Sono sempre più numerose le ricerche che si stanno concentrando sul settore delle biomasse. Studi che valutano l’efficienza dei processi coinvolti e utilizzi innovativi nell’ambito dell’economia circolare. Vediamone alcuni.
I consumi energetici della produzione di biomassa
Un nuovo studio realizzato dall’università dell’Illinois (Usa), in collaborazione con l’Università della California a Berkeley, ha analizzato l’energia consumata dal processo di produzione dei materiali impiegati come biomassa. Si tratta di una ricerca, pubblicata su Bioresource Technology Reports, che ha introdotto un cambio di prospettiva, in quanto, di solito, l’analisi sulla produzione di energia da biomassa “si concentra sulla quantità di energia generata”, come spiega Tony Grift, coautore dello studio e professore di ingegneria agraria e biologica presso il College of Agricultural, Consumer and Environmental Sciences e il Grainger College of Engineering presso l’Università dell’Illinois. Nello specifico, sono stati analizzati i processi di produzione di due prodotti spesso usati come biomassa per la produzione di energia, miscanthus giganteus e bagassa (un residuo di produzione della canna da zucchero).
Valutare l’efficienza delle biomasse
Tra gli elementi studiati dai ricercatori anche gli effetti generati sull’efficienza di conversione della biomassa dalla dimensione delle particelle, del livello di compressione e della miscelazione. I risultati hanno mostrato, in particolare, che la disinfezione ha avuto un effetto positivo sull’efficienza di conversione del miscanto, ma non sulla bagassa di canna da zucchero, mentre è stato il contrario per la pellettizzazione. I ricercatori hanno anche scoperto che una miscela 50/50 dei due materiali aveva una maggiore efficienza di conversione rispetto alla bagassa di canna da zucchero, ma che non vi era alcuna differenza significativa rispetto al solo miscanto.
Da rifiuto urbano a biocarburante
Un tema di studiosi del Joint BioEnergy Institute e dell’Unità di sviluppo dei processi avanzati di biocarburanti e bioprodotti (entrambi istituiti dal Dipartimento dell’Energia e con sede al Berkeley Lab dell’università della California) ha invece creato sei diverse miscele di biocarburante combinando diversi tipi di rifiuti solidi urbani con con biomassa come mais e panico verga. Gli studiosi hanno usato per la prima volta un processo ionico a base liquida e hanno convertito queste miscele in metil chetoni, composti chimici che possono essere usati come precursori di gasolio. “La conversione a base di liquidi ionici rappresenta un processo efficiente e più rispettoso dell’ambiente per lo sfruttamento della biomassa”, – ha affermato il ricercatore del Berkeley Lab Ning Sun, tra gli autori dello studio. – “Questa ricerca apre le porte alla costruzione di impianti di bioraffineria che utilizzano materie prime diversificate per produrre una gamma di prodotti chimici”.
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