L’occupazione nel mondo del green aumenta e si evolve. In Italia uno studio del Gse sull’anno 2017, presentato in occasione del convegno “La transizione energetica alla sfida dell’occupazione”, organizzato da Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica lo scorso 21 giugno a Roma, ha calcolato che “le unità di lavoro annuali in campo elettrico temporanee correlate agli investimenti sono pari a 15.935, mentre quelle permanenti rispetto gli esercizi degli impianti sono pari a 37.652 unità. In campo termico le forze di lavoro annuali temporanee correlate agli investimenti sono pari a 28.537, mentre quelle permanenti correlate agli esercizi degli impianti sono pari a 31.917 unità“.
Cambiano i lavori serve pensare a una riconversione dell’occupazione
Una transizione quella energetica che porta con sé la necessità di una riconversione dell’occupazione. “Il Piano energia clima del Governo é inadeguato sotto diversi punti. Mancano pezzi importanti e rispetto obiettivi europei. Come politiche industriali e la questione lavoro” sottolinea Gianna Fracassi, Vice Segretario Generale Cgil intervenuta al dibattito che ha fatto seguito alla presentazione dei dati a poche ore dalla manifestazione dei sindacati Cgil e Uil “#futuroalLavoro. Ripartiamo dal Sud per unire il paese” i cui le due organizzazioni sindacali hanno ribadito i concetti esposti dalla Fracassi in questa sede. “È possibile che le politiche industriali siano lasciate a una dinamica di incentivi? Un governo che definisce le filiere fa delle scelte” conclude la Fracassi.
“In Italia manca una visione e un approccio di sistema” gli fa eco Antonello Gisotti, FIM CISL.
Consenso sociale elemento centrale della transizione energetica
Consenso sociale come primo elemento su cui lavorare per una transizione ecologica e una politica ambientale efficace. Come ha sottolineato Rossella Muroni della VIII Commissione della Camera dei Deputati, “Molte delle opere bloccate riguardano le infrastrutture energetiche delle rinnovabili. Nei fatti lavorando con il sindacato è importante valutare le ricadute sociali delle rinnovabili”. Un tema in cui un paese in grande crisi occupazionale si riconosce se si affronta dal punto di vista occupazionale. “Siamo un paese in cui i luoghi tradizionali del confronto sono in crisi” sottolinea la Muroni.
“É centrale anche far capire che si parla di un’opportunità di lavoro molto diverso e professionalizzante anche a livello europeo e che insiste su temi come l’innovazione e lo sviluppo delle rinnovabili” ricorda la Muroni che evidenzia come esempio esaustivo del comparto il tema della plastica monouso. La maggior parte della plastica monouso si produce in Italia, diventa quindi sempre più necessario e dirimente pensare a come traghettare la trasformazione energetica e dei materiali.
“In questo momento abbiamo politica che non è in grado di avere una lunga visione, abbiamo un respiro molto corto” conclude la Muroni: “quello che possiamo fare è aumentare il consenso sociale”.
Posizioni vicine a quanto dichiarato da Coordinamento Free che ha sempre posto l’attenzione su come il consenso sugli obiettivi energetico-climatici si possa creare soltanto garantendo una crescita economica che “riduca le disuguaglianze, e che realizzi l’ecologia integrale auspicata da Papa Francesco”.
#occupazione permanente e temporanea nel comparto delle #rinnovabili dati @GSErinnovabili all’evento del @CoordFree #pompedicalore comparto con più professionalità in crescita pic.twitter.com/SNJloNdKzL
— canaleenergia (@canaleenergia) June 21, 2019
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