Il Bonus facciate è la novità sostanziale per l’edilizia riportata nella Legge di bilancio 2020 (N. 160 del 27 dicembre 2019). Questo nuovo provvedimento presente nei commi dal 219 al 224 è stato chiarito e reso applicabile dalla Circolare n.2 /E dell’Agenzia delle entrate del 14 febbraio 2020.
Fatto questo doveroso inquadramento legislativo, l’incentivo riguarda la possibilità di detrarre dall’imposta lorda (Irpef o Ires) il 90% delle spese documentate, sostenute nell’anno 2020, per interventi sulle facciate, degli edifici ubicati nelle zone A o B ai sensi del decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444. Il provvedimento, nato puramente per incentivare tinteggiatura e interventi di finitura per abbellire le nostre facciate, ci ha visto critici fin dall’inizio.
Fortunatamente però, a seguito delle nostre proteste unite a quelle di tante altre associazioni ed enti rispettosi dell’ambiente che tutti i giorni si accorgono dei cambiamenti climatici, l’iniziale indicazione proposta è stata rivista in modo da poter fare rientrare nella detrazione anche gli interventi finalizzati al risparmio energetico.
Tuttavia le criticità permangono. L’opportunità viene esclusa nelle periferie, sicuramente più bisognose di essere riqualificate e sicuramente con utenze più bisognose di supporto economico.
L’intervento detraibile è limitato alle facciate opache visibili dal suolo pubblico. Con che criterio spiegheremo a chi si affaccia sul cortile che hanno meno diritto ad interventi più performanti?
E’ vero che le porzioni di facciata non incluse nel Bonus possono accedere all’Ecobonus del 65% o al Bonus casa del 50%, ma in questo modo sarà possibile che gli interventi vengano diversificati in base alla possibile detrazione.
E’ anche vero che per l’Ecobonus è prevista la cessione del credito mentre per il Bonus facciate no.
Ciò significa che potrebbero rendersi necessarie procedure diversificate, non solo dal punto di vista tecnico burocratico, ma anche economico-finanziario.
Queste ed altre criticità, tra cui incongruenze con gli obblighi di legge sui requisiti minimi, a nostro parere rendono questo provvedimento di difficile applicazione.
Cerchiamo però anche di vedere gli aspetti positivi: è sicuramente un’opportunità in più per migliorare i nostri immobili e, per rispondere a tutti coloro che ci chiedono se vale la pena, ovviamente rispondiamo positivamente. Fondamentale è che gli interventi portino non solo ad un abbellimento estetico, ma anche a un aumento delle performance e del risparmio energetico nonché un miglioramento del comfort e delle condizioni di vita degli occupanti.
Un’opportunità quindi da cogliere più che al volo perché i tempi stringono e in 10 mesi si dovranno decidere, progettare e realizzare gli interventi.
Un ultimo consiglio importante è quello di affidarsi sempre a persone esperte e professionali che siano competenti tecnicamente e preparate su questo tipo di pratiche.
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