite il nostro associato in questa avventura che è lo studio Boeri – sia dal punto di vista dell’ingegneria e degli impianti.

La sostenibilità ambientale del progetto è stato un elemento rilevente per vincere l’appalto? Cosa veniva richiesto in particolare?

Assolutamente sì. Una delle specifiche di appalto era l’attenzione rispetto alle tematiche energetiche e quindi la richiesta di implementazione di proposte che andassero incontro a questa specifica. Noi abbiamo fatto una proposta di un distretto di uffici che avrà la certificazione LEED a livello di District, ovvero a livello distrettuale e non a livello di singolo edificio. Stiamo parlando di un LEED Platinum, quindi un livello massimo.

Abbiamo implementato poi tutta una serie di idee progettuali legate ad esempio all’introduzione di percorsi pedonali e ciclopedonali a livello superficiale o di trasporto pubblico. Abbiamo, infine puntato su un criterio di massimizzazione delle aree verdi che comprende anche l’utilizzo dei tetti verdi. In questo modo intendiamo ridurre l’effetto isola di calore. Questo è un tema assolutamente importante in una regione con un clima come quello della Libia.

Quali scelte sono state adottate per le soluzioni di raffrescamento e riscaldamento?

Questo è un altro tema importante. Proprio per limitare il consumo energetico e massimizzare l’efficienza, oltre all’utilizzo di tetti verdi e di facciate ad altissime prestazioni, abbiamo introdotto nel progetto un sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento, district cooling e district heating, alimentato da una centrale di trigenerazione. I fluidi caldi e freddi non sono prodotti in ogni singolo edificio, ma sono prodotti in una centrale di trigenerazione che servirà tutti gli edifici. La scelta di questa soluzione permette una fortissima riduzione del consumo energetico e la possibilità di recuperare l’energia per scopi diversi evitando gli sprechi. Oltre a questo sfrutteremo sistemi fotovolatici e solari termici sia sui tetti sia sulle facciate degli edifici.

Un altro elemento da sottolineare è il fatto che i sistemi di condensazione e di raffrescamento saranno alimentati ad acqua di mare. Il distretto sarà realizzato, infatti, in una zona vicina al mare e quindi stiamo realizzando tutta una serie di studi per poter sfruttare l’acqua di mare come fluido secondario di raffrescamento.

Oltre a queste soluzioni quali altre scelte sono state fatte per massimizzare l’efficienza energetica del distretto?

Abbiamo iniziato a fare degli studi delle esposizioni solari per massimizzare l’apporto invernale di calore da parte del sole e minimizzare l’effetto estivo negativo, un elemento rilevante in queste regioni dell’Africa del nord. Oltre agli studi sulle esposizioni solari stiamo realizzando anche delle analisi sulle esposizioni al vento. Una delle caratteristiche di questi edifici è, infatti, quella di avere delle facciate a doppia pelle ventilate che traggono beneficio dall’esposizione alle brezze marine. Grazie a questo tipo di soluzione otteniamo una riduzione della necessità di raffrescamento estivo e di conseguenza dei costi di energia.

Infine pensiamo di implementare dei sistemi a consumo ridotto di acqua per quanto riguarda i sistemi idrosanitari, dei sistemi doppi per acqua potabile e non potabile. In questo modo potremo riciclare l’acqua per usi non potabili e ridurre al minimo il consumo di acqua potabile. Una gestione responsabile della risorsa idrica è per la Libia e per l’Africa Mediterranea una questione importante.  Si tratta, infatti, di una fonte preziosissima e c’è una grande attenzione ai consumi.

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Quali soluzioni avete scelto per l’illuminazione?

Avremo un uso esteso di illuminazione a led in modo da evitate consumi inutili. Adotteremo, inoltre, un sistema di DMS manangement system per ridurre automaticamente i consumi di energia. Gli edifici saranno dotati di tecnologie di rilevamento della presenza di persone per modulare in modo efficiente l’illuminazione e la climatizzazione. Inoltre ci saranno soluzioni di schermatura solare in modo tale che vengano garantiti dei parametri naturali ed efficienti di illuminazione. Tutta l’impiantistica speciale, l’impiantistica di controllo sarà assolutamente innovativa.

A livello di scelta dei materiali come vi siete mossi?

Per quanto riguarda la parte civile di costruzione faremo uso per quanto possibile di materiali locali, quindi reperiti sul territorio. Inoltre, in generale, la nostra idea è di utilizzare materiali con un contenuto riciclato. Ciò, oltre a essere uno dei requisiti della certificazione LEED, è anche uno dei nostri punti fermi nell’ambito della scelta dei materiali.  Ad esempio utilizzeremo legno certificato FSC. Questo materiale sarà molto utilizzato nell’ambito del progetto sia per determinati elementi di facciata sia per elementi interni (pareti fonoassorbenti, controsoffitti fonoassorbenti, pavimentazioni).

Legno, pietra, vetro e acciaio saranno materiali determinanti nel progetto, ma il legno avrà certo un’importanza primaria. In generale abbiamo optato per materiali a basso contenuto di elementi chimici volatili. Anche questa scelta va incontro ai requisiti della certificazione LEED, nonché a una regola di buona progettazione.

Il tema del verde verticale come è stato declinato?

Abbiamo lavorato molto sul verde con lo studio Boeri Architetti. E’ un elemento importante  sia a livello di tetti verdi sia a livello di verde urbano verticale sull’hotel. Ciascuna camera dell’hotel avrà una terrazza con il suo verde verticale, naturalmente si tratta un verde adatto alle latitudini di cui stiamo parlando.


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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.