Si chiude il 4 agosto la seconda consultazione pubblica sul portale Have Your Say destinata alla sostenibilità del settore tessile. La prima si era chiusa il 2 febbraio scorso. Le iniziative rientrano nell’attività della Commissione europea di stimolare la competitività, la sostenibilità e la resilienza del comparto europeo. A tal fine ha avviato l’iter di iniziativa legislativa volto a redigere una strategia comune per rendere il settore tessile più sostenibile entro la fine del 2021.
La strategia comune per la sostenibilità nel settore tessile
La norma punta a scrivere regole condivise per la raccolta differenziata, lo smistamento e il riciclaggio dei rifiuti tessili negli Stati Membri così da rafforzare l’applicazione dei principi di economia circolare e favorire un’azione meno frammentata. Alla base c’è la volontà di spingere il recupero dei materiale e l’abbattimento delle emissioni climalteranti legate alla filiera del tessile attraverso la formazione di un nuovo modo di concepire i capi d’abbigliamento, che dovranno essere sempre più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili.
Già lo scorso gennaio l’esecutivo europeo aveva pubblicato la “roadmap” europea per il tessile sostenibile, che assumerà la sua forma definitiva entro la fine del 2021. Ha concentrato la sua attenzione sul contrasto alla concorrenza sleale, dovuta a costi di produzione più bassi, condizioni lavorative ingiuste e pessimi standard ambientali, e sulla possibilità di creare condizioni di parità per le imprese tessili dentro e fuori l’UE, area dalla quale proviene la maggiore fetta di emissioni nocive.
La pandemia di Covid-19 non ha risparmiato il comparto, afflitto da una vera e propria interruzione dell’offerta e da una forte diminuzione della domanda. A risentirne anche il commercio internazionale di seconda mano. Il tessile impiega in tutta l’Unione Europea 1,5 milioni di persone in oltre 160mila imprese, per la maggior parte piccole e medie imprese. Nel 2019 il fatturato complessivo si è attestato a 162 miliardi di euro. C’è poi la stima legata alla percentuale di riciclo dei rifiuti tessile: meno dell’1% su scala internazionale, anche per via della presenza di sostanze nocive che ostacola il riciclaggio di alta qualità e incide sui tassi di raccolta.
Per recuperare terreno esistono degli strumenti importanti come: dal Green Deal europeo al piano d’azione per l’economia circolare passando per la Strategia per le sostanze chimiche per la sostenibilità. Con questi bisognerà stimolare nuovi stili di produzione e consumo, pensare alla responsabilità estesa del produttore e alla definizione dei criteri di end of waste per fissare, come detto, l’obbligo di raccolta differenziata dei prodotti tessili.
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